Tutta la mia solidarietà è per la tifoseria partenopea, dopo la sconfitta di San Siro contro il Milan che ridimensiona e non di poco le aspettative scudetto del Napoli. Personalmente, guardando al posticipo di lunedì, avevo la sensazione che le scaramucce sull’arbitraggio tra Allegri e Mazzarri avrebbero avuto un seguito sul campo. Puntualmente, è arrivata la conferma. Premessa: la squadra ospite non ha giocato una buona partita, non certo ai suoi livelli, rimanendo troppo ancorata nella propria metà campo e offrendo pochi spunti offensivi, pur avendo un cavallo di razza come Cavani lì davanti. Detto questo, che è un giudizio tecnico, va evidenziato quanto abbia pesato sull’economia dell’incontro la squalifica ‘furto’ di Lavezzi, estromesso dalla partitissima del Meazza a seguito di una norma ad hoc che, previa prova televisiva, punisce anche le ipotesi di reato senza alcuna immagine che le legittimi. Verrebbe da dire che è stata istituita una legge per l’occasione, ma preferisco non addentrarmi nei meandri della politica italiana e di chi la guida, visto il palese conflitto di interessi con il club rossonero.

Andiamo poi all’episodio incriminato: dopo un primo tempo piuttosto scialbo, in cui l’organizzazione difensiva partenopea ha limitato il poderoso armamentario offensivo milanista, ecco che il signor Rocchi assegna un rigore al Milan a inizio ripresa, per fallo di mano di Aronica in area di rigore. Va sottolineato, però, che prima del tocco da parte del difensore napoletano vi siano nell’ordine: 1) la scorrettezza di Ibrahimovic ai danni di Cannavaro mentre i difensore cerca di respingere (lo svedese si appoggia sempre sull’avversario ma spesso e volentieri gli viene perdonata la marachella in virtù di un fisico giudicato troppo robusto per essere malizioso); 2) il tentativo goffo di rovesciata da parte di Flamini, che ostacola Aronica, lo sbilancia e lo porta inavvertitamente a colpire con il braccio il pallone. Delle tre irregolarità, casualmente, Rocchi e il suo assistente si perdono le prime due a favore del Napoli, dando così la svolta al match. Ecco, ora è facile sostenere che il 3-0 finale non lascia repliche e attenuanti, ma chi ha visto la partita sa che il Milan, senza quel rigore, avrebbe faticato a sbloccare lo 0-0 come già avvenuto in altre circostanze. Le altre due reti sono frutto dei contropiede che il Napoli, costretto a inseguire (senza Lavezzi, va ribadito), ha concesso ai rossoneri.

Perciò è meglio che Allegri, quando parla a fine gara, eviti di glissare sull’episodio, definendolo un dettaglio all’interno dell’ottima prestazione del Milan. È un dettaglio che cambia la partita e la indirizza verso le proprie aspettative, mica è poco. Quanto meno, il tecnico del Milan non ha chiuso gli occhi di fronte alla moviola e ha ammesso, forse memore delle sviste ai danni del proprio Cagliari, che quel rigore non era proprio limpidissimo. Pazienza, ma me lo aspettavo. Proprio il giorno dopo la vittoria dell’Inter a Genova, che mette pressione al Milan, ecco questo strano accadimento che permette ai rossoneri, in difficoltà nel trovare la rete, di portare a casa tre punti fondamentali e di mantenere il vantaggio di 5 punti in classifica (ai danni del Napoli, altro candidato al titolo) sui nerazzurri.

Non voglio essere ridondante, ma anche a Verona i milanisti hanno ottenuto una mano (è il caso di dirlo) dal signor Banti per sbloccare lo 0-0; e anche la scorsa stagione, nel periodo in cui la rimonta sull’Inter sembrava fattibile, qualche fischio a favore lo hanno messo in valigia. Spero che l’andazzo delle prossime 11 giornate smentisca le mie preoccupazioni e che questo episodio, per quanto dannoso nei confronti del Napoli, sia solo una sfortunata casualità. Sono certo, infatti, che il Milan non abbia bisogno di queste spintarelle per mantenere il proprio vantaggio in classifica, perché i campioni in rosa non gli mancano. Pertanto, visto che ancora la strada è lunga e, come dice Sneijder, i conti si fanno solo alla fine, auguriamoci tutti che gli errori abbondino (la perfezione non esiste), ma siano democratici. In altre parole, par condicio per tutti.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mar 01 marzo 2011 alle 10:45
Autore: Fabio Costantino
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