Quando l'Inter partì per Stojkov e tornò con Pandev...

Il calcio è bello perché non smette mai di stupire e perché riserva sempre spunti legati più o meno all’attualità. Si narra, ad esempio – ma è una storia che contiene in sé tutti i crismi dell’ufficialità –, che dalla Macedonia, una decina di anni fa, siamo nella stagione 2000-2001, arrivi una segnalazione da un addetto ai lavori: “venite a dare un’occhiata, c’è un giovane attaccante che merita di essere seguito”.

L’Inter parte, va a vedere questo giocatore, lo giudica positivo e lo prende. Il suo nome è Aco Stojkov, classe 1983, che l’Inter paga 250 milioni di lire. Ma gli osservatori spediti dalla società nerazzurra notano, in quegli stessi allenamenti e in quella stessa partita, che c’è un altro ragazzo che merita di essere preso in considerazione.

Chiedono lumi alla dirigenza della squadra locale e si sentono dire che quel ragazzo risponde al nome di Goran Pandev, anch’egli classe 1983, nativo di Strumica, così come Stojkov. “Volete anche Pandev? Costa 50 milioni (di lire…)” dicono i dirigenti locali. “Affare fatto”, rispondono i nerazzurri.

I due si trasferiscono a Milano e il primo anno lo passano nelle giovanili nerazzurre. Stojkov, però, non convince e per lui cominciano una serie di prestiti, prima a La Spezia, poi al Castel di Sangro e all’Andria. Successivamente, una volte rescisso il legame con l’Inter, la carriera prende tutta un’altra piega. Oggi, Stojkov gioca – con alterne fortune – in Svizzera, nell’Aarau, squadra che milita nella serie B elvetica.

E Pandev? Beh, la sua storia – pur costellata da momenti duri e poco esaltanti (La Spezia e Ancona) – è comunque, nettamente differente. Cinque anni alla Lazio e poi, dal gennaio scorso, il riapprodo all’Inter. Riapprodo che fa diventare il macedone uno dei pochissimi giocatori che negli ultimi anni sono diventati titolari in prima squadra, dopo aver militato nelle giovanili. E se l’Inter non fosse andata a visionare Stojkov? Non sempre, nel calcio, c’è risposta a tutte le domande…
 

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