Il rimpianto Lookman, il colpo Palestra in prospettiva e il cavallo di ritorno Bellanova. Tutte le strade del mercato dell’Inter sembrano portare a Bergamo, la città in cui andrà in scena l’ultima partita di un 2025 che si chiuderà senza trofei per i milanesi. Lasciando da parte i rumors vecchi e nuovi, sui quali ci sarà tempo di ragionare per tutto il mese di gennaio, la squadra di Cristian Chivu, reduce dall’infruttuosa gita a Riad, sa che non deve aspettarsi regali se non da se stessa domenica 28 dicembre. Quando sarà chiamata a smentire, almeno per una sera, lo score negativo negli scontri diretti. Sì, perché l’Atalanta, dal momento in cui Raffaele Palladino ha preso il comando delle operazioni a Zingonia, è tornata credibile e nel 'lato A' della classifica, al nono posto, con l’ambizione di avvicinarsi presto alla zona Europa. Una 'lunga scalata' l’ha definita il tecnico campano, scelto dalla famiglia Percassi per raddrizzare una stagione che con Ivan Juric rischiava di finire male. Dopo l'avvicendamento in panchina, il cambio di passo è stato oggettivo: sei vittorie e due sconfitte in otto partite, tra campionato, Coppa Italia e Champions League, competizione nella quale la Dea ha persino superato l’Inter in classifica per effetto del 3-0 secco imposto all’Eintracht e al 2-1 prestigioso con cui ha regolato il Chelsea campione del mondo. Quest’ultimo è stato un trionfo da vera Atalanta, quella delle imprese gasperiniane, nelle magiche notti europee come a Dublino nel 22 maggio 2024.

Echi di un passato che rendono De Roon e compagni avversari temibili nel presente. Soprattutto in casa, porto sicuro per i bergamaschi che alla 'New Balance Arena' sono reduci da quattro vittorie di fila, arrivate dopo il capitombolo col Sassuolo, il famoso 3-0 che costò il posto a Juric. Da quel 9 novembre, l’Atalanta è caduta solo due volte, sempre in trasferta: al cospetto del Napoli di Antonio Conte, all’esordio in panchina di Palladino, e nella serata storta di Verona. In entrambe le sfide, gli orobici hanno mostrato buone cose all’interno di 180’ nei quali hanno incassato sei gol. Effettivamente troppi per pensare di portare a casa dei punti. Che, invece, sono arrivati a Genova, al 94’ di una partita giocata in 11 contro 10 dal 3’. A conferma delle difficoltà di esprimere il proprio livello in certi contesti contro formazioni aggressive e intense. Il fatto che sia stata portata a casa l'intera posta in palio, al contempo, è il messaggio più pericoloso per le avversarie: la squadra è in fiducia e crede a quello che fa in ogni momento della partita. Persino se va sotto 3-0 contro i campioni d’Italia: in quell’occasione, dopo l’intervallo, l’Atalanta aveva cominciato a fare il suo calcio senza arrendersi di fronte agli eventi fortemente negativi del primo tempo. Una reazione da squadra poi confermata nel mese e mezzo successivo. Grazie alla rinascita di alcuni senatori e alla centralità ritrovata di Gianluca Scamacca, il bomber che non dovrà far rimpiangere Ademola Lookman, il fu promesso sposo dell’Inter che ora è in Coppa d’Africa al pari di Odilon Kossounou. Non ci saranno loro due, oltre all’ex Bellanova, accostato proprio ai nerazzurri nella settimana in cui anche l’Inter ha perso pezzi per colpa dell’infortunio di Ange-Yoan Bonny che va ad aggiungersi in infermeria ai lungodegenti Matteo Darmian e Denzel Dumfries (quanto sarebbe stato utile l'atalantino Nicola Zalewski?). La parola passa al campo e alle panchine: sarà anche Chivu contro Palladino, un tecnico che in carriera ha già fermato l’Inter tre volte in sei occasioni (2 vittorie e un pari), tra Monza e Fiorentina. Statistiche migliori del maestro Gasp, l'altro grande assente della serata di domenica. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 27 dicembre 2025 alle 15:30
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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