La prima giornata di campionato è lontana anni luce.
Col Sassuolo l’Inter aveva meritato di perdere. Anzi, strameritato. È vero che senza gli errori arbitrali i nerazzurri avrebbero probabilmente portato a casa un risultato positivo, ma è altrettanto vero che ci vuole onestà intellettuale. Così come il Direttore di gara, tanto per citare solo un episodio, avrebbe comunque dovuto assegnare il rigore su Asamoah, perché la prestazione opaca di una big contro un bella realtà non giustifica in ogni caso di potersi permettere degli abbagli del genere, allo stesso tempo Icardi e compagni avrebbero dovuto giocare diversamente. 
Per intenderci come nelle ultime partite, Barcellona esclusa.  
Con la Lazio si è vista una squadra matura, che dopo aver schiacciato nel Derby il Milan per tutta la gara, si è di fatto ripetuta anche a Roma contro i biancocelesti.

La sensazione percepita è che sia rossoneri che capitolini siano scesi in campo con la paura di perdere la sfida contro la Beneamata. Timore che poi puntualmente poi si è verificato.
E fossi in Spalletti mi direi: “Bravo”. Anzi: “Bravissimo”.
Perché ora, e mi sembra abbastanza evidente, almeno in ambito nazionale, si è saliti di livello. Le avversarie temono la forza dell’Inter. Sono consce delle abilità dei giocatori del Biscione e soprattutto quelli nerazzurri hanno trovato la consapevolezza nei propri mezzi. Un upgrade fondamentale nella costruzione di un team che vuole tornare a vincere e a comandare.

Con gli effetti visibili a tutti. Dal gioco, fluido e vivace grazie all’ingegno e alla corsa di uno come Brozovic, al volersi prendere sempre i tre punti (non è un caso che molte vittorie siano arrivate oltre il 90 esimo), all’autorevolezza dimostrata e alla capacità di essere riusciti a reagire alle situazioni sfavorevoli di inizio annata. Potrei scrivere che la squadra ha mostrato gli attributi, ma penso che palle renda ancor più l’idea.

Eh sì, perché molti degli attuali idoli di oggi, solo poco tempo fa, venivano rimproverati e addirittura sbeffeggiati. Le critiche costruttive ci stanno, l’offesa e il mancare di rispetto no. Per questo reputo giusto porre l’accento anche sulla questione caratteriale.
Non è semplice esprimersi quando tutti o quasi, anche chi in teoria sta dalla tua parte, ti dice che non sei capace, in questo o in quello.
Intendiamoci bene. Non penso proprio che l’Inter in questa stagione vincerà Serie A e Champions League. Ma se continuasse sulla strada intrapresa si toglierà parecchi sassolini dalla scarpa. E soprattutto metterebbe le basi per l’ultimo e definitivo salto di qualità, quello della prossima stagione. Dove con qualche innesto mirato si potrebbe davvero trionfare.

Ma evitiamo voli pindarici. Non andiamo così lontano. Anzi, iniziamo ad avere lo stesso atteggiamento di Roma contro il Barcellona il 6 novembre a San Siro. E zero cali di concentrazione in casa col Genoa. Niente scherzi.

I top team sbagliano pochissime partite. E l’Inter ora ha tutto per fregiarsi di questo appellativo.

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 02 novembre 2018 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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