Gli accertamenti clinici e strumentali a cui è stato sottoposto stamattina Alexis Sanchez hanno confermato la prima diagnosi dello staff medico della nazionale cilena. Per l'attaccante si tratta di lussazione del tendine peroneo lungo della caviglia sinistra e nella giornata di domani si recherà a Barcellona per una visita dal professor Ramon Cugat, lo stesso che lo operò alla stessa caviglia nel 2007 dopo la rottura parziale dei legamenti.

LE DUE STRADE - Adesso le opzioni sono due: ricorrere all'intervento chirurgico oppure scegliere la via della terapia conservativa. Ovviamente, in questo secondo caso, i tempi di recupero sarebbero più brevi, orientativamente attorno al mese-mese e mezzo, ma è chiaro che poi la situazione resterebbe incerta e non si potrebbe escludere il rischio di una ricaduta, senza contare che ci sarebbe comunque da valutare la stabilità dell'arto.

IL PRECEDENTE DI BALE - Diverso il discorso in caso di operazione. Secondo il protocollo relativo a questo tipo di infortunio, infatti, gli standard medici puntano a riportare in campo lo sportivo nell'arco di 75 giorni dall'intervento chirurgico. Il caso di Gareth Bale può fungere da precedente piuttosto aderente al caso del cileno. Il gallese, durante un Real Madrid-Sporting Lisbona del 22 novembre 2016, si procurò la lussazione dei tendini peronei e fu operato, tornando poi in campo per 19 minuti contro l'Espanyol il 18 febbraio 2017. Di fatto, a quasi tre mesi dall'operazione. Ragionevolmente, scegliendo questa strada, Conte dovrebbe poter riavere Sanchez dopo la sosta invernale a inizio gennaio.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 15 ottobre 2019 alle 20:20
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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