"Gent.mo Sig. Romano,
grazie, mi ha commossa.
Inter, è una parola che sento da quando avevo 2 anni, in fondo il mio papà mi ha allevata bene, non c'è che dire!
Le bambole? e chi le conosceva le bambole? io volevo un pallone, possibilmente nerazzurro, e la domenica (quando giocava in casa l'Inter ovviamente), in braccio al mio papà, via allo stadio. E così sono cresciuta a pane e Inter.
Come dicevo, per me ha fatto tutto mio padre, forse ancor prima che nascessi.
Mi ha portato la prima volta a S.Siro che avevo 2 anni, ovviamente non mi rendevo conto di dove fossi, ma poi, poco per volta e crescendo è diventato il mio appuntamento fisso, la mia destinazione domenicale, (ovviamente solo quando gioca l'Inter!!) e non ho mai smesso, anzi, ho dato una svolta alla mia vita perchè lì ho conosciuto mio marito che è venuto a completare la nostra famiglia di interisti.
Ai tempi ho seguito l'Inter per tutta Europa, sù e giù dai pullmann, un panino e via, ma mi andava bene così.
Mio padre mi diceva "L'Inter si merita amore e fede incondizionati. Passione non cattiveria, quando sei allo stadio devi metterci passione, cuore, fiato e voce. L'Inter si ama. Sempre. E ricordati che è sopratutto nei momenti di difficoltà che ci devi essere".
E' quello che faccio ancora adesso e, nonostante la verde età non ci sia più, la passione è ancora giovanissima. Sono quasi 40 anni che seguo le sue parole.
Quante partite ho visto (ne ho perse pochissime), quante gioie ho provato ma anche quanti bocconi amari, eppure l'amore per questa squadra non è mai scemato, anzi è cresciuto nel tempo. Così come sono cresciuti l'orgoglio e la fierezza di essere interista.
Credo che nessuno rida di lei, chi lo fà non capisce niente di sentimenti o proprio non sà cosa sono. Facchetti, uomo e atleta incomparabile, era una persona che suscitava i sentimenti: rispetto, affetto, lealtà, ammirazione, lui non c'è più ma ce ne accorgiamo solo perchè non c'è fisicamente, in realtà ogni interista sà che lui è sempre con noi che lui è in tutti noi.
La sua vita calcistica e non è stata tutta nerazzurra, ed è stata una vita perfetta, piena di successi e di soddisfazioni, tutti meritati. Ero presente il giorno del suo ultimo saluto agli interisti, ed eravamo in tanti, ma proprio tanti e ho pianto come una bambina, senza vergognarmene, poi mi è venuto in mente che c'era chi lo chiamava "sbrindellone", offendendolo, offendendoci e ho provato una rabbia tremenda.
Non erano, comunque, alla sua altezza, non lo sarebbero mai stati, non erano niente al suo confronto. Forse avrebbe meritato di vedere anche questa bellissima e fantastica Inter, e chissà che questo non succeda davvero.

...e non mi dimentico mai che...Tifare Inter è un onore, amarla un privilegio, difenderla un dovere.
Un saluto".
 

Marcella

Sezione: Visti da Voi / Data: Mer 10 marzo 2010 alle 18:23
Autore: FcInterNews Redazione
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