Parliamo ancora della brutta pagina di sabato sera, dei cori razzisti che hanno accompagnato in quel di Torino la prestazione di Mario Balotelli. Il Giudice Sportivo ieri ha deciso di punire la Juventus costringendola a disputare la prossima gara casalinga a porte chiuse; e sempre ieri, da più parti si sono alzate le voci di sdegno e di protesta, anche e soprattutto dagli ambienti istituzionali. Il presidente della Lega Calcio Matarrese invoca un intervento della Federazione e intanto rivolge un plauso a Moratti per le sue dichiarazioni ("Avrei ritirato la squadra"), chiedendo a gran voce dei segnali forti, portassero questi anche lo stop al campionato. Così come la Uefa, che per conto del suo portavoce William Gaillard auspica un impegno concreto da parte della FIGC per far fronte a questo problema. Nella ridda delle dichiarazioni che si sono susseguite a getto continuo, una in particolare ha calamitato la mia attenzione: quella del Ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ai microfoni di Radio Rai ha rivelato di aver avuto un colloquio con Balotelli, il quale per liquidare quanto successo sabato sera ha usato queste parole: "Che brutta Italia!"

GIà, che "brutta Italia"...quell'Italia per rappresentare la quale Mario Balotelli Barwuah, nato a Palermo da genitori ghanesi e cresciuto nella provincia bresciana dalla famiglia adottiva, ha dovuto aspettare 18 anni, barcamenandosi con tanta pazienza tra mille cavilli burocratici legati alla sua adozione prima di ottenere la tanto sospirata cittadinanza, e insieme la possibilità di vestire la maglia della Nazionale, quella cioé che è la massima aspirazione di ogni sportivo di qualsiasi Paese al mondo, rinunciando anche alla seconda opzione, quella di giocare per la maglia del Ghana, proprio perché sente l'Italia come il suo Paese; che però talvolta lo ripaga dedicandogli tra gli altri questo orrendo coro ad hoc: "Non ci sono negri italiani", che fu dedicato spesso a Carlton Myers come già ho ricordato, e adesso sembra essere stato cucito su misura per lui. Nota a margine: tra le motivazioni della sentenza del Giudice Sportivo, si legge testuale che "è stato preso atto della mancanza di qualsiasi manifestazione dissociativa da parte di altri sostenitori, ovvero di interventi dissuasivi da parte della società". Insomma, Tosel ha rilevato un generale, inquietante, "laissez faire"...

Che "brutta Italia"...che addirittura arriva quasi a voler dare una "giustificazione" a tanto livore addossando le colpe all'atteggiamento del giocatore, ai suoi modi di fare in campo definiti sempre eccessivi e provocatori verso gli avversari e spesso anche verso i direttori di gara. Avrebbe stuzzicato, giusto per fare un esempio, Tiago col suo giochetto di gambe nell'occasione dell'espulsione del portoghese: cose che se le fa Cristiano Ronaldo, scrosciano applausi, mentre se la fa Mario Balotelli sono giocate fatte apposta per irridere e provocare. Non si può negare che l'atteggiamento di Mario in campo sia da scolaro modello, e una lavata di capo in più di tanto in tanto non guasterebbe, è chiaro. Però torno a dire che, anche nelle sue forme più eccessive, il comportamento di Mario in campo non può essere l'unica causa scatenante di certe manifestazioni di odio. E poi, se è vero come è vero che i cori verso di lui sono partiti ben prima dell'inizio dell'incontro, quando Balotelli stava raggiungendo Torino sul pullman...la cosa potrebbe essere liquidata con una battuta, ma mi viene in verità difficile.

Che "brutta Italia"...che auspica, invoca, si augura una soluzione definitiva contro episodi del genere, ma che poi alla fine si ritrova sempre con le mani legate. Si chiede si smuovere mari e monti allo stato nascente delle cose, poi tutto torna nel calderone, per riemergere al prossimo caso esplosivo. Non è cambiato nulla, ad esempio, dopo che Marc Zoro del Messina (e l'episodio è qui appositamente citato) andò su tutte le furie per le frasi razziste rivoltegli da un manipolo di tifosi dell'Inter ; e nulla hanno insegnato gli episodi del passato, quando si assistette ad altre forme se vogliamo ben peggiori di xenofobia e discriminazione. Moratti, che ha parlato anche di "crescente assuefazione al razzismo", ha dichiarato apertamente che qualora fosse stato presente allo stadio sarebbe sceso in campo e avrebbe ritirato la squadra. Un segnale forte, certo, ma se fosse successo davvero? Siamo sicuri che dopo qualche giorno nessuno avrebbe dimenticato il perché di questa scelta, magari lanciando al presidente accuse del tipo: ha realizzato una pantomima solo per avere qualche vantaggio come una vittoria a tavolino?

Che "brutta Italia"...alla quale, però, caro Mario, una risposta tu la puoi dare. E non parlo di repliche verbali verso chiunque ti lanci accuse. No, la soluzione migliore la puoi dare nel modo a te più congeniale: in campo. Per prima cosa, facendoti più furbo, non prestando il fianco a chi cerca di sfruttare queste tue debolezze caratteriali per farti cadere in qualche trappola. E poi, rispondi col gioco, coi gol, con lo spettacolo, che alla fine è quello ciò che i tifosi vogliono da te. E alla fine, ti auguro la soddisfazione più grande: quella di fare un gol con la Nazionale maggiore, magari quello decisivo per farci vincere all'Italia un Mondiale, un Europeo o una Confederations Cup. A quel punto, vedrai quanti saranno che abbandoneranno, anche solo per un momento, questa "brutta Italia" che hai visto sabato.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 21 aprile 2009 alle 09:19
Autore: Christian Liotta
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