Per i gol brutti, o magari per quelli più facili, magari ripassate la prossima volta: perché per togliersi dalle spalle quello che sta diventando un gorilla, un tabù che perdurava senza sosta dall’anno del Triplete, fra pareggi e sconfitte anche clamorose, l’Inter decide di concedersi le pennellate di lusso. Se proprio deve essere questa l’occasione per tornare a sorridere al cospetto della Dea, che lo si faccia con tutti i crismi, ovvero con due gol strappa applausi: questo sembra essere il messaggio lanciato da Walter Mazzarri ai suoi uomini prima di scendere in campo, anche se a recepirlo per il meglio, guarda le coincidenze, lo recepisce più chi entra dalla panchina: Pablo Daniel Osvaldo prima, Hernanes poi, si inventano due realizzazioni che rendono colpevoli gli assenti di un San Siro semideserto, due gol che proiettano l’Inter alle spalle del duo di cannibali Juventus-Roma. Non vale niente, per adesso, però aiuta eccome.
CHE MITRAGLIATA – Quella di ieri è stata una partita dove l’Inter ha legittimato la sua vittoria, anche se magari a un certo punto dell’incontro qualche brivido sulla schiena del tecnico nerazzurro è passato. che ha visto l’Inter grande protagonista del primo tempo, chiuso con un solo gol all’attivo, quasi un’ingiustizia considerato quanto fatto vedere in campo. Nulla da togliere all’Atalanta, che comunque è venuta a giocarsela nonostante qualche rudezza di troppo (chiedere a Mauro Icardi per informazioni) tollerata dall’arbitro Gervasoni, la cui direzione ha anche irretito un po’ (tanto) Mazzarri; ma il successo è pieno e meritato, e solo la sfortuna concretizzatasi con i pali di Nemanja Vidic prima e Rodrigo Palacio poi, unita al rigore comunque non calciato benissimo dall’argentino, ha fatto sì che il punteggio non fosse più ampio già all’intervallo. Poco male, perché alla fine il gol arriva. E che gol: una sforbiciata volante, il marchio di fabbrica di Pablo Daniel Osvaldo, che fulmina Sportiello e porta la strada in discesa.
UNO SPARO ALLE POLEMICHE – Era finito nel centro del mirino della critica in queste prime settimane di campionato: dov’è finito Hernanes? Perché il brasiliano, primo acquisto di un certo peso dell’era di Erick Thohir sul piano anche e soprattutto economico, fatica a imporre il suo gioco? Ad un certo punto, c’è chi ha anche paventato il rischio che il Profeta potesse diventare il grande enigma della stagione, visto che dalle sue parti, oltre al funambolo Mateo Kovacic e a un Fredy Guarin che comunque rimane difficile da adattare come punta, cominciano a ronzare anche i due nuovi arrivi Gary Medel e Yann M’Vila. Insomma, tanta qualità e solo l’imbarazzo della scelta per Mazzarri, che però potrebbe immalinconire l’ex laziale che infatti nelle prime uscite stagionale non è mai stato così sfavillante. Eppure, a volte, basta così poco per ribaltare la visione delle cose, per far sparire le nuvole e far rispuntare il sereno. Basta una saetta, uno sparo dalla potenza straordinaria, scagliata dalla lunetta dell’area di rigore, per togliere l’Inter dagli imbarazzi degli assalti dell’Atalanta bucando ancora una volta Sportiello. Un gol che davvero vale doppio: perché chiude i giochi e perché ridà morale e carica al brasiliano; in una stagione dove ci sarà bisogno di tutti, questi segnali sono sempre benedetti.
CANI DA CACCIA – A un certo punto, dalle tribune di San Siro si è alzato un coro: “Pitbull, pitbull”. Destinatario, ovviamente lui: Gary Medel, il piccolo e rognoso centrocampista cileno che a suon di recuperi, corse a perdifiato, interventi prodigiosi ha conquistato in breve tempo il tifo nerazzurro. Qualcuno lo aveva pronosticato al momento del suo arrivo, ma l’ex Cardiff in questo avvio di stagione sta forse recitando ben al di sopra delle aspettative, mostrando anche grande visione di gioco e confidenza anche quando c’è da tirare in porta. Ma ieri sera, assieme al pitbull, Mazzarri, nel momento di maggiore difficoltà forse dell’intero incontro, ha deciso di sguinzagliare anche il rottweiler: fuori Palacio, dentro Yann M’Vila. E dal momento dell’ingresso in campo del francese, l’Atalanta come per incanto ha smesso di far tremare l’Inter. Insuperabile, perfetto in ogni contrasto, pulito, grande distributore di palloni, l’ex Rubin ridà animo alla manovra interista che di lì a poco arriverà anche al gol del definitivo 2-0. A fine gara, Mazzarri avrà anche modo di elogiarlo in conferenza stampa: niente male questo francesone che le solite malelingue hanno presentato in Italia ricordando più le mattane fuori dal campo che la grande quantità e qualità del suo mestiere.
HISTORY (NOT) REPEATING – L’Inter aggancia pertanto il terzo posto, alle spalle dell’implacabile duo formato da Juventus e Roma che non perde un colpo nemmeno per sbaglio e si avvicina con le armi più cariche che mai all’appuntamento del 5 ottobre. In quanto ai nerazzurri, la compagnia di Hellas Verona e Sampdoria non sembra sulla carta così scomoda e il calendario fornisce altre occasioni favorevoli: prima la gara interna col Cagliari, poi le partite contro Fiorentina e Napoli, sempre sfide delicate ma contro due avversarie che per il momento stanno palesando grosse difficoltà. In mezzo, l’impegno in Europa League col Qarabag. Come l’anno scorso, si presenta sostanzialmente un calendario agevole per l’Inter, sebbene non lunghissimo: la speranza è che, come l’anno scorso, non si sciupi tutto gettando al vento gare abbordabili, grande pecca dell’ultima annata.
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