Butta fuori i tuoi pensieri o finiranno per ucciderti. Pensieri e parole di Marracash, lo stesso che la mattina del derby di Milano, ritorno in campionato, in collaborazione con Inter Media House ha partecipato al progetto nerazzurro 'Love Milano' per omaggiare il capoluogo lombardo in occasione della stracittadina con i cugini sulle note di 'Love'. "In giorni come questi, l’amore per la nostra città è ancora più forte. I suoi quartieri, le nostre storie. Siamo nati tra queste strade, siamo diventati grandi e guardiamo al futuro verso nuovi traguardi" si leggeva nella capture dell'Inter a corredo del video, video che non ha portato benissimo alla Beneamata, partita forte contro i cugini ma finita schiantata contro la doppietta di Olivier Giroud che ne ha messo in crisi un'intera stagione. 

Velleitaria e poco convinta, da quel derby l'Inter di Inzaghi, indiziata numero uno per la lotta al titolo ha vissuto quel periodo che Marra citerebbe come "a due passi dalla rovina, a due spanne dalla follia" e non la follia di cui la Pazza Inter ci ha e aveva abituati. Una follia vuota, persa, incolore. "Momenti che era brutta, in cui avrei pregato qualsiasi dio [...] e se fossi una truffa anch'io?". Ed effettivamente è un quesito che probabilmente i nerazzurri si son posti più volte. E se fosse tutto una truffa? E se l'Inter, la divertente, fulgente, divertente e luccicante Inter di Simone Inzaghi vista fino a fine dicembre fosse solo una truffa? "Restano nervi tesi e fegato". Nervi e fegato parecchio tesi al succedersi di pareggi e un ko impensabile (rimediato col Sassuolo). Punti che venivano meno, precipizio in classifica e un primo posto che sembrava allontanarsi al punto da far sembrare il match con la Juventus un ultimo ma insormontabile scoglio verso uno scudetto che non sembrava più poter appartenerle. Ma Marra è profetico anche con un semplice "nah" di dissenzo e allora "Nah, restano nervi tesi e fegato" con accezione ben differente da quella di cui sopra. All'Allianz Arena, l'Inter s'inorgoglisce, gonfia il petto, tende nervi, muscoli e fegato e vince un match che ribalta umori e pronostici finali. I passi falsi delle altre due davanti, due pari del Milan e la sconfitta del Napoli con la Fiorentina, riaccorciano quella distanza della squadra di Inzaghi che fino a qualche giornata fa appariva siderale e che al contrario permette ora all'Inter di riprendere in mano il proprio destino. 

Destino comunque non certo semplice e privo di insidie quello dei nerazzurri che per tornare in cima alla classifica dovrebbero "solo" vincerle tutte, Bologna compreso - match da recuperare e finalmente in programma per il 27 aprile -, avversario questo non facile come mostra e dimostra lo 0-0 del Milan ottenuto tra le mura amiche di San Siro. Bologna, ma non solo, perché da qui alla 38esima giornata mancano ai nerazzurri sei matches in cui vincere non può più essere una possibilità ma una parola d'ordine. Sei più una. Una gara di ritorno che vale più di una semplice finale e possibile trofeo in ballo, ma molto altro, a giudicare dall'avversario. Domani contro il Milan l'Inter si gioca di fatto non solo una semifinale ma una rivincita e un entusiasmo valevole per un finale di stagione che non può temere la resilienza dei cugini, quest'anno letteralmente indiavolati e maturi al punto da non temere pressioni. E allora "la fede che mi tiene ancora in piedi è lo scheletro [...] di' la parola che sveglia il golem, dai un cuore all'uomo di latta [...] tieni la mia mano ferma se e quando verrà il momento". 

"Sii il mio punto fermo, qualcosa per cui morire. E se non hai niente in cui credere non avrai niente che puoi perdere, sì, tranne te". Qualcosa (e qualcuno) in cui credere.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 18 aprile 2022 alle 00:10
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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