Per chi se lo fosse dimenticato, stasera l’Inter a San Siro giocherà contro il Napoli una partita che potrebbe, in via del tutto teorica, portare i nerazzurri a tre punti dal terzo posto nell’attesa della trasferta della Roma in quel di Bergamo. Sono il primo a dire che i giochi sono chiusi e che i giallorossi sono strafavoriti per la conquista dell’ultimo posto utile per la prossima edizione della Champions League, ma sarebbe una buona cosa onorare il campionato e i tifosi vincendo contro una tale avversaria. Sarebbe importante anche per lasciare da parte tutte quelle voci che hanno messo in secondo piano la sfida di San Siro: il match contro il Napoli non è stato tralasciato scientemente dai tifosi, ma ha perso di interesse a causa delle continue ed insistenti voci in merito al futuro della società e della rosa.
Va bene che la stagione non è andata come sperato, ci sta di rimpiangere un po’ le occasioni sprecate, ma da qui a iniziare a parlare di ennesima rivoluzione, sia nella rosa che sulla panchina, parlare insistentemente di avvicendamenti societari (per quanto essi siano possibili) è sbagliato e può deconcentrare solamente chi all’interno di quell’ambiente ci vive. Svegliarsi ogni giorno con un nome nuovo per la rosa, con un diverso allenatore sulla panchina, con nuovi soci di minoranza e nuovi presidenti, per quanto un calciatore sia in grado di isolarsi da tutto ciò, non può fare bene e rischia di ripercuotersi sul rendimento in campo. Ricordate cosa accadde nel mese di gennaio quando l’Inter era continuamente al centro di una trattativa di mercato diversa ogni giorno? Il rendimento andò in picchiata e se adesso si parla di una squadra ormai fuori dalla lotta al terzo posto il motivo è anche, ma non solo, questo. Tutti i mezzi di informazione, noi compresi, durante il mercato provano ad anticipare le mosse dell’Inter, è sempre accaduto e sempre accadrà, ma il problema di questa stagione nasce dalla poca continuità all’interno della rosa a livello di formazione. Il ragionamento è semplice: nelle altre squadre si delineano sin da subito i 14/15 giocatori che trovano più minuti e i rimanenti si mettono quasi l’anima in pace confidando nel mercato di riparazione per trovare un’altra soluzione se quella attuale non fosse di loro gradimento; invece questa Inter targata Mancini ha schierato 30 formazioni diverse su 32 gare e dunque non essendo chiare le gerarchie, salvo rari casi, i giocatori si sono sempre sentiti sulla corda e non appena il loro nome veniva fatto come possibile uscita le energie mentali non sono state sufficienti per reggere, causando il crollo. Si prenda ad esempio Murillo: non appena in quel di gennaio il suo nome è stato fatto fra quello dei possibili partenti a giugno il rendimento è leggermente calato costando la gara di Bergamo e quella contro il Sassuolo in casa. Altro esempio è Brozovic che ha avuto una flessione nel momento in cui si è chiacchierato di un suo possibile trasferimento in Premier. Insomma avere una rosa nuova, molto giovane e sempre al limite delle proprie capacità mentali per essere sempre all 100% non è il massimo quando si inizia a togliere il focus dal campo e spostarlo su altri obiettivi.
Adesso si sta riproponendo la stessa situazione: con l’Inter fuori da qualsiasi gioco si parla già di rivoluzione; con l’Inter senza Champions League si parla già di un Thohir stufo; con l’Inter che non regala soddisfazioni si parla di nuovi ingressi in società. Tutto questo può essere vero, ma non deve intaccare la concentrazione della squadra né la visione delle cose da parte dei tifosi. Una gara come Inter-Napoli deve essere il primo pensiero per un tifoso in questo momento, al di là del fatto che la stagione sia finita o meno, invece nei bar e sui social network non si fa altro che cercare di anticipare i tempi e bypassare quest’ultima fase del campionato: perdere di vista le priorità è l’errore più grande che si possa commettere adesso. Non dico che si debba credere forzatamente al terzo posto, ma almeno si vada a San Siro a sostenere la squadra affinché faccia una bella prestazione e dimostri che l’inizio del campionato non è stato solo un caso, ma la base di quello che sarà, con o senza Champions. Per il mercato c’è ancora tempo e nel calcio non si può mai sapere.
A proposito di cose per cui c’è ancora molto tempo e di cui in questa settimana si è parlato troppo poco, non si può non fare un enorme ed immenso applauso ai ragazzi della Primavera di Stefano Vecchi. Vittoria allo Juventus Stadium e vittoria in rimonta a San Siro contro una squadra che solo un mese fa si prendeva le prime pagine dei giornali per la vittoria sul Palermo del miglior giocatore di movimento del torneo e del miglior portiere del torneo di Viareggio. Per gli addetti ai lavori che seguono la primavera nerazzurra la scorsa stagione fu sì quella del trionfo nel Viareggio, ma con quella rosa si poteva ottenere anche di più. Se quella squadra aveva lasciato un po’ l’amaro in bocca si pensava che questa stagione potesse trascorrere senza regalare un titolo e invece grazie all’ottimo lavoro tecnico di Vecchi questo titolo è arrivato: solamente tre ragazzi sono rimasti dai titolari della finale del Viareggio dello scorso anno e nonostante questo è stata ottenuta una vittoria che regala ancora più gioia ai dirigenti e ai tifosi nerazzurri che hanno seguito la gara mercoledì a San Siro, nonostante l’orario non fosse dei migliori. Poco spazio è stato dato a questi ragazzi, poco riconoscimento è stato loro attribuito, si è preferito parlare di situazioni extra-campo che sono ancora di là da venire. Non si commetta con la prima squadra lo stesso errore fatto con i ragazzi della primavera: si dia la giusta priorità alle cose e adesso la prima da affrontare e a cui pensare è il Napoli. Sognare è lecito, ma quello che è dovuto è andare passo dopo passo: non si sa mai cosa ci possa essere dietro l’angolo e se si passa troppo oltre si corre il rischio di non notarlo. Si pensi a vincere contro il Napoli, poi, magari, queste continue notizie sul futuro potrebbero cambiare radicalmente.
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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