Intervistato ai microfoni di ToroNews.net a pochi giorni dalla sfida tra Inter e Torino, Benoit Cauet, ex centrocampista di entrambe le squadre, descrivendo le sue qualità e il suo approdo in nerazzurro: "Ho avuto la fortuna di giocare in grandi club e con grandi campioni che mi hanno fatto crescere. Non ho mai badato alle etichette, a chi mi definiva un giocatore 'di quantità'. Sono andato avanti per la mia strada, a qualcuno piacevo, ad altri no. Pazienza. Penso che per arrivare a certi livelli serva un mix di tante cose: il fisico, la tecnica, la tattica. Non puoi averne solo una, altrimenti fai poca strada. Dire, per esempio, che Seedorf non corresse mi sembra ridicolo. C’è modo e modo di correre: qualcuno corre quando ha la palla, qualcuno quando non ce l’ha. C’è chi corre per smarcarsi, chi per rincorrere un avversario. Clarence (Seedorf, ndr) aveva era bravo con la palla tra i piedi. Per cui la chiedeva ed è giusto così. A proposito di correre, al Toro si correva parecchio. Fu Sandro Mazzola a volermi prima all’Inter e poi a portarmi a Torino - precisa Cauet - e chi meglio di lui poteva spiegarmi cosa significasse giocare per questi due grandi club? Persona fantastica, Sandro, gli sono molto grato. Lo spirito Toro non è solo retorica. Ve lo dice uno che la prima partita che giocò con la maglia granata fu il derby del 3-3. Arrivato da nemmeno una settimana, esordio contro la Juve, catapultato dentro il dramma di un primo tempo finito 3-0. Ma in quella squadra c’erano tanto giocatori a cui non serviva ricordare di correre e un grande, grandissimo mister. Lo spirito Toro, l’importanza della sua storia, i grandi campioni, le perdite tremende: ho capito tutto da solo in quei secondi 45 minuti. È stato incredibile perché percepivo che qualsiasi sarebbe stato il risultato finale, la gente era lì con noi, era pronta a sostenerci".

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Ven 03 novembre 2017 alle 15:56 / Fonte: ToroNews.net
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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