"Gentile Redazione, Alla luce (si fa per dire) dello scempio di Lecce-Inter - in termini di risultato finale, ovviamente - non può che nascere spontanea la parafrasi. Parimenti a quei lavoratori dell’ILVA della conterranea Taranto o, comunque, dei residenti nel vicino quartiere Tamburi - a così alto rischio oncologico - che in molti casi non sanno cosa farsene del posto di lavoro non avendo più la salute per andarci, non ci si può non chiedere cosa se ne facciano i nerazzurri di un modulo di gioco che prevede 2 cursori esterni di centrocampo (il 3-5-2 adottato sistematicamente dal tecnico) se attuale l’organico non dispone di interpreti all’altezza in quel ruolo. Lo ammetto, il parallelo risulterà forse un po’ ardito, ma i malanni della terra pugliese non potevano suggerire un accostamento diverso. Specialmente considerando che nel pienone di “Via del Mare” ci sarà stato pure più di qualche appassionato nerazzurro - “rappresentante” di quei lavoratori o di quei cittadini - che av rà cercato, invano, almeno un paio d’ore di svago allo stadio, lontano dai veri problemi di tutti i giorni. Tornando alle inadeguatezze della rosa nerazzurra, l’ennesimo pareggio dell’Inter (e sono già 4 nelle ultime 6 gare di campionato: la solita frenata invernale, nonostante Conte...) ha dimostrato una volta di più che di fronte a difese così chiuse come quella leccese servisse come il pane un fantasista capace di inventarsi la giocata risolutiva (benedetto sia dunque Eriksen!) e, ancora di più, 2 laterali di centrocampo che sapessero saltare l’uomo creando la cosiddetta superiorità numerica. Ma né Candreva né tanto meno Biraghi - per quanto quest’ultimo autore casuale dell’assist dell’iniziale vantaggio di Bastoni - si sono rivelati degni di tale incombenza. E’ stato surreale fare zapping nelle TV locali curiosando nei canonici “up & down” di metà partita per scoprire che lo stesso giocatore, Candreva, figurava tra i promossi a Tele Lombardia/TNE e simultaneamente tra i bocciati con un 4,5 dall’ex nerazzurro Bellugi (voto più veritiero...) a 7 Gold. De gus tibus! In particolare sulla mediocrità di Candreva avevo già argomentato in un precedente post, ma non potevo certo immaginare che nel frattempo l’ala romana trovasse il modo di “impreziosire“ la sua galleria degli orrori con la principale paternità delle ultime 2 rimonte subite dai nerazzurri, uccellato 2 sabati fa dall’atalantino Gosens e colpevole oggi della mancata chiusura difensiva nell’occasione del pareggio del leccese Mancosu, in combutta con lo stesso Bastoni. Per non dire di quell’inutile cambio di campo osservato durante Inter-Atalanta - che sempre Candreva ha tentato di restituire subito al collega di reparto Biraghi (e ho detto tutto!), riuscendo, però, a mettere la palla direttamente in fallo laterale - che mi aveva mandato letteralmente in bestia. Un obbrobrio che manco in 3a categoria! Ma la recidività di Candreva e Biraghi - in termini di scarso apporto allo sviluppo del gioco sulle fasce - è giunta finalmente al capolinea. Almeno secondo il mio modesto parere. Siano dunque benvenute le 2 annunciate “frecce nere” che si approssimano a vestire la maglia nerazzurra: la prima, Young, è già stata ingaggiata mentre la seconda, Moses, risulta molto prossima alla definizione. Sono infatti arciconvinto che il terzino sinistro inglese finirà con l’operare da titolare sulla corsia mancina mentre, invece, l’ala nigeriana agirà sulla opposta fascia di destra. Ci si augura fortemente - sulla base del loro notevole palmares - con ben altro costrutto, dedizione e rendimento rispetto ai colleghi a cui priveranno la titolarità. E pazienza se ci sarà qualcuno dei cosiddetti “sovranisti pallonari” o, peggio, di certi “nostalgici” che avrà magari l’ardire di apostrofarli - “giusto” sui social - come “Faccette nere”. Vergogniamoci per loro: in antici po. CAPITOLO GIACOMELLI: l’arbitro triestino ha impiegato ben 2 minuti alla VAR (da cui il relativo recupero del primo tempo...) per decidere di non sbugiardare col cartellino rosso la sua sanzione sul campo, limitata al solo cartellino giallo per il fallo violento di Donati su Barella. Ed allora ti viene il sospetto, tra il serio ed il faceto, che nei 4 casi previsti dal regolamento per l’applicazione della VAR esista una non meglio precisata postilla contra squadram: nella fattispecie avversa all’Inter. Del tipo: “I falli di gioco violento commessi ai danni dei nerazzurri devono essere sanzionati con l’espulsione solo se comportano almeno una frattura ossea all’infortunato, possibilmente scomposta”. Mentre, invece, tornando seri, a Giacomelli è bastato un nanosecondo - ossia il tempo commisurato alla sua giusta statura di arbitro... - per decidere di sanzionare inizialmente col rigore un fantomatico fallo col braccio aperto di Sensi - che più imbalsamato di così non poteva essere - salvo poi essere ricondotto sulla retta via dalla solita VAR. Mi ero illuso che Giacomelli avesse cambiato spartito rispetto alle precedenti direzioni - pur “diluite” in media 1 all’anno - a cui ci aveva abituato. Agli eventuali smemorati mi permetto di ricordare che il fischietto giuliano era stato quello che - proprio al suo debutto coi nerazzurri (a fronte delle rimostranze per la mancata concessione al 90° di un solare rigore su Ranocchia in un Inter-Cagliari 2-2 del 2012) - si permise di replicare con un: ”Voi dell’Inter dovete stare zitti” (con chiara allusione ai “beneficiari“ degli esiti di Calciopoli (ndr). Al che, l’allora Presidente Moratti seppe rispondere da par suo con quello stentoreo ed impagabile: “Ci spieghino chi è il ‘noi’ quando dicono Voi dell’Inter...”. E quindi quei 2 rigori assegnati quest’anno ai nerazzurri nella trasferta a Reggio Emilia contro il Sassuolo nel girone d’andata - nella stessa partita, ma quando mai in precedenza! - si sono rivelati il classico fuoco di paglia. Giustappunto come la coda dell’arbitro nella doppia occasione dell’espulsione (sacrosanta) evitata al Lecce e poi del rigore assegnato contro i nerazzurri con tanta iniziale risolutezza. CAPITOLO LAZIO: ormai ai biancocelesti vengono concessi i rigori come fossero semplici corner o banali falli laterali. Senza alcun ritegno. Se ne contano già 13 (più un altro in Coppa Italia) solo alla prima giornata di ritorno, ossia 1 in più della primatista Sampdoria alla fine dello scorso torneo (12, fonte Transfermarkt). Per tacere del fatto che la Lazio ha primeggiato in questa particolare “specialità” già 3 volte negli ultimi 4 campionati. Nel dettaglio: 11 rigori (come il Torino) nella stagione 2015-16; ben 14 nel torneo 2016-17 ed ancora 11 nella stagione 2017-18. Solo nella scorsa Serie A (2018-19) è stato (forse) posto un freno alla vergognosa tendenza (“solo” 6 rigori concessi), salvo poi essere stata ripresa, appunto, nel campionato in corso. Tanto per fare un confronto, il progressivo laziale in questi 4 anni e mezzo ammonta in Serie A a ben 55 rigori a favore contro i 30 dei nerazzurri: poco meno del doppio. Limitando l’analisi alla stagione corrente, non risulta, però, che la produzione offensiva e quindi realizzativa dei laziali sia molto dissimile da quella dell’Inter per essere foriera di così tanti rigori concessi (46 gol fatti contro 41, pur con una gara da recuperare). Se misuriamo poi il tutto anche con le reti finora segnate dalle rispettive coppie gol, risulta che il duo Immobile/Correa sia arrivato a 33 marcature totali tra campionato e coppe varie (rispettivamente 26 e 7 gol), mentre quello nerazzurro Martinez/Lukaku si attesti sulla stessa quota totale (15+18). Vi sembra allora normale che la stessa squadra primeggi da oltre 3 campionati e mezzo (su quasi 5) in questa particolare classifica? Forse un De Gregori - idealmente cuore nerazzurro - parafraserebbe così: “Ma non è da questi particolari che si giudica il potere crescente del presidente Lotito”. Povero ingenuo!".
Orlando
"Oggi inutile nasconderlo abbiamo provato la prima grande delusione da quando Conte siede sulla nostra panchina. Una partita che sull' 1-0 di Bastoni si poteva e si doveva chiudere per garantirci il rimanere incollati alla testa senza sentire oltremodo la grande pressione che arriva da una Lazio meritatamente in grande spolvero. E' ampiamente finito il tempo delle bugie: Suning non prenda in giro uno stadio pieno ogniqualvolta l'Inter vi gioca, non prenda in giro la passione e l'amore viscerale, la costanza con la quale i tifosi seguono la squadra. Conte ha ragione: urgono rinforzi di qualità per poter dimostrare che arrivati fin qui ... ci siamo anche noi. Candreva e Biraghi ragionevolmente non possono che rappresentare rincalzi, ma per età e limiti tecnici non possono essere a ragion veduta considerati titolari. La campagna estiva di rafforzamento è stata sicuramente di impatto (se pensiamo ai due anni persi precedentemente con Spalletti in panca) ... ma ai più appare come incompleta. E' giunto il momento che Suning scopra le carte e indichi se l'acquisto dell'Inter ha rappresentato una testa di ponte per uno sbarco commerciale in occidente, o se realmente vi è pieno desiderio di primeggiare davvero anche in ambito sportivo. Il momento sta sfuggendo però ... sotto i colpi insistenti di avversari che non intendono ammainar bandiera. Suning se davvero ci credi...ORA O MAI PIU'. Che Conte non decida di andarsene a giugno ... sarebbe un non ritorno totale ... un non riprenderci da un decennio da dimenticare il più in fretta possibile. AMIAMOLA ma ... da ambo i lati".
Alessandro
"Fino all'inizio del mercato invernale si poteva dire che il percorso dell'Inter di Conte e Marotta fosse positivo anche se la eliminazione dalla CL brucia per come è avvenuta. Purtroppo le troppe voci coinvolgenti più giocatori in rosa ha creato scompensi di rendimento, soprattutto di testa, che han cominciato a pesare sui risultati. Dei nuovi acquisti estivi si sono palesate luci ed ombre (Godin, Biraghi) e se aggiungiamo il cambio di modulo, sofferenze per chi non era abituato (Godin e Skriniar). Inoltre, i continui infortuni (Sensi, Barella, Asamoah), la scarsa qualità tecnica, lo spremere sempre gli stessi giocatori (Brozovic, Lautaro, Candreva, Lukako) hanno portato ad un calo di risultati e di gol segnati che preoccupa. Continuo a dire che per il parco giocatori attuale (centrocampo leggero) e con poche alternative non può dare il meglio nel 3-5-2. Certo, Vidal servirebbe come il pane, un po' meno Eriksen (occorrerebbe un cambio modulo) come pure un paio di esterni di forza e gamba ed un minimo di tecnica. Non so cosa farà l'Inter sul mercato a Gennaio, una cosa è certa, lo staff tecnico deve decidere se mantenere come base lo stesso modulo e fare acquisti di conseguenza o cambiare qualcosa. Se si conferma il 3-5-2 io realizzerei vendendo Skriniar e forse anche Sensi, anche lui in difficoltà in questo modulo e che dubito possa reggere una stagione intera ai ritmi che Conte chiede. Non so, continuo ad aver dubbi sulla guida tecnica, speriamo di ricredermi".
Fredrik
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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