In live dalla Mondadori di Piazza Duomo a Milano dove sta per andare in scena la presentazione del libro 'La mia vita sempre al centro' di Henrikh Mkhitaryan con Alessandro Alciato, il centrocampista dell'Inter si è fermato a rispondere ai giornalisti presenti in zona mista tra cui l'inviato di FcInterNews.it: "Volevo dare il messaggio a tutti i sognatori e sognatrici che vogliono raggiungere qualcosa nella loro vita, indipendentemente dal mestiere, di andare avanti, non mollare, crederci e lavorare su loro stessi perché ciò che fanno è per loro e alla fine avranno i loro risultati. Con questo libro vorrei dare una ‘strada’ ai giovani, dicendogli che niente si ottiene facilmente, ma di lavorare e lottare per arrivare dove vogliono" ha detto in apertura.
A proposito di non mollare c’è già in te una decisione sul futuro?
"Al momento non sto mollando, sto lottando e come ho detto do il mio massimo e a fine stagione valuteremo se sarò ancora in grado di giocare e aiutare questa squadra. Se potrò continuerò altrimenti non avrò niente da rimpiangere perché ho 37 anni e ho già dato abbastanza tanto e sarei felicissimo anche se dovessi smettere".
Hai dedicato parte del libro al tuo rapporto con Inzaghi e hai detto ‘è stato doloroso per le modalità. A cosa ti riferivi’?
"È difficile lasciare andare un allenatore con cui hai lavorato per tre anni, a cui ha dato tantissimo, specialmente a me perché ho sempre giocato, lavorato per la squadra, per lui, dato il meglio perché si fidava di me e lo ringrazio. È difficile lasciare andare qualcuno che aveva fiducia in te, per quello, e non dico che mister Chivu non abbia fiducia in me ma è una persona diversa, bisogna lavorare duro e bisogna capire cosa vuole da noi. Indipendentemente da dove sono stato sono sempre stato e dall’allenatore che ho avuto non è mai semplice lasciarne andare uno con cui hai lavorato e ti trovi bene".
Quando hai iniziato si viaggiava un po’ meno. Che ne pensi sulla gara in Australia?
"Non posso rispondere perché non siamo noi che andremo a giocare in Australia però posso dire che secondo me è un po’ pesante. Non è un’amichevole, ma è una partita della stagione, devi fare ventiquattro ore di viaggio all’andata e al ritorno, col fuso orario… Però non possiamo lamentarci perché alla fine siamo pagati per giocare".
Siete più forti dell’anno scorso?
"È ancora presto da dire, bisogna giocare da qui alla fine e poi vedremo in che posto in classifica saremo. Siamo una squadra competente che può dare tanto, anche quelli che girano e ruotano, perché il mister sta cambiando tantissimo, siamo tutti pronti ad aiutare squadra e compagni per raggiungere i nostri obiettivi".
Racconti di aver rifiutato l’Arabia perché ti sei detto interista. Cosa è l’Inter in questo punto particolare per te e quanto sogni la rivincita dopo quella brutta serata li?
"Non ho detto che l’Inter è la mia ultima squadra, rispondo così perché avendo 37 anni non è facile adattarsi a giocare in una squadra dove ci sono grandi campioni, ho fatto il mio meglio per aiutare i miei compagni e la squadra, poi è successo quello che è successo. Poi certo, c’è grande voglia di rivincita con noi stessi".
L’anno scorso non avete vinto nessun big match, Roma e Napoli possono cambiare le prospettive di stagione?
"Siamo molto contenti di giocare queste due partite di fila perché ogni giocatore sogna di giocare le grandi partite e per noi sarà un esame per poter capire dove possiamo arrivare".
Riesci a tracciare una differenza tra Inzaghi e Chivu?
"Ovviamente ogni allenatore ha la sua filosofia, sta chiedendo un gioco diverso, un po' più verticale con un po' più possesso. Però è ancora presto, è ancora giovane come allenatore mentre Inzaghi aveva già più esperienza e ha capito una cosa diversa, ma Chivu ha il potenziale per diventare un grande allenatore".
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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- 00:00 E invece… non gli resta che imparare


