#NotForEveryone. L'hashtag che assomiglia tanto a un claim pubblicitario lanciato dall'Inter per ufficializzare al mondo la notizia dell'ingaggio di Antonio Conte come nuovo tecnico può ammettere due piani di lettura distinti ma che, a un certo momento della narrazione, dovranno intersecarsi in un solo punto: la vittoria.

Lo slogan 'non è per tutti' è sicuramente riferito all'FC Internazionale Milano, un club con un certo di tipo di valori dal 1908 e un DNA resistente alla tirannia del Tempo. In 111 anni si sono succeduti i protagonisti più disparati nella fila della Beneamata, ma hanno avuto successo solo quelli che hanno capito la vera essenza dell'interismo. Diffondendola con un certo stile, esattamente come fanno ogni giorno milioni tifosi nerazzurri che abitano i cinque continenti. Non è una contraddizione in termini, quindi, l'essere passati dal più inclusivo e fortemente identitario 'fratelli del mondo' coniato nel giorno della fondazione all'esclusività di un motto per vendere un prodotto a un certo tipo di target. Con grande sapienza, Suning è riuscita a spostare la decisione di affidare il proprio futuro a King Antonio dallo scivoloso terreno morale a quello commerciale, proiettando l'ingombrante passato dell'allenatore leccese in una dimensione economica-sportiva ancora tutta da esplorare. L'immagine dell'ex ct dell'Italia, dunque, è paragonabile a quella di un conquistatore che mette per la prima volta piede nel nuovo mondo con la missione di portare con sé il maggior numero di adepti possibili all'urlo 'chi mi ama, mi segua'. Dal 31 maggio, nella disabitata terra promessa che pian piano sta cominciando a popolarsi, è iniziata una nuova storia che non tiene conto di ciò che è stato. E' il piacere della scoperta che ha guidato Steven Zhang in questa scelta coraggiosa: "Finalmente c'è mister Conte, un nuovo tecnico per l'Inter: sono sicuro che vinceremo insieme", le parole rilasciate alla BBC dal presidente. Che ha previsto per l'azienda che dirige un piano triennale con a capo il dipendente modello che ha migliorato il fatturato di successi ovunque sia stato. Il tutto esemplificato al meglio nel pregevole video prodotto da Inter Media House in formato trailer cinematografico. "Perché proprio io?", si chiede l'attore protagonista della pellicola girata da quel regista occulto che chiama destino.  

In seconda battuta, il 'non è per tutti' è un altro modo per definire il metodo di lavoro di Conte, fondato sulla selezione naturale che screma il gruppo tra chi suda e lotta  e chi non lo fa. Con questo distintivo appuntato sul petto, il sergente Antonio proverà a cancellare ogni tipo di alibi utilizzato da giocatori e tifosi per giustificare i vari fallimenti dal 2010 a oggi: ecco perché il 'Not crazy Inter. No more' è una picconata al muro di ipocrisia che si è creato attorno all'atteggiamento di una squadra che si è definita pazza per nascondere la sua irrazionalità. Un messaggio che in molti hanno fatto passare per rivoluzionario, ma che altro non è che un indirizzo indispensabile per tornare a vincere pianificando ogni mossa senza improvvisazione. Un concetto formulato da una persona intelligente che ha saputo calarsi sempre al meglio nella realtà in cui ha lavorato, senza avere la presunzione di cambiare i connotati dell'ambiente che gli sta intorno. Anni fa, Conte, profetizzando un futuro in Serie A non a tinte bianconere, aveva dichiarato che sarebbe diventato tifoso 'persino' dell'Inter, se la sua professionalità glielo avesse imposto. Zhang, da par suo, senza farsi problemi di sorta, ha creduto che non fosse sacrilego assoldare un ex nemico dell'Inter per farla tornare grande. Una convergenza di ambizioni che, superando le questioni di campanile, rende l'Inter molto più simile a Conte di quanto non si voglia credere, soprattutto perché entrambi aprono il loro mondo solo a chi decide di rispettare le proprie regole. 'Not for everyone', in fondo, vuol dire questo: meritarsi qualcosa di prezioso obbedendo a certi principi e valori scritti come comandamenti sulla pietra. E se questi propositi si tradurrano in realtà anche resistendo alla centrifuga milanese di trapattoniana memoria, allora la gloria sarà a disposizione di tutti. Anche dei più scettici, che festeggeranno deponendo le armi dopo aver combattuta la solita, inutile guerra di religione.

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Sezione: Editoriale / Data: Gio 06 giugno 2019 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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