Mi spiace ammetterlo, ma il ritorno di Longo è una sconfitta per l'Inter. Immeritata, come molte recenti sul campo. In estate è stata fatta una scelta chiara: il ragazzo di Valdobbiadene non poteva restare, avrebbe giocato troppo poco alle spalle di Milito. Il suo percorso di maturazione si sarebbe bloccato, perché rispetto ad altri compagni della Primavera rimasti a Milano Sam può essere pronto per grandi palcoscenici nel breve periodo. Ma prima deve respirare l’aria del calcio che conta. Su queste basi e dopo l’esperienza positiva di Coutinho, la dirigenza lo ha spedito a Barcellona, nella sponda meno nobile della metropoli catalana. Ma all'Espanyol qualcosa è andato storto e oggi Longo è di rientro, impossibilitato a godere di un’altra chance altrove (quante richieste per lui…) a causa di 26 maledetti minuti contro l’Hajduk nel pre-Europa League. Il pasticcio è servito, con buona pace della dirigenza nerazzurra (imbufalita) che per il proprio gioiello aveva in mente qualcosa di diverso rispetto a 6 mesi di panchina/tribuna. Incassiamo, con tanto amaro in bocca e speriamo che ad Appiano Gentile, circondato da gente più esperta, il bomberino rubi loro qualche altro trucco per mostrarlo a San Siro dopo il grande salto.
Mercato di aggiustamenti, Moratti nelle ultime ore ci ha ricordato come si produce l’acqua calda. Schelotto, Lodi, Andreolli, Sorrentino. Nomi ‘caldi’ per l’Inter, con l’intenzione di spendere il meno possibile. Non c’è molto margine di manovra, i soldi sono pochi e vanno spesi con raziocinio in attesa di capire come evolverà la situazione Sneijder, che potrebbe addirittura ritrovarsi a Istanbul. Detto in tutta franchezza, riuscissimo a prendere tutti i sopra citati potremmo stappare una bottiglia. Non di vino d’annata, piuttosto un vinello di quelli da serata tra amici poco pretenziosi. Ma il vero obiettivo da raggiungere devono essere le cessioni. Silvestre, Jonathan e qualche ragazzo devono lasciare l’Inter, chi per scarso rendimento chi per farsi le ossa altrove. E poi uno tra Alvarez e Coutinho, se la ruota gira per il verso giusto (spiace dirlo, ma in certe circostanze la pazienza ha un limite…). Siamo aperti a ogni tipo di offerta, non solo per quanto concerne Sneijder. Chi ha soldi e vuole spenderli attingendo dalla nostra rosa, è sempre benvenuto. Il concetto è chiaro, con qualche eccezione ovviamente (Guarin, Ranocchia, Handanovic, Juan eccetera), perché certa ‘merce’ non è in vendita, ma solo in esposizione. Servono soldi, ma l’identità di squadra non va assolutamente snaturata.
Siamo ancora al 9 gennaio e già si pensa all’estate. È filtrata ieri la notizia che vorrebbe l’Inter alla caccia di Edin Dzeko in vista della prossima stagione. Servono 30 milioni, a quanto dicono, più un ingaggio importante al giocatore. Di primo livello, sia chiaro, uno attorno al quale puoi costruire una squadra intera. Chi segna al Bernabeu e viene cercato da mezza Europa che conta non va sottovalutato. Ma al momento mi chiedo come si possa arrivare a un bomber di tale portata (finanziaria) senza mettere da parte un gruzzolo importante. Conditio sine qua non, la qualificazione alla prossima Champions. Ballano 30 milioni tra un terzo e un quarto posto. Non si può prescindere da essa se si vuol tornare competitivi come il progetto triennale prevede. Fallire per il secondo anno consecutivo l’approdo alla coppa che conta sarebbe un suicidio tecnico e finanziario. Altro che Dzeko se non arrivassimo sul podio di questo torneo. Per sognare nel lungo termine bisogna investire oggi, altrimenti campa cavallo. Ben vengano quindi i Lodi e gli Schelotto se servono a migliorare questa squadra.
Guai a fossilizzarci sui Lampard, che ci distolgono dalla realtà e fanno il gioco di chi non ci vuole bene e getta sassi illusori qua e là per poi punzecchiare la società una volta svelato l’arcano. A noi oggi serve più Lodi di Lampard. Non è una provocazione, ma la verità tecnico-tattica nella testa di Stramaccioni (a proposito, auguri mister). Il podio passa anche attraverso questo tipo di operazioni ‘minori’. Per quelle da urlo, aspettiamo temperature più calde. Mi si consenta una chiusura dedicata al Milan: Berlusconi sostiene che Balotelli sia una mela maarcia, ma Galliani ha sempre manifestato il desiderio di portarlo in rossonero. La contraddizione (l'ennesima) è servita. Meglio, a gennaio questa sintonia tra presidente e a.d. è costato il colpaccio Tevez-Pato con il PSG e il City, con inevitabile svalutazione del Papero. Ben venga. Adesso in via Turati manifestano interesse per Destro e Santon, due nostri 'prodotti' (toh, che coincidenza!). Complimenti indiretti per una società, l'Inter, che investe nel vivaio meglio di tutti. Non a caso, a noi un De Sciglio non interessa minimamente.
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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