Alberto Ferrarini. Questo nome potrebbe dire nulla o quasi agli appassionati di calcio, e invece per molti protagonisti è piuttosto importante. Ferrarini è una figura professionale che in molti definiscono 'motivatore', ma nella storia sono mischiate numerologia, pensiero positivo e tradizioni indiane. Tra i suoi clienti c'è Leonardo Bonucci, ma c'era anche Francesco Toldo. «Sono due le partite simbolo della mia carriera: Olanda-Italia a Euro 2000 e Valencia-Inter ritorno dei quarti in Coppa Uefa. Giornate magiche per me e la squadra. E in entrambi le occasioni quel pazzo scatenato di Alberto c’entra eccome», dice Toldo. 

L'ex portiere nerazzurro racconta delle previsioni di Ferrarini, a partire da quella che sarebbe stato lui il titolare a Euro 2000. Poi i rigori con l'Olanda. La mattina del 29 giugno, durante la riunione tecnica, Ferrarini chiama Toldo, come lui stesso racocnta: «Urla in dialetto: "E' questo il giorno...". Gli faccio: "Non posso parlare, siamo in aula. Ciao". Non molla: "E' questo, ascolta. Tutto combacia. Lo capisci: i numeri non mentono". Non me lo faccio ripetere e gli chiedo che cosa può accadere di così importante. Ci pensa e fa: "Sei un portiere quindi ci saranno tanti rigori. Ma non avere paura: li prendi tutti oppure sbagliano". Sembrerà strano, ma discutiamo persino su come avrebbe tirato De Boer. "Fidati dell'istinto: è il tuo giorno". Scendo in campo con queste parole nella testa. Il resto lo conoscete... ». Quando Stam sparacchia sopra la traversa, Toldo si alza e sorride. Poi col pugno rivolto al cielo urla due volte il nome di Alberto. Lo si vede bene nelle immagini tv. Ora sappiamo perché. 

L'altro racconto riguarda Valencia-Inter, altra tappa fondamentale della carriera di Toldo. «Alberto ha questa dote naturale: ti porta sempre a dare il massimo. Prima di Valencia mi aveva caricato come una molla "Non ti segnano neppure con la fionda". Feci una serie di parate irripetibili che valsero la semifinale. La Gazzetta mi diede 10 in pagella nonostante l'espulsione nel finale per perdita di tempo... Se è cambiato in questi anni? Nel 2000 era un talento grezzo, non sapeva neppure di essere un motivatore. Ora è un treno in corsa e chi lo prende arriva nella stazione desiderata. Perché non ho mai parlato di questa storia? Il mondo del calcio è molto tradizionale. Ma credo che Alberto abbia ormai le spalle larghe. Ha avuto la "benedizione" anche di Mourinho: glielo presentai io, fu un dialogo molto divertente. Mou a un certo punto mi fa: "forte il tuo amico..."».

 

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Sab 24 novembre 2012 alle 12:20 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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