Prendo in prestito il titolo del più famoso libro di Tiziano Terzani per dire, più prosaicamente e andando in un'altra direzione rispetto alla sua opera intensa, che abbiamo già vissuto questi giorni. Chi ha più di trenta o quarant’anni ha certamente partecipato al rinnovo del tagliando dell’entusiasmo, grazie all’arrivo del nuovo allenatore di turno, a volte con meno, altre con più, come in questo caso, speranze di una grande stagione. L’arrivo di Antonio Conte porta con sé il vento di un rinnovamento che passa dalla decisione, da una determinazione che sembra più ferrea e severa di quanto fosse stato espresso in precedenza. Regole all’ingresso della Pinetina, con restrizioni per l’accesso, poche parole del neo tecnico e tutte soppesate con attenzione dalla comunicazione nerazzurra, a partire da un Inter che, con lui, non dovrà più essere pazza. I nomi li conoscete ma fa sempre un buon effetto nominarli tutti insieme: Godin, già dell’Inter da un pezzo, Dzeko, Barella, Lukaku, Van de Beek e anche Chiesa, benché stoppato dalla dirigenza della Fiorentina per un nuovo progetto con il nuovo presidente viola, il quale ancora deve insediarsi. Per far nascere una grande Inter serve senz’altro l’uomo forte in panchina (Herrera, Trap, Mancini, Mou) ma perché il successo eventuale resti duraturo, perché l’Inter mantenga lo status di club vincente serve una grande conoscenza del proprio passato e una certa lungimiranza.

Non sono certo che l’Inter abbia soppesato in passato i propri errori o le cose che dovevano essere cambiate, sicuramente per aver visto avvicendarsi tre presidenze nell’arco di un solo triennio e preoccupandosi più di equilibrare il bilancio che di allestire una squadra vincente. Ora che Suning ha fatto apprendistato, riuscendo a migliorare i ricavi in modo esponenziale, si arriva alla fase successiva che, per fortuna, coincide anche con il miglioramento della squadra, al punto da renderla davvero competitiva. Prendere Conte è un grande segnale ma il vero obbiettivo dovrebbe essere quello di essere una società quasi indipendente dalle qualità di un tecnico. Quando si forma l’alchimia con uno di loro l’Inter prende a vincere e a mostrare una forza inusitata, come a scoprire di avere risorse che nemmeno conosceva. L’allenatore poi però va via e la società, insieme alla squadra nonché all’allenatore successivo, bravo ma non esaltante, prende la vecchia strada degli alti e bassi e tutta la fabbrica riprende ad andare in subbuglio, come se le vittorie maturate non avessero insegnato nulla. Conte potrebbe far bene, anzi benissimo ma durare lo spazio di due anni, se va bene tre.

Mi preoccupa che l’Inter sappia creare durante la sua permanenza quel tipo di organizzazione societaria, capace di aiutare qualunque allenatore e non vivere di riflesso. Il resto, dalla “juventinità” di Conte alle domande maliziose che gli verranno poste, è il riflesso di un giochino infantile che non ha utilità. L’importante è vederlo centrato in questa nuova dimensione e non commettere l’errore che fece Lippi, quando cerco di imporsi, con modalità ruvide, per quanto animate da buone intenzioni.

Quanto a Icardi, il pubblico interista sembra felice o comunque liberato dalla notizia che la società sembra intenzionato a cederlo a chiunque, come contropartita o addirittura con la Juventus, mettendo in atto lo scambio con Dybala, che era stato previsto la scorsa stagione, salvo trovarsi l’opposizione dello stesso Icardi, creando all’interno una situazione di tensione. Liberi di detestare chi volete, di essere contenti del suo addio ma personalmente trovo la vicenda penosa, triste e zeppa di buchi senza spiegazione nella storia che è stata raccontata. A partire dal vero motivo per cui gli è stata tolta la fascia, che non è per Wanda Nara. Fa male vedere un giocatore che è stato capitano dell’Inter per diversi anni fino a marzo, essere accompagnato all’uscita mentre il pubblico lo insolentisce. A prescindere dagli errori che ha commesso.

Torneremo a parlarne, inevitabilmente, il giorno della sua cessione, intanto torniamo sulla giostra, a divertirci con i nomi dei prossimi possibili giocatori che vestiranno il nerazzurro.

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Sezione: Editoriale / Data: Mar 04 giugno 2019 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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