Centrocampista di talento dell'Under 20 di Benito Carbone, Filippo Cerpelletti è uno dei protagonisti della puntata dal format di Radio TV Serie A 'È sempre Primavera' dedicato all'Inter. In quella Interello che ormai per lui è una sorta di seconda casa: "Sono arrivato qui all'età di otto anni, quindi questo è un percorso molto lungo che spero duri il più possibile. Vengo da Marcheno, in Val Trompia; per 6-7 anni ho fatto avanti e indietro, è stato abbastanza difficile per me e per la mia famiglia; abbiamo fatto tanti sacrifici, non era gestire soprattutto l'altenanza campo-studio, ma ci siamo riusciti alla grande. Ora che sono a Milano ho un po' più di stabilità. Riposo meglio, mangio le cose giuste coi miei tempi".

In quegli anni da pendolare hai mai pensato: 'Ma chi me lo fa fare'?
"Ci sono stati dei momenti in cui è stato più difficile, però giocare a calcio è la mia vita e quindi non ho trovato difficoltà a rinunciare a determinare cose come le uscite con gli amici o dormire presto o mangiare determinate cose".

Com'è vivere da solo a Milano?
"La lontananza da casa si sente, ma ormai ci ho fatto l'abitudine e quindi la vivo bene anche coi miei compagni e i tutor. Abbiamo un convitto molto accogliente".

Come ti descriveresti come calciatore?
"Sono centrocampista centrale, un giocatore tecnico con buona intelligenza tattica. Posso migliorare in tanti aspetti come quello fisico. Mi piace tenere il possesso palla, devo migliorare nel tiro".

A chi ti ispiri?
"Nell'Inter ad Hakan Calhanoglu, perché fa il mio stesso ruolo. Da lui cerco di rubare molto la predisposizione in avanti verso il tiro, visto che ha fatto tanti gol". 

Come hai vissuto la vittoria in Supercoppa?
"È stata una serata emozionante, poi è sempre bello vincere un trofeo. Ma in una partita così importante è sempre più gratificante. Sapevamo fosse difficile, ci sono state complicazioni nei novanta minuti; ma grazie alla forza del gruppo abbiamo raggiunto l'obiettivo di alzare la coppa".

Hai trovato le differenze nel salto di categoria?
"Sicuramente il ritmo, l'intensità è la prima differenza. Sono molte le differenze tra Under 18 e Primavera, c'è stato anche un salto a livello tecnico. Però abbiamo la fortuna che il mister è sempre lo stesso da un anno e mezzo, conosce il gruppo e ci aiuta con la sua esperienza".

Quanto ti stanno servendo le esperienze in Youth League e nelle Nazionali?
"In campo internazionale il ritmo e la preparazione sono diverse rispetto all'Italia. Ci sono giocatori di altissimo livello in qualunque squadra che affrontiamo, si è visto con Ajax e Slavia Praga. Ci sono giocatori che si affacciano alla prima squadra e sono importanti per i club, ma noi prepariamo le partite non guardando gli avversari ma basandoci su noi stessi, cercando di essere preparati a vincere ogni partita anche se sappiamo che in Europa il ritmo è diverso e le avversarie sono toste".

Sei uno dei capitani della Primavera, che valore ha la fascia e il ruolo di leader?
"Ti dà molte responsabilità, devi mantenere la calma e parlare con l'arbitro nel modo giusto. Negli spogliatoi devi unificare il più possibile il gruppo".

Pensi più allo Scudetto in questa stagione o al debutto nei professionisti?
"Il sogno è quello di debuttare in prima squadra con questa maglia alla quale sono legato da tanti anni. Magari un giorno giocare la Champions League, ma a me interessa il sogno della squadra. Vorrei vincere la Youth League e riproporre quello che è stato fatto dalla Primavera l'anno scorso difendendo lo Scudetto". 

Sezione: Giovanili / Data: Mar 14 ottobre 2025 alle 16:02
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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