Archiviata la vittoria di Verona, oggi è già vigilia di Champions League per l'Inter. L'ambiente europeo che depura dai fumi tossici della Serie A, sempre più vittima di retropensieri e polemiche ad hoc.

L'ultima quella relativa al fantomatico rosso per Bisseck: basterebbe conoscere il regolamento per evitare pessime figure. Ma, evidentemente, questo Paese è colmo di masochisti della comunicazione. Il livello - basso - è stato di nuovo foraggianto da Antonio Conte, che in conferenza stampa ieri ha inanellato una lunga sequela di scempiaggini, dagli arbitri al Napoli "che dà fastidio". Intanto continua a sorprendere l'accanimento dei media mainstream nei confronti dei nerazzurri, stavolta accusati di aver vinto "immeritatamente".

Leggendo qua e là, si è notata una ferocia assoluta nei giudizi post Verona: i più magnanimi hanno parlato di "fortuna", altri hanno calcato la mano con concetti come "tre punti senza gloria", "vittoria arrivata per sbaglio", "attenzione che non diventi un boomerang che presto o tardi ritornerà indietro". Eh la peppa! Quanta veemenza! Eppure non si ricordano toni tanto perentori dopo prestazioni simili, se non peggiori, di Milan, Napoli o Juve. La sensazione, da anni, è che con l'Inter si calchi sempre la mano.

Certamente la squdra di Chivu non è stata protagonista di una prestazione brillante al Bentegodi, ma neppure così scadente come qualcuno vorrebbe farla passare. Basti pensare che, dopo nemmeno mezzora, aveva segnato una rete e creato 4-5 situazioni parecchio ghiotte. Poi un secondo tempo opaco, certamente, ma mica in balia dell'avversario, cosa perlatro capitata sovente ad altri. Ma lì tutto bene: si parlava di cuore, carattere, cinismo e capacità di vincere nonostante tutto. 

Per l'Inter non vale. All'Inter niente sconti. O domina o non va bene. Per l'Inter c'è la polizia delle prestazioni.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 04 novembre 2025 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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