La dinamica di mercato è complessa, articolata. All'apparenza può sembrare ovvio tutto: vai, spari il cash sul tavolo, prendi il giocatore. Non è così... o meglio non è così a meno che tu non sia un top fatturato mondiale. Per chi non è così ci sono due fasi di mercato: la fase della necessità e la fase dell'opportunità. Ogni squadra ha delle necessità da coprire e poi va a cogliere delle opportunità, qualora le condizioni economiche, finanziarie, di cash flow e di costo della rosa lo permettano. Non si tratta di un instant process, bensì di un processo che deve tenere conto dell'evoluzione di costi e ricavi con il passare del tempo. A tal proposito, l'Inter si trova in una situazione peculiare, per cui può permettersi l'intera estate di guardare il mercato delle opportunità, ma... facciamo un passo indietro.

L'Inter è entrata nel mercato di quest'anno a giugno, grazie alla finestra extra per chi aveva la FIFA Club World Cup. Grazie all'ottimo percorso (sì, proprio quello) degli ultimi 4 anni, è passata dalla necessità di vendere alla possibilità di completare la rosa in anticipo. Non entro nel merito delle altrui personali opinioni sui risultati e sui trofei vinti, per me la stagione scorsa dell'Inter è stata una delle migliori di sempre, anche e soprattutto per via di ciò che la squadra ha incassato che, piaccia o no, oggi conta più che vincere.

Resta il fatto che l'Inter è l'unica squadra a essersi mossa in anticipo sul mercato e a completare sostanzialmente le necessità della rosa in largo anticipo. Come scrissi mesi fa, ci sarebbero stati due mercati: uno prima e uno post FIFA Club Wolrd Cup. Non mi ero sbagliato. La necessità è ciò che ti serve dal punto di vista numerico... e dal punto di vista numerico le necessità erano 4:

- Centrocampista centrale

- Cambio di Denzel Dumfries

- Due punte. Alla fine di giocatori ne sono arrivati 3 e Pio Esposito si è guadagnato il ruolo di quarta punta.

Tanto per essere chiari, qui non si fanno opinioni su cosa l'Inter avrebbe potuto/dovuto fare. Ho espresso largamente le mie perplessità sulla gestione del management riguardo la faccenda dell'allenatore e non ci tornerò' su adesso. Cerchiamo solo di spiegare le logiche. La logica del management sul mercato è molto lineare e neanche troppo difficile da seguire: la fase della necessità è finita, quindi per loro la rosa è completa, a meno di cessioni in posizioni cruciali, che non hanno intenzione di fare a meno di cifre folli (vedi Yann Bisseck).

Se qualcuno pensa che serva assolutamente un difensore centrale, loro non lo pensano. Mettetevi l'anima in pace una volta per tutte. Il malcontento dei tifosi non sposterà di una virgola il loro pensiero. La difesa per loro va bene cosi. Questo però non vuol dire che, se l'occasione capitasse, non possano aggredire il mercato per un difensore. La ragione è semplicissima: ora numericamente non serve nulla, ma la prossima estate servirà praticamente tutto. Quindi loro, che saggiamente hanno completato le necessità, passano ora l'estate intera a scandagliare le opportunità, perché sanno bene che, sebbene oggi non siano assolutamente necessarie, presto lo saranno. Ma comprare sotto necessità è molto peggio che comprare in regime di opportunità. Se si sa che hai bisogno, sei sotto ricatto.

Questo è il motivo per cui sembra che passino da un ruolo all'altro apparentemente senza una logica. La logica è molto più profonda e si chiama "muoversi in anticipo". La prossima estate serviranno

- Un portiere

- Due difensori

- Un centrocampista centrale

Tutti titolarissimi. In aggiunta a questo ci sono anche le idee tattiche del nuovo mister, che potrebbero rinnovare il modo di giocare. Tutti questi fattori rendono complesso attaccare subito dei profili specifici, perché nei fatti neanche loro sanno come l'allenatore voglia giocare. Ed è un handicap. Pertanto loro pensano "ok, quest'anno siamo a posto, il costo rosa è sotto controllo, ma il prossimo anno ci serve x, y, z, quindi stiamo all'erta, perché se arriva qualcosa di alto livello, lo prendiamo". Donnarumma? Mi può servire, ma alla giusta cifra. Koné? Idem. Lookman? Uguale. I giocatori che l'Inter dovrà sostituire il prossimo anno, ossia Sommer, De Vrij, Darmian, Acerbi e Mkhitaryan sono sì i più anziani della rosa, ma sono anche i migliori nel rapporto prezzo qualità, quindi cambiarli tutti in un colpo solo diventa un'impresa complicata.

Però, sempre grazie al mitico percorso tanto detestato, preso in giro e denigrato, manco foste arrivati ottavi in classifica, o vi foste qualificati alla Champions battendo con un rigore una squadra retrocessa all'ultima giornata, l'Inter si trova con tantissimo cash da usare. Ne ha accumulato così tanto nelle ultime stagioni, che è stata in grado di impegnare già 70 milioni sul mercato, in aggiunta ai 65 che ha pagato per rimborsare il suo debito. Oltre a questi può investirne altri 40-45. E' un complessivo che si avvicina ai 180, senza cessioni.

Non esistono altre squadre in Italia che siano in grado di fare questo e il motivo per cui è così è perché, nonostante i pochi trofei, la massa di premi conquistati, grazie alle eccellenti prestazioni offerte negli ultimi 4 anni (sottolineo 4), permette di allargarsi. L'Inter è in una fase di espansione, che si spera continui. Fa record di fatturato, riduce il debito, ha cash flow positivo, trattiene i top player. Si comporta come un top team. L'unica differenza con una big inglese è che semplicemente non ha la loro capacità di spesa.

Questo obbliga a fare di necessità virtù. Devi pianificare, sfruttare le occasioni ed essere in grado di dire no e tenerti i soldi, se non vedi valide ragioni per spenderli. Quindi: Lookman a 42+3 è un affare? Sì. A 55? No... Quindi resta lì. Koné a 40 vale la pena? Certo. Idem vale per Donnarumma, idem sarebbe valso per Leoni, ma semplicemente la cifra non era un'opportunità e non hanno mai approfondito. Da qui ai prossimi 15 giorni potrebbero aprirsi molte altre possibilità, ma l'Inter potrebbe anche chiudere senza spendere altri soldi. Il fatto che si spendano o no, non vuol dire che ci siano o no, che sia una "mimata" oppure no. Le strategie aziendali di dirigenti apicali vanno un po' oltre il tentare di gabbare quattro gatti, fingendo operazioni di mercato, per fargli fare degli abbonamenti.

Che vi piaccia oppure no, siete una goccia nell'oceano... e non siete nei loro pensieri. Se non fate l'abbonamento, loro mettono il vostro posto libero e vendono biglietti guadagnandoci di più. Questo egocentrismo del tifoso medio è interessante materia di studio. Quindi l'Inter ha molti soldi da spendere, ne guadagnerà ancora anche quest'anno, ma non bisogna perdere di vista il nocciolo della questione, altrimenti la gente si illude: per l'Inter è una stagione di transizione. Quindi non c'è da aspettarsi assolutamente nulla.

E' di transizione perché l'allenatore è nuovo e perché la vecchia guardia dell'Inter va a scadere e l'estate prossima tutto (dal modulo al roster) potrebbe veramente venire rivoluzionato. La rivoluzione che invocate a gran voce non avviene adesso, dovete rispettare la tempistica. Il solo obiettivo dell'Inter quest'anno è ben figurare, avanzare in Champions e fare quanto più possibile ulteriore incetta di premi UEFA. Chi pronostica vincente una squadra con un allenatore che ha allenato 13 gare in Serie A, dovrebbe cambiare lavoro, o smetterla di mentire.

L'Inter è una squadra che non forza mai alcuna situazione, ma semplicemente si modella su di essa. Se troverà l'opportunità giusta per prezzo/qualità, sparerà un colpo in chiusura di mercato, ma lo farà su un ruolo in cui già sa che avrà bisogno l'estate prossima. Non sta brancolando, sta "controllando"... e lo sta facendo dalla posizione di forza non dover cedere per forza e di aver completato il mercato delle necessità con largo anticipo. Che vi piacciano o meno gli acquisti sono fatti vostri, la logica dei fatti trascende le opinioni.

Enea Trapani

Sezione: Calci & Parole / Data: Sab 16 agosto 2025 alle 19:15
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print