Gli anni 2000 dell'Inter sono lo sforzo romanzesco di uno scrittore innamorato più dei colpi di scena che della storia in sé. Il tifoso nerazzurro in 16 anni ha vissuto tanti eventi quanti ne può vivere un tifoso di un'altra squadra in un secolo. Abbiamo dovuto familiarizzare con i ribaltoni e i picchi altissimi o, al contrario, troppo in basso della squadra. L'ultimo periodo è stato all'altezza della sua fama, più vicino alla saga dei Borgia che ad un sereno avvicendamento societario. Questo triennio però, nonostante le notevoli discordanze, le contraddizioni e gli errori, potrebbe aver generato finalmente un circolo virtuoso. Oppure no. Non esiste oggi un detentore della verità nel senso che troppi padroni, troppi passaggi, troppi allenatori, troppi giocatori e oggi anche troppi interlocutori sotto forma di giornalisti e procuratori, hanno creato tante realtà da confondere il bene dal male e le scelte giuste da quelle sbagliate.                                               

Moratti oggi è amato e rimpianto da una parte dei tifosi mentre è detestato dall'altra. Thohir per motivi diversi ha una importante fetta di pubblico che lo guarda con biasimo mentre l'altra persino con ammirazione. Mancini nel Trono di Spade nerazzurro ha diviso il pubblico e, come da tradizione degli ultimi anni, in luogo di allenatore ha pagato per tutti. E questa estate ha generato altre contraddizioni oltre che conflitti interiori al tifoso interista che cerca solo dei punti di riferimento stabili e possibilmente attaccati alla maglia. Niente di più diverso quindi di Icardi e di Brozovic, con l'aggravante di aver trovato fino ad oggi solo soluzioni interlocutorie.

In effetti mancano ancora due settimane alla fine del mercato ma questa benedetta vicenda di Joao Mario che arriva arriva e poi non arriva, di Gabigol che arriva arriva e poi non arriva, di Gabriel Jesus che arriva arriva e poi non è arrivato, stanno rallentando parecchio il lavoro di un allenatore come De Boer, il quale deve già affrontare la difficoltà di essere giunto molto tardi, di non conoscere il nostro campionato e di non averci nemmeno mai giocato. Ora non ha nemmeno la possibilità di avere una squadra fatta e finita su cui poter incidere con gli schemi, tutto a meno di una settimana dall'inizio del campionato. Eppure la squadra è già buona. Non ho capito perché l'Inter non si sia mai buttata all'inseguimento di un terzino come Bruno Peres che alla fine si è accasato a Roma ma la qualità si è decisamente alzata. A dirla tutta mi sembra anche che la difesa sia ancora friabile, con giocatori che non garantiscono continuità di rendimento (vedi Murillo) e altri che non sono in grado di fare la differenza (vedi Nagatomo e lo stesso Erkin).                       

Mi lascia però perplesso l'infinito sciame sismico che all'Inter non si interrompe mai, tutte queste evoluzioni societarie e tecniche che spingono l'opinione pubblica ad effettuare analisi parziali e frettolose e il tifoso a tifare come un riflesso pavloviano. C'è più attenzione sui giornali a effettistici e clamorosi colpi che vengono dati per ufficiali, o a cui mancano solo i dettagli, piuttosto che spiegazioni di quello che sta realmente accadendo. A partire da questo Kia Joorabchian che improvvisamente è diventato il padrone  delle strategie interiste. Viene dato tutto per scontato, nessun approfondimento, nessuna curiosità da assolvere, solo un nulla il cui superlatvo assoluto è un cumulo di battute sui cinesi che si spera abbiano abbastanza soldi per rendere l'Inter più forte. Nient'altro. E dunque mi terrorizza anche l'idea di vedere De Boer trasformato, in meno di sei mesi, in un totale incapace da questa centrifuga che non si ferma mai e mai cambia il parametro dei suoi giudizi.  

Dunque non so davvero se l'Inter abbia superato Roma e Napoli, che a me sembra abbiano comunque fatto qualcosa di interessante in sede di mercato nonostante le gravi perdite di Pjanic e Higuain. A me interessa solo che questa squadra, ancora indefinita, crei un vero gruppo a prescindere dal tasso tecnico. Meno epic Brozo e Wande Icardi è più uomini veri che giochino a calcio, senza pensare al prossimo contratto in un'altra squadra.        

Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 17 agosto 2016 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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