Era il 2 maggio del 1971, Inter-Foggia: Roberto Boninsegna estrae dal cilindro una splendida rovesciata. Un gesto tecnico impressionante che ricorda il gol realizzato da Stefano Mauri sabato sera al Napoli. La Gazzetta ha interpellato l'ex bomber nerazzurro proprio per questo ricordo:

Boninsegna, la rovesciata di Mauri l’ha riportata indietro con i ricordi?
Beh, direi di sì, mi ricorda proprioquell’Inter-Foggia lì. Io forse l’ho chiusa un po’ di più rispetto a quella di Mauri, la palla era leggermente più alta e arrivava da sinistra invece che da destra. Ma siamo lì, è questione di sbavature. E quello realizzato da Stefano è un grandissimo gesto tecnico, di quelli che quando vengono ti esaltano a lungo.

La rovesciata come gesto tecnico è più istinto, sicurezza o incoscienza?
Direi prevalentemente istinto, anche se per provare cose del genere devi credere in quel che fai e avere certezza dei tuoi mezzi tecnici. Mi viene da dire che quella di Mauri è un po’ anche da irresponsabile: tentare cose del genere in mezzo a tanti giocatori non è facile, se lisci il pallone o lo mandi in tribuna rischi di fare davvero brutta figura. Ma quando ti viene una roba del genere, è un capolavoro autentico. Ci vuole una scelta di tempo fondamentale, è anche una questione di occhio.

Più bella questa di rovesciata o quella di Carlo Parola, che ha «griffato» anche l’album Panini? 
Parola era girato di schiena, il pallone era più facile da colpire. Qui Mauri è di fianco, ci vuole anche una grandissima coordinazione. Non è facile, devi saper anche bilanciarti con il corpo, con le mani, devi saperti piegare. Ripeto, mi sembra un colpo di grandissimo istinto, ma anche un po’ da irresponsabile. Alla fine, però, è venuto fuori un vero capolavoro. E resterà per sempre.

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mar 10 aprile 2012 alle 09:40 / Fonte: Gazzetta
Autore: Alessandro Cavasinni
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