Ed è così che l'Inter rimane nel limbo, al confine tra una stagione storica, indimenticabile e una fallimentare, con tanto, tantissimo amaro in bocca. Un limbo solitamente fastidioso, ma che in questa occasione ha un gusto dolcissimo, perché i nerazzurri rimangono in corsa in Champions League e avranno, a maggio, la ghiotta opportunità di giocarsi il terzo euroderby, 'vendicando' i due precedenti. Ieri sera al Meazza la squadra nerazzurra interpreta nel modo giusto il return match dei quarti di finale di Champions League contro il Benfica, ottenendo senza troppi patemi il pass per le semifinali. Certo, una grossa mano l'ha data la prodezza di Barella, che ha portato a tre le reti di vantaggio complessive e ha reso meno gravoso il pari di Aursnes prima dell'intervallo. Nella ripresa è accaduto qualcosa di quasi inspiegabile: l'Inter ha segnato ancora, e su azione (!). Lautaro e Correa (golazo) hanno archiviato in anticipo ogni discorso, e neanche il calo di concentrazione finale l'ha riaperto. Che poi, sperare in una ciambella con un buco perfetto sarebbe stato troppo dopo mesi di sofferenze. Poco importa, il 3-3 fa perdere un paio di milioni al club ma non la sostanza: in semifinale sarà derby contro il Milan. Mettetevi al sicuro.

E poi c'è Simone Inzaghi, l'uomo simbolo di questa stagione, colui che calamita critiche a prescindere e come sempre agisce da parafulmine, fino a quando non deciderà di togliersi qualche sassolino dalla scarpa al termine della stagione. Undici sconfitte in campionato, sesto posto e piazzamento Champions a rischio, ma con la legittima speranza di staccare un biglietto sulla tratta Milano-Istanbul, provando a cancellare il nome di Stefano Pioli dallo stesso. Dopotutto, un cambio di nominativo quanto può costare? Intanto, il tecnico piacentino, sempre sulla graticola, è il primo nerazzurro ad arrivare tra le prime quattro nella competizione dai tempi di José Mourinho. Non certo uno qualunque, per il popolo interista. Quel Mourinho che, con la sua Roma, si sta candidando seriamente a lasciare fuori proprio Inzaghi dalla zona Champions che vale tantissimo per il futuro del club. Incroci pericolosi tra passato e presente.

Alla vigilia Matteo Darmian sosteneva che per 24 ore la testa dei giocatori sarebbe stata solo al Benfica, poi avrebbero pensato al campionato dove, parole sue, l'Inter non sta facendo bene. Ed è lapalissiano. Chissà se anche André Onana e Marcelo Brozovic pensavano ai portoghesi quando sono entrati in collisione durante il torello nella seduta della vigilia, davanti agli occhi esterrefatti dei giornalisti. Evidentemente un po' di nervosismo fa bene a una squadra che troppo spesso, in campo, è parsa piatta. Piatta Inter, invece di Pazza Inter. Quindi ben vengano i confronti, gli scontri, i paroloni in faccia se servono ad alimentare una reazione sul rettangolo di gioco, visto che prima dell'euroderby bisognerà recuperare terreno in campionato e guadagnarsi una finale di Coppa Italia nel return match contro la Juventus. 

Nonostante qualcuno lo sperasse, anche tra molti tifosi interisti, questa stagione ha ancora molto da dire per l'Inter, per il suo allenatore e per i giocatori. Non è ancora il momento di fare bilanci (altrimenti sarebbero deprimenti), perché mai come in questa occasione il rischio di passare dalle stelle alle stalle o, magari, viceversa è più che concreto. L'obbligo del piazzamento, l'ambizione della Coppa Italia e il sogno Champions League sono tutti lì, a disposizione. Basta andarseli a prendere, con la voglia di diventare parte della storia nerazzurra e non un gruppo anonimo tra i tanti che hanno indossato questa maglia. Pillola rossa o pillola blu. A loro la scelta, perché di scelta si tratta.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 20 aprile 2023 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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