Lunga intervista della Gazzetta dello Sport ad Andrea Pinamonti​, canterano interista e quest'anno tornato al Sassuolo dopo la parentesi al Genoa.​​​​​​

Che stagione è questa per lei?
"Una stagione importante. Ci sarà da battagliare tutto l’anno, questo è un campionato difficile. Chi viene dalla Serie B come il Sassuolo magari può trovare qualche difficoltà in più, ma sono anche convinto che questo gruppo è pronto e carico per affrontare questa sfida così impegnativa".

La partenza del Sassuolo è stata un po’ lenta, poi è arrivato il cambio di passo. Come se lo spiega?
"Dovevamo trovare la chimica giusta. In squadra ci sono tanti giocatori nuovi, è normale che ci fosse bisogno di tempo per ingranare, comprendere le richieste dello staff tecnico e andare tutti dalla stessa parte. Ultimamente abbiamo cambiato ritmo e penso si sia visto".

Ha segnato tanto in Serie A, che cosa pensa di dover fare di più per una chiamata dalla Nazionale?
"Non saprei. Se mi guardo indietro sono soddisfatto, non era scontato arrivare a certe cifre a 26 anni. Ma so che devo crescere ancora. Devo fare di più per arrivare a togliermi qualche sfizio e qualche sassolino".

I giocatori italiani sono un po’ sottovalutati?
"Non saprei. All’estero lanciano i giovani con costanza senza il clamore mediatico e le esagerazioni che ci sono da noi. Io l’ho provato sulla mia pelle. Ho esordito giovanissimo all’Inter e dopo quindici minuti sembrava dovessi già fare cinquanta gol. Bisogna dare ai giovani il tempo di sbagliare e di crescere. Certe estremizzazioni, specie da quando esistono i social, sono davvero insopportabili".

A proposito di Inter. Parliamo dei suoi maestri. Primo: Mauro Icardi.
"Ha fatto tanto per me. Dentro e soprattutto fuori dal campo. A 18 anni avevo lasciato la foresteria e stavo cercando casa. Mauro mi ha ospitato e mi portava agli allenamenti perché non avevo ancora la patente. Un ragazzo di cuore, di una generosità incredibile".

Romelu Lukaku.
"Insieme nell’anno dello scudetto. Altro ragazzo d’oro. Si fermava dopo gli allenamenti per darmi consigli. Io lo riempivo di domande, mi ha fatto crescere tanto".

Antonio Conte.
"Fare un anno con lui è stato fondamentale per il mio percorso".

Lei è anche legatissimo a Skriniar.
"Sono andato al suo matrimonio in Slovacchia, ci sentiamo ancora. Che cosa mi ha insegnato? A prendere le botte...".

L’Inter è un capitolo chiuso per lei?
"Non ha molto senso parlare del futuro. Mi hanno preso a quattordici anni e mi hanno portato in Serie A. Per l’Inter provo una enorme riconoscenza".
 

Sezione: Focus / Data: Mar 14 ottobre 2025 alle 11:02 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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