All'interno del libro autobiografico di Luciano Spalletti, 'Il Paradiso esiste, ma quanta fatica...', edito da Rizzoli, c'è un paragrafo nel quale il CT della Nazionale azzurra, ripensando ai suoi due anni di permanenza all'Inter, ricorda l'arrivo in Italia del'attuale capitano nerazzurro, Lautaro Martinez: "Era un ventenne di belle speranze, potenza allo stato puro, anche se ancora molto lontano dal livelli di oggi. Di lui mi aveva parlato benissimo Néstor Sensini, mio capitano ai tempi dell'Udinese. Fu molto abile il direttore sportivo Piero Ausilio a portarlo a casa sfilandolo con destrezza all'Atlético Madrid. Il soprannome, Toro, riassume alla perfezione le doti di Lautaro: ogni volta che riceve un pallone allarga le narici e punta la porta, come se vedesse la muleta, il drappo rosso del torero".

Poi, una rivelazione: "Non ebbi problemi con lui, ma li ebbi con suo padre quando si lasciò andare a un tweet molto 'colorito' nei miei confronti dopo una partita di Champions League. Io non do peso a certe cose, ma spiegai a Lautaro che suo padre, attaccandomi pubblicamente, non si rendeva conto di danneggiare l'immagine e la carriera del figlio, oltre che lo spogliatoio. In Europa, per diventare un top player, devi dimostrare di saper gestire te stesso e chi ti sta vicino, perché i grandi club non sono disposti ad avere a che fare con situazioni imbarazzanti. Conclusi dicendogli, per motivarlo, che non era un bambino che va tenuto per mano, come invece l'aveva fatto passare il suo babbo". 

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Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 11 maggio 2025 alle 15:20 / Fonte: Areanapoli.it
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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