San Siro: interno notte. Mica dentro l'omonimo palazzo milanese che ospita la famosa galleria d'arte! Solo che la rima pallonara (nel titolo del post) era davvero troppo calzante per non essere tentati di declinarla come sfottò stracittadino. È successo allora che i nerazzurri si siano ritrovati a calpestare delle zolle meneghine dando per scontato che nello stesso stadio, pardon, nell'identico teatro (sennò, quelli della Nord, chi li tiene più...), potessero ancora echeggiare certi osanna altrui. Tributi vocali che un popolo affine avrebbe voluto indirizzare ai propri beniamini. Ed invece quegli urli e quei canti sono rimasti strozzati in gola per via delle amnesie di un tecnico di Livorno tornato a Milano. No, non si è trattato del come back di Mazzarri: troppa grazia! Bensì proprio di mastro Allegri che deve aver, però, dimenticato certi suoi carteggi tattici sulla scrivania di Vinovo, ormai ammuffiti a causa della sua lunga inattività. Giusto quelli idonei a produrre le (quasi) proverbiali vittorie di 'corto muso'. Cosicché, dal suo 2o debutto sulla panchina rossonera ne è invece sortita una sconfitta di pari 'fisiognomica', inquadrabile come la vecchia crosta di un pittore senza arte né parte che ha stoltamente rinunciato a certi nuovi pennelli e colori (Athekame, De Winter, Ricci), dimenticati sulla tavolozza... Un dipinto mal riuscito, per giunta, contro una neopromossa guidata da un tecnico al quale verrebbe fin troppo facile attribuire uno slogan sfacciato, ma realistico: "Salve: sono il mago Nicola: molti colleghi retrocessi mi scambiano per una sòla". Non a caso, erano quasi 100 anni che la Cremonese non riusciva a battere il Milan a San Siro. Ad agevolarla nell'impresa, serviva giusto un cavallo di ritorno come uno scommettitore ippico, pardon, come il precitato allenatore labronico... Ed è stata poi una vera fortuna per gli sconfitti che l'alfabeto degli ex nerazzurri - schierati nelle file dei grigiorossi - si sia fermato alla (sóla) lettera 'B': Audero, Bianchetti, Bonazzoli... Chissà, da lassù, quanto ne starà ancora soffrendo - perché fortemente combattuto - il cremonese Ugo Tognazzi, noto tifoso 'bigamo' per sua stessa ammissione in vita.

Il sarcastico siluramento della '2a Max' - con licenza bellico-pallonara scrivendo - si interromperebbe qui, per quanto foriero di nuove spedizioni prossime venture... Non prima, però, di aver aggiunto almeno un ultimo granello di sale sulle ferite altrui. Quello impersonato, per esempio, da Arrigo Sacchi a cui potrebbe cominciare a star stretto il proprio ruolo mediatico: un umarell generico dei cantieri altrui. E se volesse magari ambire alla promozione di cerusico specializzato nell'identificare - per poi, forse, estirpare - i bubboni rossoneri? Per quanto non sia poi dato sapere se gli potrebbero servire davvero - a mero scopo lenitivo - le pomate e gli unguenti espressamente prodottigli da Big Pharma in un fantomatico stabilimento farmaceutico nelle vicinanze della sua Fusignano...

Come predetto, nel primo monday night del campionato è successo, però, anche dell'altro all'interno dello stesso perimetro erboso meneghino. Giusto a 48 ore di distanza dall'epilogo pittoresco - più che pittorico... - che ha macchiato il debutto dei dirimpettai, l'esordio dei nerazzurri si è invece rivelato una vera e propria goduria per gli occhi di tutto il resto della platea tifosa. Nonostante, appunto, certe iniziative auto-boicottanti messe in atto dalla Curva Nord che hanno di sicuro impedito il sold out paventato con troppa frettolosità dalla società nerazzurra. Grazie anche alla folta colonia transalpina, è stato infatti allestito un degno vernissage dell'Inter 2025-26, guidata ora in panchina da Cristian Chivu. Col tecnico romeno che si è saggiamente affidato, in partenza, a ben 10 degli 11 interpreti della stessa formazione mortificata dall'esito dell'ultima finale di Champions League. Salvo poi votarsi a qualche sperimentazione modulare - col passaggio dal 3-5-2 al doppio trequartista nel 3-4-2-1 - ma solo dopo aver straacquisito il risultato. Chiamatelo fesso!

Ora, senza abbandonarsi a facili voli pindarici dopo un sontuoso 5-0 casalingo al debutto, occorre comunque ribadire che contro il Torino ci si è goduti davvero un'Inter spumeggiante. E se a rimarcarlo è stato perfino l'incipit dell'odierno editoriale che Tuttosport ha dedicato ai granata, allora dev'essere proprio vero! Vi si legge infatti un chiaro endorsement al lavoro di Chivu, capace di conferire alla squadra un "gioco lineare, incisivo, efficace". Nonché - con l'abituale misura sabauda... - di "nerazzurri subito dominanti contro un Toro SURCLASSATO in ogni zona del prato, letteralmente FATTO A FETTE, presto DEMOLITO e poi persino DEVASTATO (...)". Sì, insomma: l'hanno toccata piano!

A questo punto, qualcosa o qualcuno potrebbe (rischiare di) guastare questa luna di miele nerazzurra, per quanto temporanea, visto che domenica 31, a San Siro, sono attesi i friulani di Runjaić (peraltro tutti 'foresti', tranne l'italiano Bertola: almeno a giudicare dalla formazione cosmopolita schierata contro gli scaligeri...)? Probabilmente no. Nemmeno il palesarsi di qualche battutista più ardito di altri che potrebbe riscontrare ironicamente la presenza di qualche 'virus antisemita' proprio fra i nerazzurri. 'Solo' perché capaci di imporre all'estremo difensore granata - un portiere uruguagio dal nome evocativo come ISRAEL... - di doversi arrendere in ben 5 occasioni. E a quelli dell'IDF (ed affini...) non gliela si fa oltre!

Orlando Pan

Sezione: Calci & Parole / Data: Mer 27 agosto 2025 alle 22:35
Autore: Redazione FcInterNews.it
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