Diciamo la verità, questa trattativa ha sfiancato un po’ tutti, in un modo o nell’altro non si vedeva l’ora di vederne la conclusione. Conclusione che, fortunatamente, è stata positiva per l’Inter e ora si può dire: Sneijder è un giocatore dell’Inter. E pensare che fino a qualche ora prima dell’annuncio definitivo sembrava tutto saltato, il calciatore ha fatto di tutto per restare a Madrid, attaccato al suo armadietto (prima che gli portassero via anche quello dopo il posto in squadra) e ha tentato fino all’ultimo minuto di convincere il presidente Fiorentino Perez (più che il tecnico Pellegrini che a luglio aveva dichiarato che Sneijder è un calciatore utile dalle caratteristiche importanti) che poteva essere ancora utile alla causa. Ma nulla da fare, Perez aveva troppo bisogno di far cassa dopo la pomposa campagna acquisti, ha già almeno tre trequartisti di valore in quella zona del campo (Kakà, Guti, Robben) e dopo averlo messo fuori rosa nel precampionato si accingeva a farlo anche nella Liga e in Europa. Ma ancora non bastava, sembrava che a quel punto Sneijder, quasi come una forma di dispetto per il trattamento subito, volesse restare anche a costo di perdere un anno e il Mondiale pur di non darla vinta. A complicare la già lunga telenovela è comparsa, nelle ultime ore, anche una fidanzata madridista che Wesley non avrebbe voluto abbandonare. Ma l’incontro finale con Sneijder, Perez e Lerby è stato quello decisivo, Sneijder ha aperto gli occhi e si è reso conto che stava davvero per buttare via un anno importante della sua carriera rifiutando tra l’altro una squadra che lo voleva fortemente. E allora matrimonio è stato.

La domanda però a questo punto sorge spontanea. O meglio è già sorta quando l’olandese ha cominciato a manifestare malessere verso il trasferimento in nerazzurro: con che spirito adesso il calciatore darà il suo fondamentale contributo alla causa nerazzurra? Già erano cominciati a circolare i primi malumori tra i tifosi, che alla nostra redazione hanno inviato messaggi del tipo che l’Inter o si ama e quindi si sceglie con piacere, o piuttosto meglio non venire. Alla fine lui è arrivato; lungi da noi avanzare già ipotesi maliziose, da grande professionista qual è Sneijder saprà presto dimenticare questa faccenda e calarsi nella parte dimostrando sul campo di cosa è capace. Dopotutto è pagato (profumatamente) per questo, ma i tifosi come lo accoglieranno? Noi pensiamo bene, alla fine si tratta di un altro grande campione che va ad aggiungere l’ultimo tassello, quello decisivo, per completare il mosaico voluto da Mourinho.

Si completa così una campagna acquisti mirata e strategica, senza sprechi, senza strafare, che è andata a colmare quei vuoti indicati da Mourinho e cedendo quegli elementi in soprannumero che comunque non avrebbero trovato spazio in squadra come i vari Burdisso, Obinna, Rivas, Jimenez, Cruz, Crespo, e così via. Mourinho voleva due punte, due centrocampisti e un difensore, sono arrivati Lucio, Thiago Motta, Sneijder, Eto’o e Milito, oltre a vari movimenti di prospettiva come Arnautovic e Coutinho. Moratti ha fatto la sua parte, ora Mourinho ha a disposizione una squadra rafforzata e competitiva in ogni reparto, per puntare a quel “titulo” che più di altri manca ed è ambito a Milano, sponda nerazzurra: la Champions League.
 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 27 agosto 2009 alle 07:30
Autore: Domenico Fabbricini
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