Siamo a pochi battiti dal momento in cui si tornerà in campo per il Campionato e questo è il primo anno, dal 2011, in cui l’Inter è tornata ad essere un club importante nelle dinamiche e nella gestione. È esattamente quello che ci si aspettava potesse essere dopo il il Triplete e che invece si è frantumato di fronte alla montagna di debiti fino a quei giorni bypassati e sottovalutati. Sono stati sette anni orribili in cui l’interismo è passato dalla gloria assoluta ad un buco profondo, riempito da incertezze sul presente e angosce per il futuro. Un muro di silenzi e rassicurazioni poco rassicuranti, mentre si alternavano uomini e progetti che incontravano un muro di tifosi sempre più arrabbiato e unito.

Oggi si assiste ad un poco reclamizzato progetto che viene osteggiato da fake news: “Suning vuole vendere”, “Icardi lascerà l’Inter e con lui anche Perisic”, “i debiti sono aumentati”. La disinformazione ha trovato terreno fertile anche a causa di una comunicazione troppo a lungo silente e timida. L’azienda Inter tuttavia sembra funzionare in modo molto più sinergico ed equilibrato di quanto non sia mai accaduto nella storia recente. Suning potrebbe rilevare il 31,05% di Erick Thohir prima dell'assemblea degli azionisti prevista a fine ottobre e in questi due anni l’investimento della proprietà cinese è stato di 530 milioni e il fatturato è cresciuto dai 179 milioni del 2015-16 ai 274 del 2016-17 e supererà i 300 nella prossima gestione. Il pubblico dell’Inter ha ulteriormente aumentato la sua presenza, raggiungendo un primato difficilmente raggiungibile da qualunque altra squadra in Italia, grazie anche ad un intelligente politica dei prezzi.

Il quarto posto raggiunto ha poi permesso di pensare finalmente in grande, eppure il mercato di questa stagione, oltre ad una ragionevole soddisfazione della maggior parte del pubblico nerazzurro, è stato salutato da una parte del tifo con prudenza, perplessità o diffidenza. Un sentimento che ha ingabbiato l’esaltazione di molti tifosi rendendo agrodolce l’estate. I motivi possono essere diversi: l’Inter ha perso Cancelo, che aveva ben figurato nella seconda parte di stagione ed è andato alla Juventus dopo la fine del prestito. Alla fine di luglio, inizio agosto l’Inter stava per chiudere Vidal, poi lo ha misteriosamente lasciato andare. Il cileno ha firmato per il Barcellona e sono arrivate conferme che si sia trattato di una decisione della società. Dallo stesso giorno è partita la trattativa Modric e i tifosi hanno preso a sognare prima e pregustare poi, un acquisto straordinario che ha paradossalmente messo in ombra la bontà del lavoro svolto fino ad oggi.

La doccia fredda della resistenza ottusa di Perez, nonostante la palese volontà del giocatore, ha rivesto il calice di un gusto amaro intriso di cinismo “è stata solo una pantomima per avere il rinnovo di contratto”, una verità popolare del tutto falsa ma impossibile da fermare. Oltretutto questa insistente voce di una speranza ancora aperta in questi ultimi due giorni genera più irritazione che speranza, considerando i tempi troppo stretti per chiudere l’affare. Rafinha, nonostante i numerosi slanci d’affetto verso la società, e l’amore dei tifosi non è stato preso in considerazione per una sua permanenza con la motivazione di un costo eccessivo.

Molti si erano convinti che con l’addio al sogno Modric la società avrebbe avuto un ultimo slancio ma non è stato così. Ausilio ha fatto una campagna acquisti strepitosa considerando che ha dovuto diventare il principe dei prestiti. Una cosa che ha indispettito quella parte di pubblico che teme di dover rivedere altri casi Cancelo e Rafinha ma le condizioni con cui la società ha chiuso le trattative sono ben diverse.

L’Inter di oggi ha invece un attacco pieno di risorse e l’arrivo di Keità certifica la bontà della campagna acquisti ma in un mondo perfetto ci sarebbe stato ancora qualcosa da fare a centrocampo. Non sarà facile vedere la stessa formazione, considerando anche l’impatto immediato di Lautaro Martinez e il rientro di Perisic. Da una parte è possibile che si possa privilegiare una difesa a tre (Miranda, De Vrij e Skriniar), un centrocampo a 5, lasciando Brozovic e uno tra Vecino e Gagliardini in mezzo. Sugli esterni Perisic (Candreva) e Keita (Politano) con Nainggolan dietro alle due punte Icardi e L. Martinez. Oppure difesa a 4 con Skriniar e De Vrij al centro, più D’Ambrosio e Asamoah in fascia. Centrocampo con Brozovic, Nainggolan e Vecino e attacco con Perisic e Keita dietro Icardi. Le soluzioni sono tali da poter consentire una stagione di consolidamento. Se fosse arrivato anche Modric le prospettive sarebbero inevitabilmente diventate illimitate.

Ora però sappiamo che la proprietà è davvero ambiziosa. Si comincia col Sassuolo e dare un dispiacere all’anti interista Squinzi sarebbe un bel biglietto da visita. Amala.

VIDEO - RAFINHA A SEGNO NEL GAMPER: PALLONETTO E TOCCO AL VOLO NEL TRIS AL BOCA

Sezione: Editoriale / Data: Gio 16 agosto 2018 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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