Mancano sette giorni, esattamente sette giorni al calcio d’inizio del campionato. Esattamente fra sette giorni, a cominciare al Bentegodi di Verona, il pallone comincerà a rotolare sul campo e ogni chiacchiera, amichevole estiva, pronostico sotto l’ombrellone sarà definitivamente accantonato per far spazio all’unico giudice sovrano. Fra sette giorni, dicevamo, inizia il campionato; eppure, sembra che quasi nessuno lo sappia. Che l’Inter domenica prossima scenderà in campo contro il Sassuolo, che questa sera avrà un assaggio importante di Champions League contro l’Atletico Madrid al Wanda Metropolitano, che fra poche settimane arriverà anche la sera del fatidico ritorno nell’Europa dei grandi, sembra un argomento che tocca le corde di pochi.

Ormai, le attenzioni di tutti sono rivolte a questa incredibile telenovela che coinvolge due platee, e di rimando altre tifoserie, con picchi di audience da fare invidia al Dallas dei tempi d’oro: è arrivata a livelli spasmodici, per non dire maniacali, l’attesa dei tifosi per capire come finirà questa benedetta soap opera che vede protagonista Luka Modric. Del resto, gli ingredienti da lungo sceneggiato: c’è un protagonista che vive un amore importante ma logorato, una nuova spasimante che attende sospirante ad un balcone, pronta a dargli tutto l’affetto del mondo (insieme a tanti soldi e ad altrettante garanzie per il futuro), un antagonista che fa orecchie da mercante e nonostante si parli anche dell’esistenza di quello che chiamano ‘gentleman agreement’ non vuole concedere in alcun modo la libera uscita al protagonista non infelice, ma comunque desideroso di intraprendere nuove avventure. E magari passare alla cassa per l’ultimo contratto importante della carriera.

Sono stati giorni indubbiamente roventi, all’insegna delle voci più disparate e in alcuni casi anche incontrollate. Fino alla giornata di ieri, dove probabilmente si è arrivati a sfondare il muro del paradosso: si parte dalla Spagna, dove ad esporsi non sono i vertici societari delle merengues, ma i quotidiani sportivi, in particolare quelli della capitale Madrid e pertanto, si presume, più vicini alle vicende del Real e soprattutto al proprio presidente Florentino Perez. Tutti concordi nel dire che alla fine il sogno dell’Inter è destinato a rimanere tale, che il miglior giocatore dell’ultimo Mondiale non lascerà Madrid, che alla fine i buoni rapporti col patron della Casa Blanca prevarranno, che gli sarà riconosciuto il giusto ingaggio e via cantando. Contemporaneamente, però, in Italia si è giocata un’altra partita con due fronti attivi: quello mediatico, che ha rintuzzato con grande tempistica gli attacchi e ridimensionato le voci provenienti da oltre i Pirenei, ma soprattutto quello interno all’Inter. Dove i protagonisti sono stati i calciatori, anzi, alcuni calciatori ben precisi.

È stata, quella di ieri, la giornata del ritorno alla Pinetina di Ivan Perisic e della prima nella sua nuova squadra di Sime Vrsaljko, che si sono aggiunti al loro connazionale Marcelo Brozovic che ha sacrificato un paio di giorni di vacanza per mettersi nuovamente a disposizione di Luciano Spalletti in vista della nuova stagione. I tre, dopo l’allenamento, sono stati fotografati insieme per una foto pubblicata sui profili social del club nerazzurro con una didascalia semplice ed efficace: “Appiano Gentile, Croazia”. Una semplice foto di bentornato/benvenuto per i ragazzi reduci dal Mondiale straordinario della squadra di Zlatko Dalic e per sottolineare l’ampliamento della colonia croata.

E invece, nel mondo dove ogni cosa che appare sui social rischia di dare sempre adito a qualcosa di più, ecco che questa foto fa scattare un meccanismo particolare. Orchestrato in maniera verrebbe da dire scientifica soprattutto da Perisic, che prima risponde con un like a un tifoso noto tra gli utenti di Youtube che faceva notare l’assenza proprio di Modric, poi coglie la palla al balzo per ripostare di par suo l’immagine taggando anche il proprio compagno di nazionale e aggiungendo una frase: “Chi manca qui?”. E quasi immediato, arriva il like di colui che è stato chiamato in causa, vale a dire lo stesso Modric. Nell’era in cui ogni cosa sui social viene impregnata di significati a volte completamente astratti, è impossibile rimanere indifferenti di fronte a tutto questo incastro.

Ormai vale tutto, in questa che non è ancora una trattativa vera e propria ma è diventata comunque una vera e propria battaglia di logoramento. Nella quale l’Inter, ora, vuole capire se e come piazzare l’assalto decisivo. Non può essere infatti legata alla semplice visione del match contro l’Atletico la mobilitazione generale della dirigenza nerazzurra, che è sbarcata al gran completo nella capitale spagnola, da Piero Ausilio a Giovanni Gardini fino ad Alessandro Antonello. E non può essere assolutamente casuale la presenza di Steven Zhang, uno che sin qui non si è particolarmente mobilitato per le amichevoli ma che questa volta ha voluto esserci. Perché probabilmente si fiuta l’esigenza di dare un segnale forte, di far valere anche i buoni uffici costruiti dal padre Jindong che due anni fa ha reso visita proprio a Perez nelle strutture di Valdebebas, soprattutto di dare una mano in prima persona all’operato del management interista.

Questa partenza di massa non può essere legata solo alla partita, seppur importante, contro la squadra di un ex comunque molto amato come Simeone. L’Inter cercherà in questo weekend di trarre le conclusioni definitive, di fare il punto della situazione con quegli agenti che da tempo stanno seguendo da vicino questo intricato dossier, di capire se può effettivamente partire all’assalto. E magari di avere alcune risposte a degli interrogativi che emergono in questa vicenda che presenta ancora alcuni aspetti contorti. In primis, perché Perez non si espone in prima persona? Perché continua a fare il vago, a mandare altri in avanscoperta, e non mette una volta per tutte nero su bianco in modo ufficiale se è convinto che Modric non lo pianterà così come hanno fatto Cristiano Ronaldo e Zinedine Zidane? Perché, insomma, non mostra la stessa tempestività di quando decise di far saltare all’improvviso i piani della Federcalcio spagnola annunciando l’arrivo di Julen Lopetegui a poche ore dal debutto Mondiale della Roja della quale era ct? E perché continua a procrastinare questo summit tanto annunciato? E davvero Perez pensa di poter arrivare a prolungare la sua melina magari fino alla data di scadenza del mercato italiano senza suscitare perlomeno un minimo di reazione nel giocatore?

Interrogativi ai quali comunque una risposta va data il prima possibile, anche perché lunedì il Real è atteso dal primo impegno ufficiale, a Tallinn in Estonia, per la Supercoppa europea proprio contro l’Atletico, e probabilmente sarà davvero dalla presenza o meno di Modric sull’aereo che l’Inter potrà capire se doversi rassegnare o se davvero gli ultimi giorni di mercato possono essere quelli della concretizzazione del colpo da sogno. Il tutto in una vicenda dove di errori, forse, ne sono stati commessi parecchi da entrambe le parti. Perché se è vero come è vero che a sognare la ragazza ideale si perdono di vista quelle reali, l’Inter, correndo dietro questo sogno, ha forse tralasciato fin troppo il resto, e corre ora il rischio di ritrovarsi col cerino in mano e in braghe di tela, costretta a trovare un nuovo nome nello spazio di pochissimi giorni. Ipotesi che, per ora, nessun indizio lascia presagire sia stata presa in considerazione.

Il mercato dell’Inter rimane comunque ottimo, anche l’arrivo di Balde Keita, il ragazzo che ipnotizzò Luciano Spalletti in un derby, promette di aggiungere un’importante iniezione di qualità per il reparto offensivo. Anche se forse non andrà a proprio vantaggio l’aver voluto giocare un po’ al ‘Rischiatutto’ e rincorrere un sogno che si presentava come un’utopia e tale rischia di rimanere, mentre magari il tecnico avrebbe preferito il completamento della rosa senza arrivare a ridosso del via della stagione. Le vie del mercato, comunque, sono infinite.

VIDEO - KEITA BALDE A 10 ANNI A LEZIONE DA UNA LEGGENDA INTERISTA

Sezione: Editoriale / Data: Sab 11 agosto 2018 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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