Settimana da dimenticare quella appena conclusasi per l'Inter, fuori dalla Champions League e agguantata dalla Juventus in vetta della classifica di Serie A. Doppia beffa per i nerazzurri, prima affondati dal Barcellona, poi frenati dall'ormai solito gol al Franchi nei minuti di recupero. Le pile sono quasi scariche, l'infermeria continua a restare affollata e arrivano le prime squalifiche: la sosta invernale assomiglia sempre più a una piazzola di ristoro, utile a riprendere fiato ed energie prima di rimettersi in cammino.

Ma non è stata una settimana infelice solo sul campo. Il club e il suo allenatore sono stati investiti da un'ondata di cattiverie difficilmente rintracciabile anche nel passato di una società da sempre invisa a un certo tipo di ambiente. Inutile nasconderlo: ci sono dei club più protetti a livello mediatico e altri meno. Ecco, l'Inter è tra i meno. Fin qui, chiamiamola normalità. Abitudine consolidata. La novità è l'ulteriore vetta raggiunta dal detrattore di turno, che stavolta coincide con la redazione del Corriere dello Sport e, in particolare, con una sua penna piuttosto famosa, ovvero Italo Cucci. La storia ormai è nota, inutile raccontarla di nuovo: basta e avanza una volta. Però qualche riflessione va fatta. Passi l'esaltazione del tifo contro (ma non si dovevano tifare le italiane in Europa? Ah, giusto, dipende dal colore della divisa...), passi l'imprecisione delle affermazioni (il saldo mercato sia fa con le spese, ma pure con le entrate), ma sdoganare gli insulti non s'era mai visto. Insulti indirizzati ad Antonio Conte e pure ad altri colleghi (gli autori della telecronaca di Inter-Barça, non s'è capito se quelli di Mediaset o di Sky). Cucci non solo ha indirettamente avallato il tutto, ma ha persino rincarato la dose. E l'Ordine dei giornalisti assieme all'Ussi cosa hanno fatto? Invece di vergognarsi per il comportamento di un loro iscritto e di chi gli ha consentito di pubblicare tale abominio, si sono sentiti offesi per la mancata conferenza stampa pre-match e hanno attaccato l'Inter e il suo allenatore con toni sprezzanti. Ci saremmo aspettati la solita difesa d'ufficio, condita con le consuete frasi di circostanza. Tipica ignavia, insomma. Invece no. L'Odg e l'Ussi hanno deciso di adeguarsi alla mail dell'ormai celeberrimo Salvo e alla 'risposta' di Cucci, assumendo un atteggiamento miope con ferocia inaudita. Teatrino raccapricciante.

Poi è arrivata la partita di Firenze, con il vantaggio immediato, i tanti gol falliti e la super-beffa nel finale di match. In mezzo, manco a dirlo, alcune decisioni arbitrali di Mariani che si vedono solo con l'Inter in campo: Pezzella trattiene vistosamente in area di rigore Lukaku e viene fischiato fallo contro il belga; Milenkovic 'strozza' Lautaro, Dragowski gli monta sopra e viene fischiato fallo contro l'argentino. Senza contare il tempo perso nel recupero tra l'1-1 e il giallo a Montella, ma col triplice fischio arrivato con puntualità svizzera, arrestando una ghiotta ripartenza nerazzurra. Tutto abbastanza surreale.

Ecco, ora Conte ha davvero capito cos'è l'Inter. Perché certe dinamiche non si possono spiegare, vanno vissute. Benvenuto in nerazzurro, mister.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 17 dicembre 2019 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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