"Cara società, cari interisti
In questi giorni sto provando profondo sconforto per quello che sta succedendo attorno alla nostra Beneamata. Per la prima volta il mio rapporto con il calcio (e con l'Inter) potrebbe cambiare. L'unica cosa che mi sarei augurato a fine campionato è che non fosse smantellata la rosa, che non si fosse tornasse indietro, che ora l'obiettivo sarebbe stato quello di restare così competitivi il più a lungo possibile.
Abbiamo tutti sotto gli occhi le annate post Triplete, che sono state per quello che rappresenta l’Inter, un Medioevo calcistico: frustranti a livelli incredibili perché più di tanto non si poteva pretendere.
Ora che eravamo tornati grandi, con un allenatore top, una dirigenza top e una squadra fortissima, e che siamo tornati a vincere dopo 10 anni, viene messo tutto in discussione perché qualcuno di molto importante si è fatto ammaliare dalla possibilità (legittima, per carità) di mettere a posto i conti, facendo però passare in secondo piano la bontà dell’aspetto sportivo, mi manda in bestia, ma soprattutto mi rattrista creando un vuoto immenso nel mio quotidiano.
Perché l’Inter non è come le altre squadre, l’Inter o la si vive in maniera viscerale o è meglio seguire un altro sport. Noi siamo abituati a soffrire e a vivere questo percorso di sofferenza perché poi sappiamo che quando arriverà la vittoria la gioia sarà ancora più grande. É stato così per la prima Coppa Italia con Mancini e con i successivi Scudetti (di cui uno vinto negli ultimi minuti a Parma), per il Triplete e così è stato anche per questo Scudetto.
Con la cessione di Lukaku non si vede veramente dove sta il progetto, ma che progetto? È questa la cosa deprimente!
Dopo aver ceduto in fretta e furia l'esterno più forte d’Europa Hakimi ed aver liquidato rapidamente Mister Conte, ora ci si appresta a salutare uno degli attaccanti più forti al mondo, il miglior giocatore della passata Serie A, un giocatore che all'Inter si è riscattato, dopo anni in sordina in Inghilterra.
Beh Inter (o chi per essa) stai facendo un grosso errore perché vendendo Lukaku non vendi solamente un campione capace di fare 68 gol in due stagioni, ma cedi il leader carismatico, il giocatore icona del diciannovesimo Scudetto e soprattutto vendi l’anima dell’Inter. L’anima non si vende e io per la prima volta mi sento veramente tradito (come credo tutti i tifosi nerazzurri) perché a crescere abbiamo impiegato 10 anni dove, per starti vicino ho sacrificato molte cose, gesti che da quando venderai Romelu non sarò più disposto a fare. E non è solo per la cessione di un calciatore importantissimo, ma è il simbolo di un qualcosa che non vogliamo si ripeta. Questi giocatori meritano di poter difendere il titolo sul campo, soprattutto Lukaku. Quindi Suning se sarà cessione di Big Rom avrete perso il mio appoggio perché i soldi sono tanto, ma non sono tutto. E l’Inter (e i suoi tifosi) è diversa dalle altre, sappiatelo.
Federico “Il Calciomane””
In questi giorni sto provando profondo sconforto per quello che sta succedendo attorno alla nostra Beneamata. Per la prima volta il mio rapporto con il calcio (e con l'Inter) potrebbe cambiare. L'unica cosa che mi sarei augurato a fine campionato è che non fosse smantellata la rosa, che non si fosse tornasse indietro, che ora l'obiettivo sarebbe stato quello di restare così competitivi il più a lungo possibile.
Abbiamo tutti sotto gli occhi le annate post Triplete, che sono state per quello che rappresenta l’Inter, un Medioevo calcistico: frustranti a livelli incredibili perché più di tanto non si poteva pretendere.
Ora che eravamo tornati grandi, con un allenatore top, una dirigenza top e una squadra fortissima, e che siamo tornati a vincere dopo 10 anni, viene messo tutto in discussione perché qualcuno di molto importante si è fatto ammaliare dalla possibilità (legittima, per carità) di mettere a posto i conti, facendo però passare in secondo piano la bontà dell’aspetto sportivo, mi manda in bestia, ma soprattutto mi rattrista creando un vuoto immenso nel mio quotidiano.
Perché l’Inter non è come le altre squadre, l’Inter o la si vive in maniera viscerale o è meglio seguire un altro sport. Noi siamo abituati a soffrire e a vivere questo percorso di sofferenza perché poi sappiamo che quando arriverà la vittoria la gioia sarà ancora più grande. É stato così per la prima Coppa Italia con Mancini e con i successivi Scudetti (di cui uno vinto negli ultimi minuti a Parma), per il Triplete e così è stato anche per questo Scudetto.
Con la cessione di Lukaku non si vede veramente dove sta il progetto, ma che progetto? È questa la cosa deprimente!
Dopo aver ceduto in fretta e furia l'esterno più forte d’Europa Hakimi ed aver liquidato rapidamente Mister Conte, ora ci si appresta a salutare uno degli attaccanti più forti al mondo, il miglior giocatore della passata Serie A, un giocatore che all'Inter si è riscattato, dopo anni in sordina in Inghilterra.
Beh Inter (o chi per essa) stai facendo un grosso errore perché vendendo Lukaku non vendi solamente un campione capace di fare 68 gol in due stagioni, ma cedi il leader carismatico, il giocatore icona del diciannovesimo Scudetto e soprattutto vendi l’anima dell’Inter. L’anima non si vende e io per la prima volta mi sento veramente tradito (come credo tutti i tifosi nerazzurri) perché a crescere abbiamo impiegato 10 anni dove, per starti vicino ho sacrificato molte cose, gesti che da quando venderai Romelu non sarò più disposto a fare. E non è solo per la cessione di un calciatore importantissimo, ma è il simbolo di un qualcosa che non vogliamo si ripeta. Questi giocatori meritano di poter difendere il titolo sul campo, soprattutto Lukaku. Quindi Suning se sarà cessione di Big Rom avrete perso il mio appoggio perché i soldi sono tanto, ma non sono tutto. E l’Inter (e i suoi tifosi) è diversa dalle altre, sappiatelo.
Federico “Il Calciomane””
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