Giampaolo Pazzini ha detto addio al calcio poche settimane fa e oggi, alla Gazzetta dello Sport, ricorda la sua carriera e dà uno sguardo alla Serie A. 

Che voto si darebbe?
"Direi 8. La stagione da incorniciare resta il 2009-10 con la Samp. La meno gratificante l’ultimo anno di Milan, 2014-15, giocai solo gli spiccioli. Aggiungo la prima a Verona, 2015-16, quando retrocedemmo".

La gioia più grande?
"La Champions con Fiorentina e Samp. La tripletta di Wembley con l’Under 21 e il gol al Real al debutto con il Levante".

La grande delusione?
"Il mancato Europeo 2012. Fu brutto perché lo seppi dalla tv".

Inter.
"La squadra più forte in cui ho giocato. I compagni erano macchine spaventose".

Quali allenatori ricorda con maggiore piacere?
"Mandorlini mi ha fatto esordire. E anche Mazzarri e Delneri. Mi sono trovato benissimo con Allegri, il numero uno. E’ andata bene anche con Leonardo all’Inter e con Juric".

Il grande amico e nemico?
"Toni è stato compagno, amico e mentore. Nemico, sportivamente parlando, Materazzi. Quando lo sentivi arrivare faceva paura. Lo stesso Mihajlovic. Tecnicamente dico Cassano e Pirlo".

Ha mai pensato che forse ha fatto più panchina del lecito?
"E’ vero, però non ho mai criticato le scelte tecniche, bensì i modi. Stramaccioni per esempio mi disse “per me davanti c’è Milito, tu vieni dopo”. È stato sincero e ho apprezzato. Altri hanno fatto i giochini".

Ma questo è un Milan da scudetto?
"Sulla carta vedo favorite Juve e Inter. Il Milan lo metto come possibile outsider".

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Sezione: Rassegna / Data: Dom 29 novembre 2020 alle 11:20 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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