Il corsivo a tema pallonaro ha appena sfondato una nuova barriera. E per quanto un editoriale di calcio dovrebbe avere dei contenuti tali da riuscire a far volare alto anche il lettore più 'basico', non è affatto quella del suono a cui si allude... Bensì la frontiera del pudore ed, insieme, del buon gusto. Infatti, ancora non ci si crede che si sarebbe potuto leggere un editoriale così sguaiato. Fintantoché Franco Maria Serbelloni Mazzanti Vien dalla Puglia - probabilmente reduce da una notte di travagliato plenilunio(?) milanese - deve aver deciso che fosse proprio il caso di varare un modo tutto nuovo di scrivere un editoriale a difesa e tutela degli interessi (ma soprattutto dell'incolumitá) dei suoi pargoli rossoneri. Che, è risaputo, non rappresentano solo i colori della natìa Foggia...

Costui si è scoperto così infervorato da trasformarsi, inopinatamente, financo nel mandante tutt'altro che occulto di una non meglio precisata azione punitiva: nel senso di averla evocata corredandola con una dose abbondante di puntini di sospensione allusivi. L'incarico di cotanta reprimenda - avvenuto ieri (giovedì) dalle colonne di un sito tematico 'rivale ed omologo' di FcInterNews - sarebbe da affidare alle notorie attitudini diplomatiche (si stava per scrivere grinfie...) di uno scavezzacollo svedese, dunque advisor assoldato dal proprietario del Milan: Zlatan, il vichingo di Malmoe...

Occorre ammettere che il titolo ('poliedrico') dell'editoriale in oggetto faceva subito supporre che ci potesse essere stato un clamoroso errore sintattico nella sua formulazione. Nel senso che sarebbe risultato forse più pertinente un incipit del tipo "Ibra, pensaci un Pochettino" ("prima di agire" era il classico non scritto...) ed invece il 'committente' ha titolato proprio come segue: "Ibra, pensaci tu a Pochettino (...)". E buonanotte al pudore, atti imtimidatori compresi!

C'ha pensato poi l'editorialista da novella Curva Sud Milano ad esplicitare meglio le incombenze da commissionare ad Ibra, argomentandone nel testo in questi termini: "Zlatan può fare una cosa molto semplice (eccolo il MANDANTE, nda): parlare con Pochettino, in privato naturalmente, e senza farlo sapere (omertà: mi raccomando, nda) per fargli capire … (i precitati puntini minatori, nda) che deve rispettare oltre che la salute dei calciatori anche il valore commerciale dei club". Tutto questo possibilmente dovrebbe avvenire "dietro le quinte": ma questo era stato precisato all'inizio dell'articolo allorché si valutava il da farsi.

Ed ancora: "Adesso il Milan ne pagherà le conseguenze così come la Fiorentina che sembra dover fare a meno di Kean. PRIMA O POI TOCCHERÀ A CHIUNQUE". Sì, ha scritto proprio così. Al che, adesso, potrebbe pure candidarsi ad "Avanti un altro" da Bonolis per aggiornare il ruolo de 'LO IETTATORE'...

A questo punto, verrebbe solo da pensare che, riposte temporaneamente certe armi dialettiche e da tastiera - sfoderate tempo addietro per scudare i rossoneri di Milano dalle angherie di quei compilatori brutti, sporchi e cattivi del calendario - il baldo giovanotto di un tempo che fu stesse proprio mordendo il freno. Forse combattuto se imbarcarsi per la Terra Santa con gli attivisti di una delle 2 Flotilla - peraltro per nobili cause umanitarie - oppure ergersi a paladino di una virtuale Crociata rossonera, fino ad immedesimarsi in una sorta di templare (pallonaro) 2.0 al grido di battaglia: "Dàgli al Pochettino!" Evidentemente scambiato per un miscredente, un feroce sultano o proprio per un "irresponsabile" (questa la sua accusa testuale). Alla fine deve aver prevalso questa 2a ipotesi, del tutto incruenta, manco fosse "Totó contro Maciste". Della serie: "Armiamoci e partite. Io vi seguo dopo!"

Non pago, l'editorialista si è pure speso a formulare una qualche soluzione del problema. Tipo "quella di introdurre una sorta di penalità per quelle nazionali che restituiscono il maggior numero di calciatori infortunati!" Dunque, a naso, potrebbe funzionare così: si paventerebbe una qualche soglia di tolleranza garantita a quelle nazionali che si distinguessero nel procurare ai club solo un numero 'fisiologico' di infortunati. Del tipo, chessó: fino a 1 o 2 per convocazione, la si passa liscia e diventano cazzi - perdonate il francesismo - dei rispettivi club; esaurito quel bonus di tolleranza, si entra nella tax area e partono subito i bonifici dalle varie federazioni alle società penalizzate. Sì, insomma: una sorta di wild card a numero chiuso per NON riempire troppo ed impunemente le infermerie societarie.

Ora, non si vuole certo dubitare che l'iracondia dell'editorialista evocato non avesse dei sani - almeno quelli - fondamenti. Eppure c'è qualcosa che suggerirebbe ben altro. Tipo anche solo la constatazione che certi sfoghi pallonari dovrebbero essere contenuti e riservati ad ambiti circoscritti come quello parentale se non proprio tra le pareti di un bar sport. Dunque men che meno, per pubblica decenza, in contesti come quelli mediatici.

Senonché, colpo di scena, proprio stamattina (venerdì), sullo stesso sito tematico rossonero è stato pubblicato una sorta di contro-editoriale firmato da un altro giornalista, con un titolo che smonta di brutto tutti i propositi di 'rappresaglia' del collega, fino a formulare una tesi del tutto antitetica: "Gli infortuni in Nazionale sono colpa dei club", ed "(...) i piagnistei e le imprecazioni non hanno cittadinanza". Amen.

Quant'è bello il pluralismo, anche se di marca dirimpettaia. E se fosse, invece, un covo di serpi?

Orlando Pan

Sezione: Calci & Parole / Data: Ven 17 ottobre 2025 alle 17:44
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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