HANDANOVIC 7 - Se l’intervento sulla zuccata di Hatemaj al terzo è più materiale per fotografi che realmente complicato, quello sul destro a pelo d’erba di Rigoni M. nella ripresa è da grande portiere, così come la deviazione al 61’ sullo stesso battitore gialloblù da palla ferma. Il palo lo salva sul sinistro velenoso di Cruzado.
RANOCCHIA 6,5 – Dei tre difensori è il più a suo agio con il nuovo modulo, che in realtà non influisce particolarmente. La forza della serenità è un volano a cui il numero 23 si aggrappa per dare sicurezza al pacchetto arretrato. Balla un paio di volte nel primo tempo (questioni tattiche più che tecniche), mai nella ripresa.
SAMUEL 6 - Il forfait di Chivu lo rende protagonista a sorpresa della trasferta veronese. Ci mette la forza, ma condizione fisica e lucidità sono ancora lontane. Il muro è pieno di crepe, avrebbe bisogno di tempo per una ristrutturazione adeguata ma Stramaccioni non glielo può concedere. Il mestiere lo aiuta a superare un avvio difficile e a tenere bene nella ripresa quando gli avversari avanzano il baricentro.
JUAN 6 - Nonostante alcune critiche ricevute dopo Inter-Siena, Stramaccioni si affida nuovamente al giovane brasiliano che oggi può considerarsi, complice anche il cambio di modulo, titolare inamovibile. Se la cava con la forza fisica e la testa sempre alta e si permette anche il lusso di qualche sgroppata nella metà campo avversaria.
NAGATOMO 6 - Entra nell’azione del vantaggio di Pereira con il destro sporco che manda in gol il dirimpettaio. Solita prestazione di sacrificio e corsa, fino a quando Strama gli preferisce il più completo Zanetti su quella fascia (dal 67’ GARGANO 6,5 - Entra per fare legna a centrocampo e si trova protagonista dell’assist vincente per Cassano, poi si divora in contropiede il terzo gol. Neanche il suo allenatore si sarebbe atteso tanta robba dal Mota).
ZANETTI 6,5 - In certi momenti le sue progressioni sono la cosa migliore, offensivamente parlando, che l’Inter costruisce. Così però sembra di essere tornati indietro di 10-12 anni e non è una buona notizia. Il capitano è il solito lottatore, ma alla mezz’ora rischia di mandare in gol Pellissier dopo un buco di testa. Nel secondo tempo si prende la fascia destra quando Strama rinforza il centrocampo con Gargano: fatelo correre e lui vi ripagherà.
GUARIN 6 - Il primo squillo nerazzurro verso la porta di Sorrentino porta la sua firma, ma si perde sul fondo. Sembra un buon segno, ma poi trova raramente conferme. Il colombiano è più vivo rispetto a domenica scorsa, ma al Bentegodi è come una luce natalizia: si accende a intermittenza. Potrebbe dare molto di più.
CAMBIASSO 6,5 - Nel pessimo primo tempo dell’Inter lui è uno di quelli che incide meno. Non riesce a tamponare a centrocampo né a dare una mano in avanti. Naufraga nella terra di mezzo, in altre parole. Nel secondo tempo, quando c’è da serrare le righe, guida ottimamente i suoi compagni e si fa apprezzare decisamente di più (dall’83’ MUDINGAYI SV).
PEREIRA 6 - Si toglie la soddisfazione del primo, pesante gol con la maglia nerazzurra, anche se deve ringraziare l’errore di Giordano. Il modulo lo responsabilizza dell’intera fascia sinistra e l’uruguagio non risponde benissimo. Si muove così così, appare timoroso e si limita al compitino. Inoltre, è la sua la corsia in cui il Chievo trova più spazi. Meglio nella ripresa, forse galvanizzato dal gol che spacca l’equilibrio, ma da lui ci si attende di meglio anche tatticamente.
SNEIJDER 6 – Voto di stima per l’olandese, costretto ad abbandonare il terreno del Bentegodi troppo presto per incidere. Ventidue minuti di luci e ombre, qualche errore nel palleggio, un giallo guadagnato, buona intensità ma anche la tendenza ad arretrare troppo ingolfando il centrocampo (dal 26’ CASSANO 7 - Inizia la sua 300esima in Serie A decisamente in anticipo rispetto alle sue aspettative, ma non si fa trovare impreparato. Che sia una spanna sopra gli altri si vede dal modo in cui si muove, tratta e gestisce il pallone. Poi, la gioia della rete ammazza-Chievo, che gli consegna lo scettro di migliore in campo. E con Sneijder fuori, inizia il suo momento).
MILITO 5,5 - Cambia il modulo ma non la sua solitudine. L’argentino, nonostante l’ingresso di Cassano già nel primo tempo, più attaccante di Sneijder, non riesce a farsi vedere come vorrebbe. Eppure dietro il Chievo non è chiuso come il Siena domenica scorsa. Al 63’, ben lanciato sul filo del fuorigioco, spreca un contropiede ghiottissimo cercando Cassano troppo a ridosso di Sorrentino. Gli tocca arretrare a centrocampo per gestire qualche pallone e nell’unica azione pulita cede il passo a Fantantonio per il 2-0.
ALL. STRAMACCIONI 6 - Che la difesa a tre sia ancora in fase sperimentale lo si evince dai frequenti buchi che la scarsa intesa dei difensori provoca a vantaggio dei clivensi, in particolare nel primo tempo (Pellissier merita un grazie…). Non che la manovra offensiva della sua squadra gli dia motivi per sorridere, anzi. Però il mister, nella sfortuna di perdere Sneijder, è fortunato: l’ingresso di Cassano cambia la partita più del gol in fuorigioco di Pereira. Dalla serata di Verona, oltre al risultato, l'allenatore trae qualche nota positiva, ma c’è ancora tanto da lavorare perché l’Inter del primo tempo i tifosi non la vogliono più vedere. A conti fatti, con 5 W su 5, la sua è una squadra da (s)trasferta,.
CHIEVO VERONA: Sorrentino 5,5, Sardo 6, Dainelli 6, Cesar 6, Frey 5,5, Vacek 5,5 (dal 69’ Cruzado 6), L. Rigoni 6, Hatemaj 6, M. Rigoni 6,5 (dal 77’ Stoian sv), Pellissier 5,5, Di Michele 5 (dal 62’ Samassa 5,5). All. Di Carlo 6
ARBITRO: PERUZZO 6 - Fischia, fischia, e ancora fischia. Il direttore di gara non si distingue certo per lo stile british e spezzetta il gioco anche in modo esagerato. Di certo, l’agonismo in campo (soprattutto clivense) non gli consente di trattenere il soffio anche a costo di rendere sgradevole il gioco. Democratico negli errori di valutazione che scontentano tutti, ma non commette errori gravi e si guadagna una stiracchiata sufficienza.
ASSISTENTI: DOBOSZ 6, GIORDANO 5
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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