Walter Zenga si racconta a Radio 2 riaprendo una parentesi sul passato da interista. Nella mente dell'uomo ragno non può che riaffiorare la finale di Coppa Uefa con vinta contro il Salisburgo. “Non dimenticherò mai la finale di Coppa Uefa con il Salisburgo, che vincemmo uno a zero. La mia ultima partita con l’Inter, la serata perfetta. Se uno avesse dovuto scrivere il finale di un film, quello sarebbe stato davvero il finale perfetto. Sapevo da un po’ che dovevo andare via, anche se il presidente Pellegrini continuava a negare. Quella sera fu tutta la mia vita. L’Uomo Ragno? Ero stato escluso dalla nazionale di Sacchi, uscendo dallo spogliatoio allacciandomi la tuta canticchiavo “Hanno ucciso l’uomo ragno” degli 883 e sono diventato l’Uomo Ragno. Era prima dei mondiali del 1994. Il mio soprannome originale era quello che mi diede Gianni Brera, deltaplano".

Non solo passato da calciatore, spazio anche per il passato più recente, da allenatore: "A marzo, quando il Venezia mi ha esonerato, non ho dormito. Vivo il mio lavoro al cento per cento, quando alleno mi sveglio anche la notte e mi metto a studiare determinate situazione di gioco. A Genova con la Sampdoria stavo facendo cose regolari, mi hanno esonerato e per poco non vanno in Serie B. Ma nessuno me lo ha riconosciuto. Ho una retrocessione col Crotone, ma nel girone di ritorno abbiamo fatto un campionato pazzesco. Appena è venuto fuori il mio nome per l’Udinese, è subito uscita una falsa notizia secondo la quale sarei indeciso perché dovrei fare un programma televisivo. Ma come si fa a scrivere una cosa del genere?"

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Ven 22 novembre 2019 alle 20:49 / Fonte: Gazzetta.it
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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