Ha ragione Luca Marchegiani. Ormai da settimane la critica si divide sull'Inter: meglio la Champions League attuale o quella del prossimo anno? Chiaramente parliamo di una sintesi brutale, ma la sostanza più o meno è questa. La domanda delle domande è: all'Inter conviene puntare sul percorso europeo di oggi oppure non perdere i milioni della prossima stagione? 

Partendo dal presupposto che una squadra come quella nerazzurra non dovrebbe proprio porsi il problema, perché ha (avrebbe) tutte le carte in regola per non dover scegliere, facciamo finta che effettivamente una scelta debba essere compiuta. In questo discorso, chiaramente, entra con forza l'aspetto finanziario, tasto dolente da diversi anni della Beneamata. L'Inter ha difficoltà in tal senso, da diverse stagioni galleggia e sul mercato è costretta a reagire più che ad agire. La dirigenza prova a tenere competitiva la rosa tra mille affanni, e di conseguenza anche il comparto tecnico ne risente inevitabilmente. E così, ogni anno, la qualificazione alla Champions dell'anno successivo diventa vitale. La vera domanda è: è corretto scaricare su giocatori e allenatore questa responsabilità? La risposta di chi vi scrive è netta: no. Assolutamente no.

Squadra e tecnico devono essere responsabili dei risultati sportivi. Ovviamente tutti sono consapevoli dell'impatto negativo che può avere una mancata partecipazione alla Champions League - tra premi, commercials, botteghino eccetera -, ma non esiste al mondo che la vita stessa di un club sia legata indissolubilmente a risultati di campo. Se questa è la situazione, allora il problema è alla radice e non certo da ricercare nello spogliatoio. I responsabili vanno rintracciati ai piani alti, altissimi della società, dalla proprietà a chi la gestisce.

In fondo è questo il peccato originale dell'Inter degli ultimi anni: un club che, per restare competitivo, deve rincorrere un risultato sportivo perché da solo non sa fare, non riesce. L'errore quindi è a monte. E allora lquestio resta: perché proprietà e dirigenza non riescono a far quadrare i conti e devono vivere mesi e mesi con l'angoscia di un ridimensionamento signigicativo che può derivare da un palo-dentro o da un palo-fuori? La risposta è scontata e appare chiaro come Inzaghi e i suoi giocatori non c'entrino assolutamente nulla.

E allora sì, ha ragione Marchegiani: totalmente controsenso e fuorviante valutare più importante un quarto posto rispetto alla prospettiva concreta odierna di una semifinale o addirittura di una finale Champions. E chi vi scrive lo sottolinea da tempo. Il tifoso dell'Inter deve tornare a dolersi per un eventuale mancato risultato sportivo solo per quello che è nerlla realtà dei fatti e non perché potrebbe compromettere la sopravvivenza stessa della sua squadra del cuore. Questo è inaccettabile ed è ora di cambiare rotta.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 aprile 2023 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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