Massimo Tarantino, direttore del vivaio dell'Inter, è tra i protagonisti della rubrica 'È sempre Primavera', il format con cui la Lega Serie A va alla scoperta del mondo delle giovanili italiane. Tarantino parte parlando di Interello, la casa dei giovani nerazzurri: "E' un centro sportivo che risponde a tutti i requisiti per sviluppare i propri talenti. La tendenza è quella di dargli un aspetto a livello di look e funzionalità più adeguati al club - le parole -. Oggi qua abbiamo la seconda squadra, la prima squadra femminile, quindi abbiamo bisogno di recuperare spazio e strutture per mettere in condizione gli staff di poter lavorare al meglio".

Hai lavorato anche con le prime squadre, che differenze noti con il Settore giovanile?
"La prima squadra ti impone di produrre risultati nell'immediato, con i ragazzi il ragionamento è diverso perché bisogna immaginarsi il percorso di un talento. Non è tanto la performance del momento, quanto il capire dove si può spingere un determinato giocatore. Serve tanta pazienza: da noi un bambino entra a 9 anni ed esce a 19, non si può accelerare questo processo". 

Come vedi Benny Carbone nel ruolo di allenatore?
"Ha già fatto un percorso personale che lo ha già proiettato a bei livelli. Non ha mai nascosto l'affetto per l'Inter, quindi - quando si è creata la condizione per riportarlo in famiglia - lo abbiamo fatto volentieri. Lui ha accettato questa sfida con grande passione, senza crearsi un problema sulla categoria da allenare. Siamo molto contenti, in questa seconda stagione ha una sfida più difficile in Primavera, soprattutto nella stagione in cui abbiamo inserito la prima squadra".

L'Under 23.
"E' una squadra fortemente voluta dalla proprietà e dal presidente (Marotta, ndr), è una opportunità bellissima per la quale noi addetti ai lavori abbiamo spinto. Pensavamo mancasse una squadra che potesse fare da cuscinetto tra Primavera e prima squadra. Come Inter, abbiamo la fortuna di sperimentare questa nuova squadra. Devo dire che siamo molto contenti, ci rendiamo conto che alcuni Under 20 campioni d'Italia stanno completando il loro percorso di formazione. Possiamo fare tutto questo all'interno della cultura dell'Inter, questo è un grandissimo vantaggio". 

Come sta andando Handanovic con l'Under 17?
"Siamo contenti del nostro parco allenatori. L'Inter ha una tradizione che già c'era prima del mio arrivo, ovvero coinvolgere ex giocatori nel progetto del vivaio. Tra allenatori e collaboratori ci sono tante figure che hanno vissuto Interello in passato, questo per noi è un motivo di orgoglio perché significa creare appartenenza. Chi è stato all'Inter ci vuole tornare, chi vive l'Inter rimane per sempre legato a questi colori. Questo aiuta anche i nostri giovani atleti perché possono ricevere i valori del club da queste figure: Handanovic e Carbone sono un esempio, ma non sono gli unici perché prima di loro c'è stato Chivu, per citarne uno". 

Una bella soddisfazione la vittoria di scudetto e Supercoppa italiana con la Primavera.
"Senza ombra di dubbio. Più sali di categoria, più la competitività è importante. Quando parliamo di Primavera, c'è soddisfazione nel vincere un trofeo:. Ci si avvicina al mondo degli adulti. Siamo contenti, fra l'altro ci siamo riscattati dopo il ko in semifinale della scorsa stagione".

La definizione del 'metodo Inter'.
"La richiesta di proprietà e presidente è generare valore sociale, tecnico ed economico, cercando di mettere i ragazzi al centro del progetto. L'obiettivo è trovare il modello migliore all'interno di un processo di lavoro uniformato, un metodo da condividere con tutte le squadre. Ci piace avere uno stile di gioco, un modello Inter". 

Sezione: Focus / Data: Mar 14 ottobre 2025 alle 15:33
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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