Analisi puntuale quella che fa la Gazzetta dello Sport in relazione al match di ieri al Marassi. "Il Genoa aveva vinto le ultime quattro in casa, però l’Inter riesce a sbiancarlo per metà partita. E proprio questo è uno degli errori dei nerazzurri, che pensano di poter vincere perché accatastano occasioni per oltre un’ora (6-2 il parziale delle palle gol) e sentono di avere una chiave universale per aprire qualsiasi portone. E invece, tra un errore e un prodigio altrui, tra una sostituzione indovinata e una frullata tattica, è il Genoa a uscire, a sfruttare il cinismo in una giocata di rara superiorità, usando un ascensore per il cielo. Perché la rete di De Maio, che non segnava da aprile 2015, è il terzo duello volante vinto dai genoani in area, come preparazione, assist e stoccata vincente. Se Gasperini cambia fascia a Laxalt, per «murare» un settore sbrecciato; se inserisce Tachtsidis, che modella la giocata dell’1-0, per dare più precisione al centrocampo, Mancini invece non cambia Brozovic, in serata pessima, e risistema tardi il settore offensivo finendo quasi con quattro punte. Anche lui, guardando il tabellone che dava la Roma sotto, attende il momento della fuga e pensa anche dopo la fine di meritare di stravincere. Però se le occasioni non diventano esultanze, i meriti non vengono guadagnati".

 

 

Sezione: Rassegna / Data: Gio 21 aprile 2016 alle 09:58 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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