''Sono stato allo stadio a vedere Lazio-Inter e l'ho vista brutta. Sono uscite fuori tutte le pecche che questa squadra ha e che vanno risolte se si vuole puntare a qualcosa in più di un'Europa League''. Con queste parole un mesto Paolo Bonolis comincia l'intervista. La nostra redazione ha contattato il migliore show-man del panorama nazionale, noto tifoso nerazzurro e anche competente in materia.
Bonolis, proviamo ad analizzare questo momento delicato.
''Mazzarri sta svolgendo un ottimo lavoro, ma in campo vedo gente che in una grande squadra potrebbe fare solo panchina. Escludendo Handanovic, Palacio, probabilmente Alvarez e forse Cambiasso – ammesso che non gli si chieda di fare il regista –, il resto non può essere titolare in un club come l'Inter. Servono esterni offensivi e difensivi, serve un difensore molto forte. E, soprattutto, serve gente intelligente in mezzo al campo. Il calo della squadra è coinciso con l'addio di Thiago Motta. Ora quella veste potrebbe averla Kovacic, ma oggi è difficile per chiunque emergere nel grigiore generale. Inoltre, se questo ragazzo gioca solo 15-20 minuti a partita non gli si dà quella possibilità di errore sacrosanta per i talenti in erba: se fai una cazzata, poi non puoi recuperare. L'Inter ha un estremo bisogno di gente in mezzo al campo che sappia far girare la squadra. Oggi ci sono solo interditori come lo stesso Cambiasso, che è solo prestato alla regia''.
Insomma, il problema che vedi è più che altro a livello di organico.
''Assolutamente sì. Per dire, Jonathan e Nagatomo si impegnano, offrono il loro contributo, ma sono di livello medio, non ti cambiano la partita. Stesso discorso per Alvarez: piedi buoni, bel giocatore, ma è anche lui gestibile dagli avversari. E dietro siamo inguardabili. Ranocchia anche con la Lazio ha fatto quattro lanci e li ha sbagliati tutti. Guarin stesso: se tira la palla finisce al parcheggio e se passa ci mette troppa potenza lo stesso. Leggo che si lavora su D'Ambrosio: buon esterno, senza dubbio, ma non sono questi gli elementi che ti cambiano la squadra''.
E c'è chi parla di vecchia guardia ormai usurata.
''Sento dire che a fine anno lasceranno Zanetti, Milito, Chivu e Samuel. Forse resterà Cambiasso. Sembra brutto dirlo, ma gli anni pesano: non giochi col cognome, ma giochi con le gambe. Non è una cattiveria, vale per chiunque. Lo stesso Totti visto con la Juve non ha più lo stesso passo. In particolar modo, gli anni pesano a centrocampo, dove devi fare 60-70 metri in continuazione. Anche a Roma il Cuchu ha fatto molte chiusure di grande intelligenza, ma quando si vinceva al suo fianco c'erano il giovane Zanetti, Stankovic, Vieira, poi Thiago Motta. Oggi, ripeto, sono tutti interdittori. E dietro c'è bisogno di due difensori che abbiano prestanza fisica. Se calcoliamo che il nostro giudizio si basa sul fatto che Rolando sia quello che sta “sbagliando di meno”... E' surreale. Ranocchia è un difensore molto buono, ma ha avuto un'involuzione incredibile. Juan fa recuperi eccezionali, ma poi palla al piede è pericoloso''.
In entrata, si fanno tanti nomi. Chi le piacerebbe a gennaio?
''Mi piace Lamela: è un timido, ma con Mazzarri potrebbe sbocciare ed essere adatto al gioco. Se poi in estate arrivasse anche Lavezzi, avresti giocatori importanti. Ma alla fine nel gioco del calcio tutto riconduce a centrocampo, in cui non puoi non avere gente di corsa e qualità. Per dire: Taider, in un'Inter che ambisce alla Champions, non può essere titolare. Ottimo rincalzo in caso di necessità, ma mai un titolare. Stesso discorso per Guarin, che gioca vicino alla punta: il problema è che ci mette un quarto d'ora per girarsi perché è massiccio. Messo lì, lascia abbastanza perplesso. Kovacic è molto più intelligente coi piedi, più ordinato. Poi è anche giusto che faccia errori. Ricordiamoci di Pirlo, che è venuto fuori a 25 anni: se Mateo non gioca mai, arriva a 26 anni che non si sa se è carne o se è pesce. Anche all'Olimpico ha fatto tre o quattro giocate importanti, mentre gli altri sono lenti e compassati. A volte Kovacic sbaglia perché cerca la giocata che fa saltare il banco, non è mai banale. C'è bisogno di un uomo così. Non puoi sperare di vincere sempre grazie all'errore grossolano dell'avversario. Anche la Lazio ha fatto tre stupidate dietro, ma non ne abbiamo approfittato. Così alla lunga paghi dazio. Oggi l'Inter è nella posizione di classifica che merita. Anzi, è già tanto dove si trova per quello che ho visto fin qui''.
Ora c'è un nuovo presidente. Cosa si aspetta da Thohir?
''Mi auguro che abbia la voglia di fare qualcosa di importante. Posso capire che non si possa spendere ora, che voglia prima curare delle vendite. Anche perché a gennaio sono pochi quelli che si possono muovere. La Champions, a oggi, è difficilissima: bisogna capire chi arriva subito a rinforzare la squadra. Ma ho una paura''.
Quale?
''Che il mercato venga gestito da persone che vedono poco''.
Si riferisce a Branca e Ausilio?
“Per forza. Non succede mai niente. Gli anni in cui sono stati fatti grandi acquisti, erano anni in cui Moratti dava un budget praticamente illimitato: a quel punto lo so fare anche io il mercato! Senza contare che eri al top in Italia, mentre oggi ci sono club con maggior appeal. Devi fare una politica chirurgica, senza sbagliare nulla. Ci sarebbero da fare 6-7 acquisti fondamentali. Di questi, almeno 3 di sostanza vanno fatti. Ad esempio, Nainggolan sarebbe stato utile come il pane e l'ha preso la Roma, che ha messo su una signora squadra. Son cose che devi fare per forza, perché se non le fai ora le devi fare dopo. Non è complicatissimo. Se compri e spendi 25-30 milioni ora, poi non li spendi a giugno. E magari arrivi anche in Champions, garantendoti nuovi introiti. Ma se a gennaio – con tutto il rispetto – prendiamo gente come Schelotto, non hai chance. Ora dico: ok D'Ambrosio, ma non basta. Con la Lazio vedevo dalla tribuna Mazzarri che parlava con Frustalupi e continuava a dire le stesse cose: “Ma come fanno?”, “Ma com'è possibile?”. Caro Walter, è possibile perché è quello che possono fare. Di più, non possono''.
In tutto ciò, le decisioni arbitrali continuano ad essere penalizzanti.
''Vero. Ma se devi puntare ai risultati attaccandoti a questo comincia a diventare complicato. L'Inter ha una storia e un nome che gli dovrebbe permettere di scendere in campo e tollerare, come ha fatto da sempre, quelle due o tre cose che subisce ogni partita. Devi guadagnarti tutto da solo, perché se aspetti che te le danno loro... Detto questo, al di là dell'arbitraggio, francamente è un'Inter scarsina. E non lo dico per il tecnico, che sta facendo un lavoro enorme avendo interpreti di media qualità. Cerca di assemblarli come può, ma poi basta un minimo calo di tensione o un avversario un po' più forte, che alcuni giocatori scompaiono. Scompaiono perché non hanno i numeri, c'è poco da fare''.
Che soluzione vede?
''Se l'Inter vuole tornare vincente, purtroppo devi spendere del denaro. Ma vale per qualsiasi società: vale anche per il Chelsea o per l'Arsenal. Devi spendere e, soprattutto, spendere bene. Basta con “i Pereira”. Bisogna coprire le pecche della rosa. Due anni fa parlai a Moratti di Borja Valero, che era appena retrocesso col Villarreal e si prendeva a prezzo di saldo. Ma è finito alla Fiorentina. Questi sono i giocatori che cambiano il centrocampo, che giocano cento palloni e ne sbagliano due. La realtà è semplice: se l'Inter spera di fare mercato vendendo i giocatori che ha, non lo fai mai perché non hai giocatori appetibili. L'unica cosa che deve fare Thohir è mettersi l'anima in pace e investire. Non c'è nulla da fare: i grossi nomi che abbiamo sono tutti vecchi e non li vendi mai. E' molto semplice. Oppure punti a prendere tutti ragazzini dal potenziale e speri in Dio. Ma uno che ha un fatturato di 13 miliardi di dollari l'anno, come dicono, se vuole partire bene un investimento forte potrebbe anche farlo... Altrimenti non capisco neanche perché abbia preso il club: per guardarlo in televisione e dire “E' roba mia”?''.
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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