La prima cosa che ho pensato dopo il 3-3 col Barcellona è che l’Inter è una squadra fortissima. Come i rivali del resto. Ma a differenza dei catalani, che hanno già conquistato due titoli e puntano al poker, i nerazzurri rischiano di chiudere la stagione senza alcun trofeo. Pazzesco. Le serate come quella in terra catalana però ti fanno capire come il lavoro di Simone Inzaghi sia immenso, che il gruppo sia splendido e che davvero diano tutto sul verde. Ed è anche per questo che il mondo oggi loda l’Inter. I campioni d’Italia, oltre a mostrare una identità precisa giocano anche bene a pallone. Sia nella fase offensiva che in quella difensiva. Poi certo, si commettono errori, c’è la bravura dell’avversario, elementi da migliorare ed errori da non ripetere, ma l’Inter è una squadra internazionale.

La paura che giustamente possono avere i tifosi è che l’annata finisca come l’Olanda di Cruijff. Con tanti complimenti e un pugno di mosche in mano. Ma in ogni caso l’Inter continuerà a competere su tutti gli obiettivi. Mentre il Napoli, quest’anno eliminato senza colpo ferire dalla coppa Italia, giocando come sta facendo oggi arriverà a malapena in Champions, dove non andrà molto lontano, nonostante probabilmente avranno lo scudetto cucito sul petto. È sempre meglio vincere piuttosto che arrivare secondo, attenzione. E chi vince ha sempre ragione e merita i complimenti. Ma l’Inter nel caso si dovrà mangiare i gomiti qualora non diventasse campione d’Italia. Le giustificazioni ci sono, vedi infortuni, mille gare, la sportività del provare ad arrivare in fondo in fondo ovunque. Ma forse stiamo correndo troppo.

Martedì sarà una finalissima prima della finalissima, vale per l’Inter come per il Barcellona. San Siro dovrà essere una bolgia. Poi potrà davvero succedere di tutto. Milano potrà godere di Lamine, uno che in dote porta le vibes di Messi. Ma pure, lato squadra di casa, di un team fenomenale. Prendiamo Dumfries: quanto incide e determina? Tantissimo. Thuram? Idem. Sì è visto quanto siano mancati. Ma adesso tocca anche agli altri. La storia potrà avere un lieto fine che più lieto non si può. Come terminare invece con l’onore delle armi. Intanto serve battere il Verona, visto che non si sa mai. Poi martedì sognare e portare a compimento un obiettivo enorme sarà la logica di una serata in ogni caso storica.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 02 maggio 2025 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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