In collegamento dall'Argentina l'ex Inter e Roma Nicolas Burdisso ha risposto a Sky alle domande dei tifosi da casa, partendo dall'emergenza Coronavirus: "Anche l'Argentina si è attivata subito, ero in Italia pochi giorni prima e anche qui hanno preso le medesime misure. Campioni ne ho fermati tanti, ma per me Shevchenko, Van Nistelrooy e Cristiano Ronaldo sono stati i più forti con cui ho avuto a che fare, e sono contento di non aver dovuto marcare Messi. La vocazione e la voglia di continuare nel calcio mi ha spinto a continuare come dirigente, poi dopo che sei dopo tanti anni nel mondo del calcio hai un bagaglio che ti permette di lavorare dietro la scrivania, qualcuno si sente allenatore qualcuno dirigente, ho avuto la possibilità di continuare come direttore sportivo al Boca e non ho dubitato ad accettare. L'Inter stava andando bene, seguo Conte da tanto tempo, sono legato ai nerazzurri, non è facile fare tanti cambiamenti in estate ma l'Inter ha le idee chiare, tutti aspettano che possa competere per lo scudetto ma ci si avvicina ogni anno e tutti noi vogliamo vedere l'Inter lottare per lo scudetto come tempo fa.

In Argentina metà popolazione è italiana, seguiamo molto l'Italia e ci sta a cuore quello che succede lì. Il difensore più forte del momento? Dico Van Dijk, in campo ha un impatto incredibile, sta migliorando insieme alla squadra nel ruolo di centrale, è fortissimo. Anche Marquinos con cui ho giocato alla Roma sta migliorando tantissimo. Mourinho ci chiedeva di marcare come volevamo, eravamo a Brunico, alla prima amichevole abbiamo fatto una riunione e ci ha chiesto come volevamo marcare le palle ferme, a uomo o a zona perché devono decidere i giocatori. Non ha voluto imporci nulla, abbiamo votato tra di noi e ci ha responsabilizzato molto.

La vittoria del 2010 con la Roma contro l'Inter? Bellissima da giocatore della Roma, per me di forti emozioni perché giocavo contro i miei ex compagni, contro Mourinho con cui avevo un grande rapporto. Avevamo lottato con l'Inter su tutti i fronti, quell'Inter era fortissima, siamo stati vicinissimi a uno scudetto storico. Oggi mi manca quella competizione forte come fu in quel 2010, è stato comunque bello vedere i miei ex compagni vincere la Champions e per me conoscere un mondo nuovo come la Roma. Sarebbe stato bello vincere quello scudetto ma resta un bel ricordo di quella giornata. 

L'atmosfera della Bombonera? Bisogna viverla per capirla ma anche in Italia ci sono stadi fantastici, sono sempre i tifosi e il loro calore a renderli speciali. Ho giocato quasi tutti i derby in Italia, ho imparato a capire come la gente sente il calcio nelle varie città".

Sezione: Focus / Data: Ven 27 marzo 2020 alle 15:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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