Fino allo scorso 30 giugno l’attaccante Victor Obinna è stato un giocatore dell’Inter; poi, scaduto il contratto quadriennale – e nonostante numerose offerte provenienti dall’Europa – il nigeriano si è accasato in Russia, presso il Lokomotiv Mosca. Obinna, tifoso nerazzurro dichiarato, si confida ad FcInterNews.it ripercorrendo la sua esperienza italiana.
Victor, come ti trovi in Russia?
“La mia situazione, rispetto agli ultimi anni, è cambiata: ma ora posso dire di stare bene, sono felice di aver scelto di intraprendere questa nuova avventura”.
Come mai hai deciso di firmare per il Lokomotiv?
“Avevo richieste che provenivano dall’Italia, dalla Spagna e dall’Inghilterra, ma ho firmato un contratto quadriennale con un club che mi ha voluto fortemente, che ha creduto in me sin dall’inizio e che ha un progetto sportivo interessante”.
Il tuo cammino in Italia qual è stato?
“Sono stato prima al Chievo Verona, poi sono stato acquistato dall’Inter, dove ho militato per un anno e poi andato in prestito prima al Malaga e poi al West Ham”.
Che differenze ci sono tra il campionato russo e quello italiano?
“Qui c’è un movimento in costante sviluppo e con ampi margini di crescita: l’Italia, e i tornei più blasonati d’Europa, hanno dalla loro parte una storia, una tradizione e una cultura che dura da molti anni. In Russia si è partiti da meno tempo e si ha l’obiettivo di raggiungere il prestigio dei campionati europei”.
Ma già oggi il campionato russo viene seguito con occhi differenti rispetti agli anni scorsi.
“È vero, sono stati fatti grossi passi in avanti, anche perché ci sono ottime squadre, come il Lokomotiv, ma anche lo Zenit di San Pietroburgo di mister Spalletti o il Rubin Kazan di Bocchetti o il Cska di Mosca”.
Che squadre sono?
“Hanno un’impronta di gioco internazionale perché si confrontano settimanalmente, attraverso le Coppe, con le più importanti squadre europee”.
Parlami della tua esperienza all’Inter.
“Sono onorato di essere stato un calciatore nerazzurro: per me, il 2008-09, è stato un anno fondamentale e di crescista, sia dal punto di vista umano che professionale”.
Hai giocato al fianco di grandi campioni.
“Javier Zanetti, Cambiasso, Ibrahimovic e Milito e, in più, sono stato allenato da mister Mourinho: è stato un anno eccezionale che non potrò mai dimenticare”.
In quella stagione hai totalizzato 9 presenze e un gol vincendo, però, lo scudetto.
“Purtroppo non ho giocato moltissimo, ma non è facile competere con i grandi campioni che militano in questi grossi club, ma penso di poter dire di aver lasciato un ricordo indelebile in quella stagione”.
A cosa ti riferisci?
“Alla partita vinta all’"Olimpico” di Roma, il 19 ottobre 2008, per 4-0 con un mio gol”.
Raccontaci.
“Fu una gara particolare, dove Mourinho fece giocare più di qualche giocatore che non era titolare, perché questi ultimi – nella settimana precedente – erano stati impegnati con le Nazionali. Mou, per una settimana intera, ci catechizzò e ci spiegò come avremmo dovuto giocare e cosa avremmo dovuto fare per vincere. E così fu”.
Torniamo all’attualità: l’Inter, martedì sera, ha vinto 3-2 a Mosca contro il Cska.
“Sì, ho seguito la partita e ti posso dire che lunedì scorso sono andato nel ritiro nerazzurro a trovare i miei vecchi compagni ed è stato un vero piacere salutare un po’ tutti, da Cambiasso a capitan Zanetti, ma anche i dirigenti Branca e Ausilio: è stato bello ritrovarsi…”.
Come li hai visti? Che sensazioni hai avuto?
“Molto bene, caricati al punto giusto e motivati a dovere”.
Hai mantenuto contatti con qualche giocatore?
“Mi sento spesso con Mario Balotelli, lo scorso anno ci siamo anche visti mote volte, quando io militavo nel West Ham. Poi, ho contatti frequenti con Sulley Muntari”.
Guardando alla tua esperienza all’Inter ti porti dietro qualche rimpianto?
“Lo scorso anno mi è scaduto il contratto e non sono stato riconfermato: queste sono cose che decide lo staff societario e sulle quali è difficile intervenire. Non ho, comunque, rimpianti: quando sono stato all’Inter, ho fatto il massimo che potevo e quando sono sceso in campo ho fatto del mio meglio”.
Ti porterai sempre dietro il ricordo della maglia nerazzurra.
“Mi rimarrà sempre l’orgoglio di aver fatto parte di questa grande famiglia nerazzurra e l’Inter rimarrà sempre nel mio cuore e non ho difficoltà a dire che sono un tifoso nerazzurro e mi informo sempre sui risultati di Milito e compagni”.
Speri un giorno di tornare a giocare in Italia?
“Sì, ci spero: ma oggi sono qui in Russia a giocare in un club molto importante. Voglio crescere ancora molto e per farlo devo migliorare e dare tutto per il Lokomotiv”.
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