Il coccodrillo come fa? Non c'è nessuno che lo sa... Era una vecchia canzone dello Zecchino d'Oro, talvolta rivisitata in chiave Marcelo Brozovic, il centrocampista, diventato regista e coccodrillo che, prima dell'infortunio che portò all'intuizione tattica di Inzaghi che fece la fortuna di Hakan Calhanoglu, reggeva il centrocampo e l'intero 'filo di ragione' dell'Inter. Dopo sei anni, il nativo di Zagabria, reduce da un'annata difficile, diventava pedina 'in grado di fruttare' e per ciò messo sul mercato: esubero finanziario più che tecnico, il classe '92 non a caso fu letteralmente 'spinto' verso l'Arabia e l'Al Nassr al netto delle non poche riserve iniziali dello stesso giocatore. Se Brozovic sarebbe probabilmente rimasto a Milano senza alcun problema e lo stesso discorso è fattibile anche per Edin Dzeko che più e più volte ha candidamente ammesso - con qualche leggera frecciatina - che non sarebbe mai andato via da Milano se non fosse stato per Lukaku... Diverso fu ed è l'epilogo per il successore. Sulla falsariga di quanto accaduto con il belga, anche il turco, con il giusto distinguo del caso, ha seguito - con tempistiche differenti - il solco scavato da Big Rom e l'equazione sembra piuttosto semplice: Brozo sta a Dzeko come Calhanoglu sta a Lukaku. Il risultato è l'ammissione di colpa di scelte sbagliate che hanno visto mettere alla porta chi avrebbe voluto restare per 'affidarsi' a chi è in grado di cambiare idea e 'amori' con la facilità di un battito di ciglia.

Li chiamavano latin lover o dongiovanni, un tempo... Oggi soggetti di questo tipo prendono il nome di narcisisti patologici, alla continua ricerca di piacere e passioni estemporanee che talvolta come facilmente ardono, altrettanto facilmente si spengono. Sembra il tratto psicologico tracciato da un terapeuta di coppia, meravigliosamente ben applicabile al contesto di cui sopra, nel quale il 20 interista, fino a poco più di un mese e mezzo fa 'idolo neroblu', si è trasformato (o magari semplicemente rivelato) nel peggiore dei fedifraghi. Un 've l'avevo detto' che gli interisti sono 'costretti' ad incassare con tanto di ghigno soddisfatto dei cugini dirimpettai, sedotti e abbandonati proprio da Hakan in quell'estate 2021 quando scelse di 'fuggire' sull'altra sponda del Naviglio gettando i tifosi del Milan nel mare di comprensibile astio. Ma al peggio non c'è mai fine e se il tradimento al Diavolo aveva creato cupidigia nella Milano rossonera e soddisfazione in quella nerazzurra sembrava comprensibile e giustificabile secondo chiavi di lettura asettiche che non lasciano spazio a sentimentalismi da tifo, l'anima da 'latin lover' - per così dire - di Calha ci ha messo quattro anni a venir fuori anche in casa Inter, dove l'eventuale separazione per tornare in patria era stata già ponderata e come tale legittimata, se non fosse stata per la rivedibile (anche in questo caso per così dire) strategia comunicativa utilizzata che a quanto pare, a giudicare dalle ultime indiscrezioni, farà storcere il naso persino in Turchia.

Da amore incondizionato per il Galatasaray, club per il quale era stata montata ad arte la pantomima del padre, barbiere, cugino e chi ne ha più ne metta che 'invitavano' Calha a pronunciare il determinante sì per convolare a nozze con il Cimbom con tutte le conseguenze del caso, all'improvviso possibile trasferimento nel club più rivale di sempre della squadra giallorossa di Istanbul, ovvero il Fenerbahçe. Se il doppio matrimonio milanese aveva agitato non poco gli animi dei meneghini, l'inaspettata scelta di flirtare anche col Fener più che far storcere il naso lascia letteralmente attoniti i più, intrappolati nella fatica di decifrare l'amor (ma anche il buon senso) che muove i fili del processo decisionale del classe '94. La volontà di Calha appare evidente: l'obiettivo numero uno è il ritorno in Patria, dove Hakan non ha mai giocato e dove vorrebbe vivere (per la prima volta). In patria appunto, unica certezza di tutta questa storia: la Turchia come destinazione finale. Il club, a quanto pare, non fa la differenza. Almeno così sembra, fino alla prossima prossima genialata...

Nella speranza che, diversamente da quanto accaduto con il Gala, questa volta si concretizzi per evitare di continuare a non sapere come fa il coccodrillo, ma a doverne asciugare le lacrime.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 20 luglio 2025 alle 00:00
Autore: Egle Patanè
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