Comincia a farsi serrato il countdown all'inizio del nuovo campionato. In attesa degli ultimi ritocchi (per Perisic si aspetta solo che Shaqiri porti via anche i bilancieri dall'armadietto) Mancini sta iniziando a scoprire le proprie carte dopo che in Cina e a Riscone aveva dovuto prestare attenzione soprattutto alla condizione atletica della squadra, privata per un certo periodo dei nazionali impegnati in Copa America e degli acquisti che a mano a mano si sono aggiunti alla rosa interista. Tutto sembra procedere secondo i piani, se non fosse per i risultati che come spiegavo nell'ultimo editoriale hanno spaventato qualcuno, magari quegli stessi che non hanno capito il sarcasmo verso le mie stesse critiche per le sconfitte nel campionato internazionale delle amichevoli del valore quasi prossimo allo zero. Per fortuna poi è arrivata la vittoria contro l'Athletic che ha ridato all'Inter nuove speranze in zona salvezza.

Il 2-0 contro i baschi ha fornito tante ottime indicazioni a Mancini, che sette anni fa sullo stesso campo salutava la panchina nerazzurra giocandosi lo scudetto sotto la pioggia di Parma, ai tempi in cui Ibra era nostro davvero e nessuno si lamentava del meteo. Oggi è un'Inter in fase embrionale, logico quindi che giudizi e previsioni sulla nuova stagione risultino un po' troppo affrettati. La prima amichevole in cui l'Inter - come diceva Sylvinho - è arrivata senza il peso della preparazione sulle gambe può darci comunque un quadro generale delle potenzialità della squadra e dell’utilità dei nuovi arrivati. Santon ha fatto vedere di potersela giocare senza troppi remori con il sonnacchioso Montoya; Mancini potrebbe tenere vivo il duello e lo spagnolo dalla sua ha ancora tutto da dimostrare. In mezzo la retrorguardia guadagna certezze con Miranda e Jeison Murillo (crediamo che di questo passo gli avversari lo ribattezzeranno Muraglia), manca l'altro terzino e di Gnoukouri si è ampiamente detto in questi giorni: sicurezza e incivisità da veterano, quasi il Touré che chiedeva il tecnico, tredici anni più giovane, con meno massa fisica ma più capelli.

Tra i tanti alla ricerca della migliore condizione ha sorpreso più di tutti proprio l'ultima new entry: Stevan Jovetic, venuto da Manchester con tanta voglia di rivalsa e subito a segno all'esordio con il peso della nuova 35 nerazzurra, indossata già in passato da Martin Rivas e Rolando. Con Mancini si erano sfiorati all'Etihad quando l'esonero del tecnico ha preceduto di due mesi il suo arrivo. Oggi l'opportunità di ritrovarsi e ritrovare il vero Jojo affiancandogli il capocannoniere della scorsa Serie A. Icardi e Jovetic nuovi gemelli del gol? Nell’aspetto pochi tratti in comune ma in campo è la scommessa più intrigante. Diversi i moduli sperimentati dal Mancio che anche stasera nel Trofeo Tim sarà obbligato ad adottare soluzioni alternative al 4-3-3 ideale studiato per la sua squadra. Altro derby anomalo contro Sinisa Mihajlovic, sopravvissuto a quanto pare alla fame mettendo i panni del cugino rossonero (ha dovuto comunque spiegare a Berlusconi che la sua frase era un omaggio a Pannella). Anche la formazione di Mancini è tutt’altro che sazia dopo anni senza conquiste, ma per la prima risposta sul campo occorre attendere il 23 agosto. Insomma, rimaniamo in stand-by perché il tempo degli antipasti estivi sta per finire e presto anche i tifosi avranno assaggi di vera Inter.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 12 agosto 2015 alle 00:00
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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