Caro Andrea,
sono un tifoso interista, molto arrabbiato e deluso dalla nostra società, che prende in giro i suoi tifosi da troppo tempo ormai, che non ha un progetto serio e non vuole più spendere, oppure quando lo fa dimostra tutta la sua incapacità.E mi spiego.
Punto primo: l'artefice del triplete è stato uno solo: MOURINHO, l'unico allenatore, psicologo, motivatore, giardiniere, comunicatore,presidente,direttore sportivo che dov'è andato ha sempre vinto e vincerà(andare su Wikipedia per conferme).
Punto due: la storia del fair play finanziario vale solo per noi, mentre gli altri spendono e spandono senza preoccuparsi. Premetto che quest anno non andremo nemmeno in Champions, per una società che quasi il cinquanta per cento dei suoi ricavi vengono dalla coppa che mercato farà a gennaio? spenderemo tutti i soldi? a cosa è servita la cessione di Eto'o?????
Punto tre:i nostri giocatori sono bolliti,demotivati e stanchi, quando sento dei rinnovi di giocatori come Samuel,Chivu, Zanetti, Castelazzi ecc, mi vengono i brividi.
Questa società non ha una bozza di progetto, dirigenti incapaci(Branca ed Ausilio)e zeruuuu idee.
Grazie per la tua disponibilità e per informarci sul mondo Inter.
Livio
livio.meta@hotmail.it
Ciao Andrea sono Dario, a mio parere bisogna stare attenti iniziano ad esser troppi
(non solo i rigori )ma anche i giocatori che han fatto il loro tempo.
BASTA CON LA RICONOSCENZA si denota chiaramente che la squadra
cammina...via eto si e' spento tutto e' la realta' dovevan prender
Cavani e o Sanchez......son arrivati Cutinho, Biabiany e Forlan all'
ultimo contratto della vita.
E' chiaro che oltre alla mancanza di un
progetto, al f. play, c'e' qualcos' altro forse dobbiam pagare
calciopoli per cui Moratti non spende piu' di tanto?lo stesso Moratti
ha ancora fame o si sta guardando in giro cercando di pareggiare il
bilancio per poi vendere?
ciao dobbiamo pensare che siamo come nel 2006
l' anno del Mancio da cui siam partiti......ma ora e' dura.
ciao forza
magico Bosio ........
dario
da.proserpio@tiscali.it
Queste sono le due lettere dai contenuti più rabbiosi che mi sono giunte in questa settimana. Partiamo col dire che le grandi vittorie, per definizioni, non sono mai figlie di una sola persona. Mourinho è stato sicuramente l’artefice principale, però non l’unico. Tanto per citare un esempio è giusto ricordare che durante l’estate del 2009 il Vate di Setubal voleva Carvalho e Deco. L’Inter ha puntato invece su Lucio e Sneijder che si sono rivelati due autentiche colonne della seguente stagione di Grazia. La grossa differenza è che in quella annata alla cessione di Ibrahimovic sono seguiti gli acquisti di Eto,o, Motta, Milito, oltre a quello dei due campionissimi sopracitati. Questa estate invece, dopo la partenza del camerunese Samuel Eto’o sono arrivati a Milano giovani di belle speranze ma non quei campioni che avrebbero permesso all’Inter di poter puntare forte sui massimi traguardi in Italia come in Europa. Ciò detto, a mio modo di vedere, le tue critiche le reputo troppo dure. Innanzitutto il FPF in Italia lo stanno adottando un po’ tutti i grandi club. Non mi risulta per esempio che in questa stagione il Milan abbia fatto una campagna acquisti faraonica. L’anomalia è rappresentata dalla Juve, che per via della lunga astinenza di vittorie, parallelamente all’inaugurazione del nuovo stadio, ha dovuto mettere mano al portafoglio in maniera decisa per tornare a presentare una squadra competitiva. E se andiamo oltre confine, fatta eccezione per i club dei nuovi ricchi o degli sceicchi, obbiettivamente non abbiamo assistito alle sessioni di calciomercato più entusiasmanti della storia. Insomma, al di la del fair play finanziario, la crisi c’è e tutti la sentono. Anche i grandi club, credetemi.
E’ comunque evidente che errori, alcuni anche macroscopici, sono stati commessi e che l’Udinese insegna che nonostante un attivo di più di 50 milioni di euro si possono costruire squadre di livello. Non dimentichiamoci però che costruire a Udine, o in piazze simili, è decisamente più semplice rispetto a Milano dove la pressione non è neanche minimamente paragonabile. E’ vero che in questo momento dobbiamo ripartire e per certi versi ci troviamo nelle stesse condizioni del 2006. Ma con una differenza però. Un lustro fatto di trionfi è un tesoretto da non scialacquare. Aver vinto tantissimo dovrebbe permetterci di ritrovare la retta via in modo molto più lineare e meno difficoltoso.
BoA
Ciao Andrea, penso che Ranieri ha fatto bene a non sostituire Milito, il giocatore ha bisogno di stima ecco perchè ha tenuto in campo il giocatore, sostituirlo significava una grande bocciatura, Mister Ranieri sta lavorando molto sull'aspetto psicologico di alcuni giocatori tra cui Milito. Gradirei specialmente in questo momento da parte di Cristian Chivu più attenzione e concentrazione perchè lo ritengo uno dei più forti difensori al mondo adattabile in difesa in tutti i ruoli.-
Sabato un solo grido FORZA INTER
Mauro
maurpesc@libero.it
D’accordo sull’ottimo lavoro psicologico che sta portando avanti Ranieri. Un po’ meno sulla tattica da adottare con un calciatore che da più di un anno è il fantasma di se stesso. Sotto quattro gestioni (Benitez, Leonardo, Gasperini e Ranieri) si è cercato di recuperare un calciatore che dopo il triplete, ma soprattutto dopo l’umiliante Mondiale passato in panchina e dopo la mancata nomination per il Pallone d’oro ha subito una netta involuzione. Penso che l’allenatore di una grande squadra debba essere soprattutto bravo a gestire le risorse mane a sua disposizione ma nello stesso tempo non può permettersi di aspettare troppo a lungo nessuno. E’ chiaro che Milito avrebbe bisogno di inanellare una serie di prestazioni convincenti condite da gol importanti, ma se l’effetto della sua presenza si concretizza nel clamoroso gol sbagliato a Bergamo, con la conseguente perdita di altri due punti fondamentali, allora si deve andare alla ricerca di un punto di equilibrio tra le esigenze relative al recupero del singolo e quelle della classifica (l’Inter si trova nella scomoda posizione di chi non può più perdere punti). Su Chivu invece, pur non considerandolo uno dei migliori difensori al mondo penso e spero che a Bergamo sia incappato semplicemente nella classica serataccia. Contro Lilla e Chievo aveva infatti dimostrato grande concentrazione e grande continuità. Poi…ovviamente…il grido è sempre e comunque: FORZA INTER!
BoA
Ciao Boa,
in questo momento di difficoltà a centrocampo, come valuti il rientro a tempo pieno di un giocatore come Thiago Motta?
Michele
micky.9@live.it
Per vari motivi fondamentale. Innanzitutto Thiago garantisce un notevole tasso di esperienza pur essendo uno dei pochi “under 30” tra i titolari del reparto. Quando è assente il centrocampo guadagna un pò in dinamismo ma perde moltissimo in tecnica e fraseggio. Purtroppo però la squadra non può fare affidamento sulla sua presenza più o meno costante, per via di una predisposizione a contrarre piccoli e grandi infortuni che oltre ad aver caratterizzato tutta la carriera, hanno altresì limitato la definitiva consacrazione a livello mondiale di un comunque grandissimo centrocampista.
BoA
Ciao Boa,
riprendendo anche dei commenti del sito, ti chiedo perchè non si fa giocare uno come Caldirola e si pensa di andare a spendere una manciata di milioni per un brasiliano o un inglese o un olandese che sono delle incognite grosse quanto una casa?
e poi basta con questa storia di mandare i giovani a farsi le ossa in provincia, Bergomi o Ferri hanno iniziato subito ad alti livelli perchè secondo me o vali e lo dimostri subito oppure resti in squadre di seconda fascia...
cosa ne pensi?
Roberto
robertosimone@hotmail.it
Penso che il problema sia generale e che coinvolga tutte le generazioni del dopo Bosman. E’ evidente che il libero scambio dei calciatori abbia prodotto un effetto positivo sia sullo spettacolo (poco) sia sul conto in banca dei calciatori (tanto). Nello stesso tempo, però, ha creato non pochi problemi a quei tantissimi giovani che, con regole più “autarchiche”, avrebbero goduto di maggiori possibilità. In più c’è da aggiungere che in molti casi la richiesta per un calciatore italiano è superiore rispetto a quella per un coetaneo straniero. Per intenderci: solitamente è più economico acquistare un giovane dai club oltre confine che non, per fare un esempio, dall’Udinese (oggi citato per la seconda volta…).
Se a questo aggiungiamo quanto sia complicato per un giovane mettersi in luce con continuità in un club dalle grandi aspettative e con tifosi molto esigenti, capiamo che sarà sempre più difficile rivedere carriere come quelle del mitico trio Zenga-Bergomi-Ferri.
BoA
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