Sul Corriere Del Veneto stamane è apparso un bel pezzo sul giovane talento Yago Del Piero, centrocampista dal promettente avvenire in casa nerazzurra. Ovvie le battuta con quel cognome un po' ingombrante e, soprattutto, 'filojuventino'...
"Chiamatelo pure Yago, come vollero mamma Regina e papà Elson. O chiamatelo anche Yaya, come preferiscono i suoi compagni di squadra. Sappiate però che il nome suggerisce poco, è il cognome che dice tutto. Ed è un patronimico che pesa, quand’è stampato sulla schiena di un professionista del pallone. Perché questo 18enne di San Biagio di Callalta si porterà sulle spalle il marchio di un quasi 38enne di San Vendemiano con cui condivide mezza carta d’identità. Professione: calciatore. Provincia: Treviso. E cognome, appunto: Del Piero. Nella sua prima stagione senza Alessandro, ormai ex attaccante della Juventus, il cielo d’Europa potrebbe veder brillare la stella di Yago, promettente centrocampista dell’Inter. L’allenatore nerazzurro Andrea Stramaccioni ha inserito anche il giovane talento italobrasiliano nell’elenco Uefa dei giocatori per l’Europa League. Pronto a supportare big come Javier Zanetti e Wesley Sneijder, anche se certo partendo dalla lista B, quella dei giovani come l’altro trevigiano Simone Pasa.
Ma se quest’ultimo è il figlio di Daniele, Yago non è parente di Alessandro Del Piero. O meglio: «Non lo so, può anche darsi - ipotizza il ragazzo - magari alla lontana. In fondo il mio bisnonno era partito da Padova per emigrare in Brasile, le radici quindi sono venete per tutti e due. Ma anche se sulla maglia porto un cognome che fa colpo, com’è appunto Del Piero, a me basterebbe che ci fosse scritto semplicemente Yago. Non mi sento ancora così bravo da poter indossare il cognome di un grande come Alessandro». Sono fatti così, questi Del Piero che sono tornati in Veneto da Vitória, Stato di Espirito Santo. Quando qualcuno telefona alla loro abitazione di via Marconi e chiede se è quella la famiglia del calciatore Del Piero, capita che si senta rispondere di no, perché i suoi familiari pensano subito ad Alessandro, mica a Yago. «Purtroppo non ho mai incontrato il mitico campione del mondo - racconta il suo semi-omonimo - e mi dispiace perché tutti quelli che l’hanno conosciuto mi dicono che è un grandissimo uomo, dentro e fuori dal campo. Sarei felice di potergli parlare un giorno e magari di chiedergli qualche consiglio». Colpiscono le similitudini tra i due. Entrambi sono i secondogeniti. Ed ambedue hanno un fratello maggiore (Stefano per Alessandro e Igor per Yago) che hanno giocato a calcio per primi, lasciando poi spazio e onore al piccolo di casa.
«Cominciai al Fontane - ricorda il 18enne - ma dopo sei mesi venni ingaggiato dal Treviso. Rimasi in biancoceleste per tre anni. Facevo il trequartista, segnavo un sacco di reti». E all’epoca vestiva il numero 10, se il destino non è un’opinione. «Poi un giorno mi notò Piero Ausilio, attuale direttore sportivo dell’Fc Internazionale. Avevo 14 anni quando arrivai a Milano, dove ho seguito tutta la trafila del vivaio, dai Giovanissimi Nazionali fino alla Primavera. Strama? Lo vedevo ogni tanto l’anno passato, quando mi facevano allenare con la Primavera. Poi il mister è approdato in prima squadra e adesso mi ha messo in lista B per l’Europa. Un sogno per me. E che sorpresa quando me l’hanno comunicato. Ero consapevole di aver fatto bene lo scorso campionato, ma è stata comunque una novità inaspettata». Yago è nato il 14 gennaio 1994. Una data che non può sfuggire ai fatalisti della cabala, poiché cade giusto un mese e dieci giorni dopo il 4 dicembre 1993, che per i delpieromani vuol dire il 3-2 della Juventus in rimonta sulla Fiorentina grazie ad un gol da cineteca di Alessandro. Il Del Piero 2.0 invece è un mediano, più assist-man che uomo- gol. «Le mie caratteristiche - ha spiegato lui stesso ad Inter Channel - sono le geometrie ed il possesso palla, ma devo ancora migliorare. Il calcio brasiliano è molto diverso da quello italiano, qui è più fisico e meno corale».
Doppio passaporto e duplice modello: Kakà sul fronte verdeoro e Pirlo sul versante azzurro. Ed un sacco di amici, 4.363 su Facebook. «Tanti sono di Treviso - spiega - dove torno ogni volta che posso per fare visita alla mia famiglia. Ci sono appena stato a Ferragosto e conto di ripassare per Natale». Da qui alle feste, però, ne passeranno di partite. «Mi aspettano il campionato con la Primavera e poi anche l’Europa. Intanto con la NextGen Series (la Champions di categoria, ndr), ma speriamo pure con l’Europa League. Per quest’anno mi basterebbe giocare anche solo per un minutino… ». A guardarlo in tivù, per la prima volta dall’altra parte della barricata, potrebbe esserci Alessandro Del Piero, che voci di calciomercato darebbero vicino non solo al Giappone ma pure al Brasile, chiamato ad inaugurare il rinnovato Maracanà nelle file del Flamengo. Corsi e ricorsi storici? Staremo a vedere. Intanto Yago si prepara non solo a frequentare il quinto anno di Ragioneria, ma soprattutto ad indossare la casacca col cognome Del Piero ed il numero 46. Quattro più sei… vorrà pur dire qualcosa, o no?".
Autore: Alessandro Cavasinni
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