Federico Bonazzoli, nato il 21 maggio del 1997, si sta imponendo in Primavera ed è già nel giro della Prima squadra. L'esordio la scorsa stagione, a 16 anni e 197 giorni , in Coppa Italia. Poi il debutto anche in A, contro il Chievo. Nell'ultimo turno, 4 gol al Perugia. "Vedere quel pallone che rotola, rincorrerlo, è il suo più grande divertimento — racconta alla Gazzetta dello Sport Giuliano Rusca, responsabile dell’attività di base nerazzurra e uno dei primi tecnici del Bona —: ha una passione enorme. Noi, che ci occupiamo di questa fascia di età, abbiamo doveri educativi verso i ragazzi che alleniamo, dobbiamo proporre cose che divertano e stimolino, beh, quelle cose lui le ha già dentro: è un piacere per gli occhi vederlo giocare, ha la testa giusta per fare il calciatore".

"Eppure nei primi tre mesi è stata dura", ricorda Bruno Casiraghi, il suo scopritore, oggi responsabile del Centro di Formazione Inter a Sarnico, finissimo talent scout. "Roberto Samaden (responsabile dei vivai nerazzurri, ndr) ha aiutato molto la crescita di Federico — precisa Casiraghi —. Federico qualche “caragnata” (pianto, ndr) all’inizio l’ha fatta, perché non è facile per nessuno il continuo distacco dal paese: ricordo le parole preoccupate della mamma, ma l’amore per il gioco ha cancellato tutto. Io ancora oggi gli do del “crapù”, del testone, siam tutti e due bresciani, Chicco l’ho visto crescere, diventare giocatore, e che giocatore, con quella voglia e quel fiuto del gol... A me sembra davvero forte, e dico a tutti gli interisti di supportare lui e tutti i nostri ragazzi del settore giovanile, sono il cuore dell’Inter".

"Lo vedi spesso guardare anche gli allenamenti degli altri, non è proprio una cosa comune", dice Salvatore Cerrone, quest’anno tecnico della Berretti nerazzurra e allenatore di Bonazzoli in tre diverse stagioni, a cominciare da quella dei Giovanissimi nazionali, dove il Bona segnò una tripletta in finale contro il Napoli e vinse il suo primo scudetto. "È cresciuto tantissimo nelle situazioni di gioco collettive — prosegue Cerrone —, ogni giorno impara, proprio perché gli piace giocare a calcio". E in area di rigore non sbaglia: "Sa sempre dov’è la porta — dice il suo attuale tecnico in Primavera, Stefano Vecchi —, calcia convinto di segnare, con precisione e forza, e queste qualità da bomber non si insegnano". 

Sezione: Rassegna / Data: Gio 02 ottobre 2014 alle 11:58 / Fonte: Gazzetta dello Sport - Milano
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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