Tante. Tantissime. Una quantità industriale di mail su Zanetti ha intasato l’indirizzo di posta. Moltissimi lettori hanno voluto condividere, in questo spazio che sta diventando un punto di riferimento sempre più frequentato (grazie!), la tristezza che ha attanagliato tutti i cuori nerazzurri nel vedere l’immenso capitano uscire dal campo dopo il grave infortunio.
Ho deciso di pubblicare tre scritti. Il primo è, come potete leggere, di un giovane giornalista (interista) molto promettente. Il secondo, che ha degli elementi in comune con il primo, esprime concetti estremamente condivisibile. Il terzo serve per non dimenticare sia il comportamento di quei quattro deficienti che hanno avuto il coraggio di dileggiare un uomo come Saverio, che le molte manifestazioni d’affetto che sono piovute copiose dalla parte sana del mondo del calcio.
BoA

 


Caro Andrea, spero di riuscire a catturare la tua attenzione. Sono un 22enne studente di Scienze Motorie, tifoso interista che gestisce un piccolo blog sportivo assieme a degli amici che si chiama TatticamenteParlando (http://tatticamenteparlando.blogspot.it/). Ho scritto un articolo sull'infortunio di Zanetti e ho pensato di inviartelo per "La Posta del Boa" rubrica che seguo assiduamente perchè dà la possibilità a noi tifosi di confrontarci; mi farebbe piacere se potessi leggerlo, per me sarebbe motivo di crescita personale e sportiva. Di seguito il mio articolo:

Javier Zanetti, Un Uomo Immenso: Ti Aspettiamo Capitano.

Ha fatto male. E' inutile negarlo perchè è così. Ha fatto male ieri, in quel di Palermo, quando al 15esimo del primo tempo, dopo un'azione apparentemente "innocua", il capitano Javier Zanetti ha capito che qualcosa di brutto era successo: per lui, per i suoi tifosi, per tutta l'Inter, per il calcio italiano e mondiale.
Si è messo le mani nei capelli, una smorfia di terrore mista a dolore ha solcato il suo viso e, infine, si è buttato a terra come se la caduta al suolo potesse giovargli, potesse alleviargli il dolore che in quel momento lo attanagliava. E' strano vedergli fare questo gesto che tutti, più o meno inconsapevolmente, fanno. Strano perchè lo pensavamo anormale, ma purtroppo o per fortuna, è un uomo come tutti noi.
Tendine d'Achille rotto. Buffo paragonarlo al grande eroe greco Achille il cui unico punto debole era proprio il tallone. Tendine d'Achille rotto, la sentenza cade giù come una ghigliottina su di lui ma non solo: compagni, amici, familiari, avversari. Tutti ne sono dispiaciuti.
Com'è giusto che sia per la persona che Javier negli anni ha dimostrato di essere, prima ancora che per il calciatore navigato e d'esperienza, simbolo di un calcio che ormai non c'è più.  Ne sono rimaste poche bandiere nel calcio italiano, anzi direi solo una oltre a te, Francesco Totti. Maldini e Del Piero ormai sono fuori da un mondo che li ha incoronati e portati sui gradini più alti di questo sport. Tu non puoi abbandonarci proprio ora, tu che a 40 anni corri come e più dei giovani di 18. Tu che hai frantumato record su record e che vai oltre le stupide statistiche di questo gioco. Tu che sei un atleta da studiare perchè tutti, e tu lo sai, si chiedono come diavolo fai a fare quello che fai. Tu, semplicemente Javier Zanetti.
Lo hai promesso e noi, come i bambini che non dimenticano mai una promessa fatta, aspettiamo il momento in cui tornerai in campo perchè come ha detto tu << Supererò anche questa. Almeno un'altra voglio farla, e forse anche di più >>. Ti sei sempre distinto, e lo hai fatto anche in un momento 'drammatico' come questo: all'uscita dell'ospedale hai detto che avevi bisogno di cambiare soltanto le gomme. Sei riuscito a fare dell'ironia e a portare un pò di tranquillità anche ora. Ti aspettiamo Capitano.
Ha fatto male vederlo uscire in barella, lui che al massimo rimaneva 2 secondi seduto sul prato, quando dopo aver iniziato una delle sue solite cavalcate l'unico modo per fermarlo, e neanche sempre ci si riusciva, era, appunto, buttarlo giù. 
Tutti sognano di giocarci insieme, ma anche contro, per poter un giorno raccontare di aver giocato la stessa partita di Javier Zanetti.
Mario D'Acri
Grazie per l'attenzione e buona giornata
mariodacri@virgilio.it

 

Fra mito e realtà
Alla fine fu il tendine d’Achille a fermare “il capitano”.
Per i più potrà essere solo una coincidenza.
Per i romantici del calcio e gli intenditori oltre i colori della “fede” calcistica no.
Come il semi dio Achille, che come unico punto debole aveva il tallone.
Cosi il nostro capitano guerriero di 1101 battaglie, di cui 845 con la maglia del Inter
Si è dovuto arrendere all’evidenza che anche i semi dio hanno un punto debole.
Le distinzioni sono ovvie e citare la mitologia sembrerebbe esagerato e smielato.
Per chi vede il calcio in maniera romantica (come il sottoscritto) forse questa è più che una coincidenza,
E allora il paragone è doveroso ,se pur con le dovute distinzioni del caso.
Anche se i più storceranno il naso nel leggere queste poche righe, io non ci trovo nulla
di “umano”  nel correre su e giù per il campo come un ragazzo di 18-19 anni (e averne 39)
nel gettare sempre il cuore oltre l’ostacolo, nel trovare energie nascoste e di correre coast to coast
Al 90’ e dimostrare a tutti con i fatti e non a parole che si deve lottare sempre.
Nel saper metterci la faccia sempre e comunque, nel crederci anche nelle situazioni più buie.
Nell’avere sempre la gioia di un ragazzino quando si scende in campo
In un calcio così malato, criticato, che ha perso ogni tipo di ideali, chi ha queste caratteristiche non può
essere considerato come gli altri e scomodare il mito non è più cosi esagerato.
Comunque questa sarà solo una piccola sosta per il “ capitano”  Perché il guerriero di mille battaglie
Il condottiero dalla faccia pulita, il trascinatore silenzioso, dall’anima non corrotta e integra,
tornerà presto a riscrivere la storia del Inter e del calcio, e perché no!!! a sfatare la stessa  mitologia greca
che un semi dio non ha punti deboli.
Pietro fabiano
mix_82@hotmail.it

 

Solo gli sciocchi possono insistere con cori beceri come il più inutile e antisportivo “salta con noi!” dopo l’infortunio al nostro Capitano. Non bastava la mancanza di rispetto nei confronti di Diego Milito che i tifosi della seconda squadra di Milano, hanno insistito anche dopo il ko di Zanetti. Irrispettosi, volgari, dannosi allo spirito dello sport, ben oltre il tifo per la propria squadra e lo sfottò nei confronti degli avversari. Persino Marchisio, Burdisso, Pepito Rossi e ancora tanti altri nel giorno del crollo dell’highlander nerazzurro, si sono stretti intorno al grande uomo e al campione che, pur dolorante e impreparato al crac, è più combattivo che mai. Perché Javier Zanetti si piega ma non si spezza e presto salterà… o sì che salterà… anche perché lui il calcio lo insegna, lo sente. Altri preferiscono tweettarlo e  viverlo sui rotocalchi. E che ricordino: c’è solo un Capitano!
Ps. Ciao Andrea e scusa per lo sfogo. Forza Inter e forza Capitano!
anto.caruso4@gmail.com

 

Chiuso lo spazio doverosamente dedicato a Javier, nel riformulargli i più sentiti auguri di pronta guarigione, da parte del sottoscritto e di tutta la redazione, passiamo ora agli altri argomenti della settima nerazzurra. Purtroppo più nero che azzurra…

 


Caro Andrea,
non sono uno che scrive abitualmente nei post o sui blog, etc., non sono un ragazzino (ho più di 50 anni) e in genere non esprimo opinioni a favore o in contrasto con quanto detto o scritto e non verbalmente con i miei amici. Però, dopo tutto ciò che ho sentito e letto in questa annata funesta passata da tifoso interista,  sento che devo forzatamente esprimere il mio parere e augurarmi che possa essere condiviso.
Parliamo degli infortuni subiti in questa stagione, del numero di giocatori interessati (ultimo quello del capitano dei capitani Javier Zanetti), della o delle cause da cui sono scaturiti e della presunta loro responsabilità rispetto ai risultati deludenti ottenuti sul campo.
Riguardo le cause degli infortuni forse è bene ricordare che, oltre a specifiche responsabilità ascrivibili alla preparazione e/o allo staff medico, un fattore scatenante molto spesso trascurato è quello psicologico. In un contesto di confusione tattica come quello che ci ha regalato l'attuale e spero uscente tecnico, i giocatori scendono in campo colmi di insicurezze che si manifestano anche nelle cose più semplici.  Un movimento sbagliato, un appoggio impreciso, una indecisione di troppo. E' come quando si affronta un contrasto con la gamba "molle", è la volta che ti fai male. Abbiamo tristemente osservato tutto l'anno una squadra scendere in campo senza quella spavalderia, quella "arroganza sportiva", quella rabbia, quella determinazione, figlie della sicurezza derivante dal fatto che ogni giocatore faccia parte di un organismo unico che si muove con perfetti sincronismi e che se fai uno sbaglio il tuo compagno è pronto (perchè messo nelle condizioni tattiche di poterlo fare) a correggerlo. Viceversa sembra o anzi è che chiunque scenda in campo non sa che cosa fare, non segue uno schema preciso e preordinato. Faccio alcuni  esempi:
- Possesso palla della linea difensiva dell'Inter, il centrale ha la palla, i due laterali sono sulla stessa linea se non più avanti e il mediano rimane alto; risultato, il centrale non sa cosa fare, può solo lanciare lungo (v. Ranocchia) o perdere palla avventurandosi in uno sciagurato tentativo di dribbling sul pressing avversario. In taluni caso abbiamo visto Guarin schierato laterale destro andare a prendere palla da Handa salvo poi perderla sul pressing!!!
- L'inter attacca con due dico due uomini di cui a volte nemmeno uno in area avversaria, distanze tra i reparti abissale (il centrocampo non accorcia sulle punte e la difesa fa altrettanto nei confronti della linea di centrocampo; risultato, forza offensiva zero e perforabilità difensiva da far andare a nozze anche i meno attrezzati per il contropiede
- L'azione si svolge sulle fasce, sovrapposizione dei terzini sui laterali di centrocampo ZERO; conseguenza tutti ad affrontare l'uno contro uno con risultati che hanno in più casi oltrepassato la soglia della decenza, v. Schelotto o Pereira (attenzione io, al contrario di altri non colpevolizzo i giocatori che sono messi nella condizione di far brutta figura in ogni attimo della partita)
E potrei citare centinaia di orrori tattici messi in scena dal Dario Argento del calcio italiano.
Quindi non mi pare che sia una cosa utile all'Inter continuare a nascondersi dietro l'alibi degli infortuni. Potrei (forse) accettarlo dopo una sconfitta con il Milan, con la Juve, e poco altro, ma come si può dare la colpa alla rosa scarsa dopo sconfitte come quelle con il Siena(2) con il Cagliari, con il Palermo, in casa con l'Atalanta??? Forse queste squadre contro di noi hanno schierato un 11 più qualificato di quello delle cosidette riserve dell'Inter? Voglio ricordare che comunque sono scesi in campo giocatori come Handanovic (forse c'è di meglio nelle squadre di cui sopra?), un reparto difensivo costituito da Ranocchia (prima di finire nelle mani di Stramaccioni uno dei centrali difensivi giovani più forti dell'intero panorama nazionale), Juan Jesus uno dei difensori giovani di maggiori prospettive internazionali (sempre prima di essere finito nelle stesse mani), per non parlare dei vari Gargano, Kovacic, Alavarez, Guarin, Jhonatan, etc., tutta gente che se fosse finita nelle mani di Conte avrebbe acquisito già ben altre quotazioni di mercato. Ma aggiungo che non mi pare che nemmeno la Fiorentina, il Milan e la stessa Juve possano contare su giocatori che singolarmente valgano più dei nostri rincalzi. (v. Peluso, Bonucci, Giaccherini, Matri, etc.). Purtroppo la differenza nel nostro caso non la fanno i concertisti ma il direttore d'orchestra, ed è negativa, molto negativa. La campagna acquisti, pur con qualche errore di troppo, ha portato all'Inter giocatori di assoluto valore e che lascia aperta la porta ad una rivalutazione di alcuni altri da rimandare quando alla guida della squadra ci sia un degno condottiero capace di infondere sagacia tattica a chiunque scenda in campo.
Concludo esternando la mia speranza che, aldilà delle parole che spero di facciata, l'anno prossimo, la politica saggia che vede i giovani di talento al centro delle attenzione della società, sia affiancata  anche dalla scelta di un tecnico capace e munito della giusta dose di interismo, di uno staff medico e paramedico all'altezza, e da un gruppo dirigente che sappia fare gli interessi dell'Inter.
Grazie per l'attenzione
Fabio
searay230@tiscali.it
Grazie a te per la tua mail, con cui mi trovo d'accordo con la quasi totalità dei contenuti. Soprattutto, trovo molto interessante e giusto, il parallelo tra la questione infortuni e l’aspetto psicologico. Nella storia più o meno recente dell’Inter, e del calcio italiano in generale, non si può non notare che durante le annate fallimentari il numero degli infortuni cresce a dismisura. L’errore di tanti analisti è però quello di considerare i brutti risultati come una conseguenza degli infortuni. Spesso, come correttamente scrivi, è però il contrario: Sono proprio i brutti risultati e un aspetto psicologico non brillante a far scaturire una serie incredibile di infortuni.
BoA

 

Caro Boa,
Leggo attentamente le lettere che ti scrivono e condivido (il più delle volte) le tue risposte.
Un annata fallimentare come questa è destinata a lasciare il segno. Forse anche per semplicità, individuo in Branca il responsabile principale. Servirebbe, per il futuro, un Direttore Sportivo audace e (nonostante l'affetto che nutro per Stramaccioni) un allenatore che dia la svolta e che sappia imporsi a livello societario.
A Strama gli auguro di centrare il piazzamento in Europa League per lasciarci in ogni caso un bel ricordo e avere possibilità di impiego in altre squadre. Per quel che riguarda l'Inter mi piacerebbe che si individuasse un Direttore Sportivo che ha fatto bene quest'anno (come quelli di Fiorentina, Catania e Atalanta) e come allenatore vedrei bene (dato che Mou sembra irraggiungibile) Simeone. Cosa ne pensi? Forza Inter! Vito
vitocasale@hotmail.it
Penso che Simeone sarebbe stato l’allenatore ideale per la prossima stagione. Carattere, grinta, conoscenza dell’ambiente, un’indubbia capacità tecnica e l’esperienza giusta sono fattori che pochi tecnici possono vantare. Purtroppo però non verrà (almeno per il prossimo anno) quindi, come scritto già in altre occasioni, salvo clamorosi ripensamenti da parte di Moratti, ripartiremo con il discusso Stramaccioni. Nella speranza che almeno il mercato possa agevolare il compito, non facile, del giovane tecnico. Lo stesso discorso potrebbe essere mutuato anche per il ruolo occupato da Branca, che viene percepito come il maggiore dei mali ma, nonostante alcuni errori commessi, è stato vittima anch’egli di un ridimensionamento generale della società, che ha portato a un aumento esponenziale delle difficoltà nell’operare nel suo ambito.
BoA

 

Ormai è certo.  Dopo la tanto attesa vittoria casalinga contro il Parma il Presidente ha sciolto ogni dubbio ed ha riconfermato Andrea Stramaccioni alla guida tecnica della squadra anche per la prossima stagione.
Scelta di testa o di pancia?
Mi auguro che Moratti non abbia deciso domenica sera alle 23:00 mentre aveva sotto gli occhi la classifica aggiornata dopo la 33^ di campionato ritenendo che, tutto sommato, in una stagione maledetta dal punto di vista degli infortuni e piena zeppa di errori societari non imputabili al tecnico, l’Inter fosse quinta a soli sei punti di distanza (le partite con Atalanta e Cagliari disputate in emergenza totale a causa delle innumerevoli defezioni) dal terzo posto occupato da un Milan, che a differenza dei cugini, non vantava certamente crediti in quanto a favori arbitrali.
Spero invece che il Presidente, tralasciando i numeri che a volte possono essere fuorvianti e dando il giusto peso alle tante attenuanti di cui il nostro tecnico gode,abbia preso questa decisione perché estremamente convinto del fatto che Stramaccioni possa:
a)      dare un’identità ed un gioco alla squadra nonostante in questa stagione non ci sia riuscito, a mio parere, neanche nelle prime undici giornate di campionato, quando in panchina poteva disporre di un computer anziché della matita (spuntata tra l’altro) delle ultime gare;
b)      cominciare a costruire qualcosa di importante con tempi di esecuzione forzatamente medio-lunghi dopo aver speculato sulle qualità dei singoli (Palacio, lo statico Cassano e il poco che resta dei vari Samuel, Zanetti, Cambiasso e Milito) per ottenere risultati immediati e coerenti con le presuntuose aspettative societarie;
c)      meritarsi ex-post l’incarico di allenatore della prima squadra.
Soltanto quando la testa prevarrà sulla pancia, quando si comprenderà che senza progetto non c’è differenza tra matita e computer e che, quindi, prima delle individualità servono le idee, solo allora saremo su una strada migliore di quella che stiamo affannosamente percorrendo negli ultimi anni.
a.abatemattei@virgilio.it
Il tuo auspicio relativo alle modalità di scelta di Moratti mi trova pienamente concorde. Spesso in passato il Presidente non ha svolto il suo esercizio con questo rigore, con la conseguenza di dover cambiare in corso d’opera il progetto estivo. Ciò detto, speriamo che a tramutare in matita un computer efficiente, siano stati solo gli infortuni e i torti arbitrali. Io però non ne sono così convinto… Un po’ come scrive l’amico nella prossima mail. Buona lettura e arrivederci alla prossima settimana con un nuovo numero della “Posta del BoA”. Un abbraccio nerazzurro a voi tutti!
BoA


ciao Andrea,ti scrivo il giorno dopo la brutta prestazione di palermo(ormai non si contano) e volevo fare alcune considerazioni.capitolo società:dopo l'addio di mourinho regna il caos,non si vede un progetto: errori gravi di mercato:diamo via livaja per prendere un panchinaro(schelotto)si da via longo per prendere rocchi abbiamo il settore giovanile più forte d'europa e non lo sfruttiamo,gestita male la vicenda snejder.alla fine errori cosi si pagano e Branca non è esente da colpe( un'idea potrebbe essere Leonardo,Corvino oppure un ritorno di lele Oriali)capitolo infortuni:preparatore e medici andrebbero sollevati dall'incarico perchè hanno imballato completamente la preparazione oltre ad aver gestito male la pausa natalizia.inoltre hanno gestito male i reduci dal triplete.capitolo allenatore:personalmente non riconfermerei Stramaccioni e spiego il perchè.non ha saputo dare un gioco alla squadra(in serie A siamo gli unici)è vero che dopo la trsferta di Torino con la Juve eravamo a un punto(bella gara purtroppo l'unica della stagione)ma fino alla sosta di natale i titolari bene o male c'erano tutti,mentre la aquadra ha fatto orribili prestazioni con palermo,genoa,mentre con l'anno nuovo siamo stati presi a pallonate dal Siena(non dal Real)e che dire di tutti i primi tempi regalati perchè Strama andava in confusione?attaccarsi agli episodi o arbitri(anche se a volte si è esagerato)mi sembra un pò troppo.Andrea la mia paura è che Moratti riconfermi Strama,a novembre-dicembre la squadra vada male(non vedo come possa far meglio)e si cambi per l'ennesima volta l'allenatore buttando via un'altra stagione.Ti Saluto dicendo Forza Inter e facendo un caloroso augurio di pronta guarigione per il nostro gladiatore Capitano Zanetti.
rocla1@virgilio.it

Sezione: La Posta del BoA / Data: Ven 03 maggio 2013 alle 00:15
Autore: Andrea Bosio
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