Intervistato in esclusiva da LaGiovaneItalia.net il direttore sportivo nerazzurro Piero Ausilio parla a 360° della situazione dei giovani dell'Inter, nel giorno in cui la Primavera ha conquistato la Viareggio Cup. Si parte proprio dal Golden Boy di questo trofeo, Federico Bonazzoli, ceduto alla Sampdoria, forse frettolosamente, ma il direttore risponde subitamente: “Bonazzoli a quella cifra era un'ottima opportunità. Quello che è poco reclamizzabile ma che va inteso tra le righe è che nei nuovi accordi siglati dall’Inter vige una sorta di “Gentleman Agreement” con i club presso i quali sono in comproprietà. I vari Crisetig, Longo, Benassi e Bardi li abbiamo indirizzati a società che li valorizzino e facciano crescere. Ma su tutti abbiamo il diritto di riscatto. Perché alcuni errori sono serviti. E perché abbiamo capito come in Italia non sia facile poter maturare calcisticamente con i giusti parametri. Non credo Bonazzoli sarà un rimpianto. A parte gli splendidi rapporti con la Samp, abbiamo inserito un diritto di riscatto. E anche di contro-riscatto". 

L'argomento poi si sposta sulla Primavera e sul fatto che sia sempre più multi-etnica: "Vero, stiamo creando però un serbatoio che ci possa dare ragazzi pronti per la prima squadra. Lo sono a contatto con gli allenamenti, hanno un mister che fino alla passata stagione allenava in B. Insomma ce li cresciamo un po in casa. Certo. Resta l’evidenza che gli stranieri arrivino piu’ pronti. Ma credo quello sia soprattutto un problema nostro , di mentalità deviata. Gli italiani hanno possibilità di poter sbagliare in campo, con la maglia dell’Inter? Direi di no. Anzi, non gli si perdona niente.  Al protagonista, al club e al mister, rei eventualmente di aver messo in campo un ragazzino non pronto. Un 4 in pagella può avere effetti devastanti su un giocatore formato.. Figuriamoci su uno che si sta formando”.

Come collegamento fra la Primavera e la prima squadra c'è quel Roberto Mancini che tanti giovani ha lanciato: "Diciamo che il mister nelle sue gestioni interiste ha sempre espresso numeri in quel senso. Balotelli, Biabiany e Bonucci , tanto per fare alcuni nomi, li ha fatti esordire lui. Ora chiudiamo con Dimarco e Baldini in Europa League. Santon? Lui fece tutto con Mourinho. Sia nel bene che nel male. Ha avuto un percorso di crescita imponente all’inizio. Forse con risultati superiori anche ai suoi stessi mezzi. Ora, dopo 4 anni in Inghilterra, nel campionato più affascinante, e qualche infortunio di troppo, è tornato a casa. Da uomo. Ci parli e capisci quanto possa darti molto quello che non possiamo dare noi qui. La chanche di giocare e sbagliare anche qualche gara nell’arco temporale di 4 anni. Sempre però sentendo la fiducia del club”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 16 febbraio 2015 alle 21:54
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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