Tre punti e poco più. L’Inter passa a Siena ma vi riesce solo grazie a un ‘miracolo’ di Castaignos al 90’. Una rete scaccia incubi, che soffia via momentaneamente le polemiche che sarebbero scaturite da uno scialbo 0-0 e mantiene i nerazzurri sulla carreggiata della risalita. Due successi consecutivi in campionato sono in perfetta sintonia con il filotto che la formazione di Ranieri deve inanellare da qui a Natale, ma non si potrà sempre contare sulla giocata del singolo nei minuti conclusivi.
PRIMO TEMPO DA DIMENTICARE - Se fosse possibile cancellare dalla memoria 45 minuti probabilmente molti nerazzurri si sarebbero proposti per questo trattamento dopo la prima frazione di gioco del Franchi. Un primo tempo che definire deludente è un eufemismo, da cui è a dir poco difficile evincere che l’Inter debba cercare a tutti i costi i 3 punti per cercare una già difficile rimonta ai vertici della classifica. Il 4-1-4-1 disegnato da Ranieri non produce alcunché, meno che a Trebisonda: merito di un Siena sereno e ben messo in campo da Sannino ma, soprattutto, di un undici, quello nerazzurro, tutt’altro che propositivo e privo di qualsivoglia marcia superiore alla seconda, minimo sindacale. Lo 0-0 All’intervallo è dunque il più fedele dei risultati se riferito all’andamento, e se i toscani avessero chiuso in vantaggio sfruttando una delle tre palle gol occorse a Brienza, Mannini e Calaiò, non sarebbe stato affatto un furto.
INVOLUZIONE - La buona volontà non manca, senza dubbio, ma se l’unica vera occasione da gol per l’Inter nasce da una mischia e viene sprecata malamente da un sinistraccio di Samuel, uno o più motivi ci devono pur essere. Pazzini (protagonista di un colpo di testa alto) si vede poco ed è cercato male, Zarate è in eterno conflitto dentro la gabbia preparata nella sua zona da Sannino. Alvarez, l’altra bocca da fuoco, giochicchia ma non emerge mai dalla ‘massa’ involuta dei compagni. I quali vanno al piccolo trotto per tutti i primi 45 minuti, quasi dovessero conservare due reti di vantaggio. Anche la retroguardia del Siena, non certo la migliore della storia del calcio, così riesce a dormire sonni tranquilli. E il termine ‘sonni’ non è utilizzato a caso considerando i ritmi visti sul rettangolo di gioco.
LA SVEGLIA DI LUC NEL TORPORE - La sveglia pensata da Ranieri ha due nomi: Obi e Castaignos. I due diventano le ali di un 4-2-3-1, con Cambiasso che agisce sulla trequarti. Mossa che non frutta alcunché dal punto di vista dell’incisività offensiva, perché l’Inter continua a giocare al piccolo trotto, vittima di un senso di impotenza difficile da scrollarsi di dosso. In questo contesto ai limiti dell’imbarazzo è il Siena a rendersi più pericoloso e serve una ‘pettinata’ di Zanetti a togliere dal piede di Calaiò il facile pallone del vantaggio. L’ingresso di Milito a 10 minuti dalla fine aumenta leggermente la pressione offensiva dei nerazzurri, ma ad attentare allo 0-0 è solo un tentativo su punizione di Thiago Motta, frustrato dal volo di Brkic. Poi, nella confusione generale, la zampata di Castaignos che mette momentaneamente in cantina tutti i problemi di questa Inter e le regala 3 punti insperati e probabilmente immeritati. Questa è andata, dunque, ma per centrare il famoso ‘filotto’ serve fare molto di più.
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